Si chiama Mito Tech Ventures il nuovo fondo lanciato da Mito Technology che è interamente dedicato all’investimento in startup che innovano nel climatetech. In particolare il nuovo fondo lanciato da Mito Technology si concentra su tecnologie per la riduzione delle emissioni ci Co2, nel ridurre l’impatto nell’ambito della mobilità, dell’industria pesante, della produzione alimentare, dello sfruttamento del territorio.
Mito Tech Ventures è il primo fondo di VC in Italia in linea con l’art.9 della normativa SFDR – fa sapere Mito Technology in una nota – Il 30% del carried interest sarà inoltre legato al raggiungimento di obiettivi quantificati di impatto ambientale. Anche per questo secondo fondo, che rinnova l’esperienza fatta con il fondo denominato Progress Tech Transfer, ha tra i sottoscrittori CDP Venture Capital e FEI (Fondo Europeo degli Investimenti) con 45 milioni di euro sottoscritti di cui 30 milioni da CDP Venture Capital e 15 milioni dal FEI. A loro si aggiungono aziende nel settore ambiente ed energia, importanti casse previdenziali professionali e family office.
Mito Tech Ventures è alla ricerca di tecnologie con livello di maturità tecnologica (TRL superiore a 4) nel settore della sostenibilità e in startup early stage (pre-seed, seed, serie A), ovvero che si trovano ancora nella fase iniziale di investimento. Il Fondo offre alle società ancora in fase embrionale non solo le risorse economiche necessarie per sviluppare il progetto, ma anche quelle esperienze manageriali, le competenze, le relazioni e le conoscenze necessarie per tramutare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica in iniziative economiche capaci di crescere e svilupparsi.
Il Fondo ha un target di raccolta di 90 milioni di euro (55 milioni di euro al primo closing; secondo closing entro 24 mesi dal lancio); un hard-cap e 120 milioni di euro; intende investire in circa 25-30 aziende che per l’80% saranno italiane.
Mito Tech Ventures segue l’esperienza di Progress Tech Transfer il primo fondo di venture capital lanciato da MITO Technology nel dicembre del 2018 con una dotazione iniziale di 41,6 milioni di euro sottoscritti dal Fondo Europeo degli Investimenti (FEI) – con fondi InnovFin – Eu Finance for Innovators, uno strumento finanziario sviluppato nell’ambito di Horizon 2020 – , CDP Venture Capital, Enpaia e FinPosillipo. Il Fondo ha chiuso il suo periodo di investimento nel corso del 2023 con un anno di anticipo rispetto al previsto, realizzando complessivamente 24 investimenti. il Fondo ha concluso, già nel periodo di investimento del fondo, 10 round di follow-on, realizzati insieme a 15 investitori, finanziari e industriali, molti dei quali internazionali; conta la presenza di donne tra i fondatori in oltre un terzo delle startup di portafoglio, e ha concluso 10 investimenti proof-of-concept originati da università ed enti pubblici di ricerca sparsi su tutto il territorio italiano; circa il 50% delle startup di portafoglio è già presente sui mercati internazionali.
Le startup nel portafoglio del Fondo Progress Tech Transfer
Per l’ambito energy transition le startup sono: Waterview, spin-off del Politecnico di Torino, già incubata in I3P e sostenuta in fase seed dai business angel del Club degli Investitori, Waterview ha sviluppato per prima al mondo una soluzione per l’analisi in tempo reale delle condizioni meterologiche contestuali, volte a consentire al gestore dell’infrastruttura stessa informazioni essenziali per un decision-making tempestivo. Attraverso l’utilizzo di algoritmi proprietari, di dati di varia natura e di sensori smart, a partire dalle immagini di telecamere abitualmente già installate su infrastrutture critiche, la società è in grado di fornire ai propri clienti (tra cui enti locali, società che gestiscono reti stradali e infrastrutture telefoniche, gestori aeroportuali, aziende che operano nell’ambito energetico) un’interpretazione sicura delle condizioni ambientali che insistono sull’infrastruttura stessa, fornendo anche indicazioni predittive (es.: velocità di crescita dello strato nevoso su manto stradale, presenza e propagazione di emissioni gassose in prossimità di centri di raccolta di rifiuti, rischio di guasto per formazione dei manicotti di ghiaccio sulle linee di trasporto dell’energia elettrica ad alta tensione). Newcleo, startup lanciata nel settembre del 2021 e guidata da Stefano Buono, Newcleo opera nel settore dell’energia nucleare pulita e sicura, proponendosi di rivoluzionare la progettazione e la costruzione di reattori modulari di IV generazione, in grado di ridurre la produzione di scorie e di utilizzare come combustibile quelle generate dai vecchi reattori, chiudendone così il ciclo. Con sede legale a Londra, svolge gran parte delle attività di ricerca e sviluppo a Torino. La società ha già raccolto a oggi oltre 400 milioni di euro di capitale e genera attualmente un fatturato di 50 milioni di euro, attraverso l’attività di un team di circa 700 persone. Rise Technology, impresa italiana high-tech operante nel campo della fabbricazione di macchine e linee di produzione per celle e moduli fotovoltaici, Rise Technology ha sviluppato e brevettato iSplash (Industrial Selective PLAting for Solar Heterojunction): una tecnologia innovativa applicabile al fotovoltaico e in prospettiva anche nell’ambito dei semiconduttori e del biomedicale, che si pone l’obiettivo di eliminare l’utilizzo delle paste d’argento dal processo di fabbricazione delle celle fotovoltaiche con un abbattimento del costo di produzione di almeno il 30% e del carbon footprint del 90%, mitigando anche i problemi geopolitici connessi all’approvvigionamento delle materie prime critiche.
Per l’ambito del green industry tech ci sono: Mat3D, spinoff delle Università di Modena e Reggio Emilia e di Parma, Mat3D sviluppa e produce materiali innovativi avanzati a base di resina polimerica per procedimenti produttivi di manifattura additiva con elevate prestazioni (es.: termini di resistenza termo-meccanica) e con proprietà funzionali avanzate specifiche per diversi settori applicativi. Mat3D ha il suo principale lavoratorio presso il Centro dell’Innovazione dell’Università di Torino e la sua sede legale e commerciale a Reggio Emilia, da dove serve alcune aziende italiane nel mondo della manifattura. Respectlife, startup nata all’interno della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, che produce tessuti high-tech a base di polipropilene, per la confezione di prodotti altamente performanti con proprietà antimicrobiche e antibatteriostatiche, resistenti allo strappo, all’abrasione, alle macchie e anallergici, che consentiranno enorme risparmio di costi per il loro lavaggio, sterilizzazione e stiratura, un minore impatto ambientale e migliori condizioni di sicurezza nel caso di impieghi in ambienti critici, come quello ospedaliero. Sqim, azienda basata a Varese, pioniere nell’innovazione dei materiali, trasforma sottoprodotti e residui di basso valore provenienti dall’agroindustria in prodotti funzionali di alto valore aggiunto e a basso impatto ambientale, destinati principalmente all’industria tessile, del lusso, dell’arredamento d’interni. Sqim ha sviluppato processi proprietari unici, basati sulla fermentazione controllata di miceli selezionati, ed è attualmente presente sul mercato con marchi specifici per i verticali della moda e il mercato dell’interior design, rispettivamente Ephea e Mogu. Wemembranex, spin-off del Consiglio Nazionale delle Ricerche (presso l’Istituto per la tecnologia delle membrane) la società ha sviluppato una tecnica brevettata per il trattamento superficiale di membrane attualmente già disponibili in commercio per il trattamento di acque reflue industriali, che grazie alle proprietà di anti-fouling del coating applicato sulla loro superficie allunga considerevolmente la vita utile delle membrane stesse. Smartglasses Dynamic Optics, spin-off del Consiglio Nazionale Delle Ricerche – Istituto di fotonica e nanotecnologie con sede a Padova – ha sviluppato delle lenti speciali che, cambiando di forma, potranno supplire alla presbiopia, patologia che si sviluppa intorno ai 40 anni di età nella quasi totalità delle persone. Grazie a questa nuova tecnologia sarà possibile sviluppare occhiali che in modo autonomo ripristinano la messa a fuoco per gli utilizzatori, garantendo un comfort visivo ottimale e facilitando le persone affette da presbiopia nello svolgimento di attività lavorative di precisione. Lithium Recovery, progetto di proof-of-concept sviluppato con l’Università degli Studi di Brescia e il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali (INSTM), punta allo sviluppo di una tecnologia brevettata relativa al recupero del litio e del cobalto da batterie esauste di varia provenienza (dai dispositivi elettronici alle automobili), con processi che garantiscono un minore impatto ambientale e senza l’utilizzo di solventi chimici pericolosi per l’ambiente. Il progetto è condotto da un team di ricercatori che può vantare un track-record unico nella gestione di progetti di ricerca finanziati dalla comunità europea. Naturbeads ha l’obiettivo di contrastare l’inquinamento ambientale causato dalla diffusione incontrollabile delle microplastiche di uso industriale. È infatti specializzata nella produzione di microsfere biodegradabili ricavate dalla cellulosa. Fondata nel 2018 da un team di scienziati e ingegneri, la società ha sviluppato un prodotto unico che è già stato testato con successo da grandi clienti industriali per sostituire le microplastiche in molteplici applicazioni (dalla cosmetica alle vernici). Le soluzioni proposte da Naturbeads sono radicalmente sostenibili: esse muovono infatti dall’approvvigionamento di materie prime ricavate da rifiuti forestali o agricoli certificati, e poggiano su un processo di produzione molto più efficiente e meno carbon-intensive degli standard attuali, che evitano tra l’altro il ricorso a solventi chimici aggressivi nel trattamento dei propri semilavorati. Wearable Robotics è un’azienda italiana, già presente sui mercati internazionali, che produce e sviluppa sistemi robotici indossabili ed esoscheletri per la riabilitazione, l’assistenza e l’aumento della potenza di movimento a servizio delle persone. È specializzata in esoscheletri per arti superiori e inferiori utilizzati per migliorare la mobilità, la capacità di forza e il recupero delle funzioni motorie. Valuematic è uno spin-off della Scuola IMT Alti Studi Lucca, che intende portare sul mercato una soluzione per rendere il cloud computing più sostenibile, lavorando sull’ottimizzazione del consumo energetico che consenta un’allocazione ottimale delle risorse di calcolo necessarie, senza comprometterne i livelli di performance. La startup ha sviluppato una tecnologia per lo scaling automatico delle risorse computazionali in cloud che combina IA e modellazione proprietaria per fornire previsioni di tempi di calcolo migliori e più a lungo termine rispetto alle soluzioni attualmente sul mercato. La tecnologia può essere inoltre adattata su sistemi che utilizzano risorse computazionali in maniera asincrona, come sistemi multiprocessore o i telefoni cellulari, per il risparmio energetico.
In ambito agro-food figura l’investimento in Finapp spin-off dell’Università di Padova, ha sviluppato un rivoluzionario sensore per la misurazione dei neutroni liberi che può essere utilizzato per la rilevazione della presenza di acqua nell’ambiente, con applicazioni che vanno dalla misura dell’umidità nei terreni agricoli, alla misura delle riserve idriche disponibili nei nevai o nei ghiacciai, o per la localizzazione di perdite delle reti idriche. La società si è aggiudicata un EIC Acceleratore nel 2023, unica società italiana a ottenere in quell’anno un tale riconoscimento.
In ambito carbon tech c’è Htms che ha sviluppato una tecnologia in grado di migliorare l’efficienza energetica e la capacità di scambio termico dei fluidi utilizzati attualmente negli impianti di riscaldamento e raffrescamento installati presso grandi edifici ad uso industriale e commerciale, come stabilimenti produttivi, uffici, ospedali e data center. Maxwell, il prodotto di Htms oggi sul mercato, consente un innalzamento tra il 15-20% della capacità di trasferimento del calore rispetto agli standard commerciali oggi disponibili nel settore heating, cooling e ventilation.
Per l’area transport e mobility ci sono Bluebrake fondata nel 2015 a Milano, è una società che impiega oltre trenta professionisti e conta dodici brevetti con estensione internazionale che riguardano la frenata sui veicoli leggeri, con particolare riferimento al settore delle e-bike. La mission dell’azienda è quella di sviluppare soluzioni innovative che rendano questi mezzi più sicuri e intelligenti, al fine di favorire la transizione verso una mobilità più sostenibile, sia per il trasporto di persone che di merci (cargo-bike). La società si posiziona tra le pochissime al mondo in grado di fornire soluzioni ad alte prestazioni e ad elevata sicurezza, ed è già saldamente proiettata sui mercati internazionali. Easyrain, startup torinese che ha come mission la riduzione degli incidenti stradali provocati dal fenomeno dell’aquaplaning. La società sviluppa soluzioni hardware e software, tra cui il DAI (Digital Aquaplaning Information), una vera e propria piattaforma di detection e calibrazione della dinamica del veicolo su strada, con l’obiettivo di rendere la guida più sicura in condizioni di scarsa aderenza, anche nella prospettiva dell’avvento di sistemi di progressiva autonomia nella conduzione dei veicoli. Sealence, startup innovativa costituita nel 2017, Sealence ha realizzato DeepSpeed, primo propulsore fuoribordo elettrico a jet per il settore navale. DeepSpeed innova il settore della mobilità in acqua, dal diporto al trasporto, migliorando drasticamente l’efficienza rispetto ai sistemi di propulsione oggi esistenti (elica o idrogetto entrobordo) e riducendo sensibilmente le emissioni connesse agli standard attuali di propulsione navale a elica. Il progetto ha ottenuto un «Seal of Excellence» dal programma Europeo «Horizon2020». La società ha poi integrato nel proprio perimetro anche E-Drive Lab, spin-off 10 dell’università di Parma, che produce sistemi innovativi di accumulo elettrico specificamente pensati per il settore marino.
Nell’ambito bio/medtech figurano Deeptrace, startup nata nel 2018, primo spin-off dello IUSS di Pavia, ha l’obiettivo di portare sul mercato i migliori risultati della ricerca svolta nel settore dell’intelligenza artificiale applicato alle immagini medicali, che consentono di dar vita a soluzioni di medicina personalizzata, nonché di diagnosi predittive e di terapie anticipate sull’insorgenza di patologie come l’Alzheimer, il carcinoma mammario e quello dell’utero. Endostart, startup toscana attiva nel campo del medtech, ha progettato e sviluppato il dispositivo medicale Endorail a supporto delle procedure di endoscopia gastrointestinale difficili, consentendo un risparmio di tempi e costi e una accresciuta sicurezza nella pratica clinica, oltre a garantire maggior comfort e ridotta invasività sul paziente. Nel 2024, la società ha ottenuto il riconoscimento della certificazione FDA (US Food and Drug Administration) per il suo prodotto Endorail, grazie alla quale può iniziare l’attività di commercializzazione anche sul mercato statunitense, che a livello mondiale risulta decisivo per le proprie prospettive di crescita. Specto Photonics startup deeptech con sede a Milano, la società è impegnata nello sviluppo di spettrometri ottici di nuova generazione basati sulla spettroscopia Brillouin che sulla base dei cambiamenti nella luce riflessa o diffusa permette di misurare in maniera non distruttiva e ad alta risoluzione proprietà fondamentali della materia e di sistemi biologici come cellule e tessuti.
In ambito spacetech c’è Picosats PMI innovativa con sede a Trieste che si occupa dello sviluppo di sistemi di telecomunicazione all’avanguardia per piccoli satelliti. Fondata nel 2014 come spin-off dell’Università degli Studi di Trieste e insediata in Area Science Park, Picosats sta rivoluzionando l’industria aerospaziale introducendo soluzioni miniaturizzate e flessibili che consentono un accesso più economico allo spazio.
Mito Technology nasce nel 2009 come piattaforma di incontro tra l’offerta di tecnologie e la domanda di innovazione delle imprese. In quindici anni si è affermata come realtà nel campo del trasferimento tecnologico, lavorando al fianco di operatori privati e pubblici, grandi multinazionali e PMI, Università e centri di ricerca, startup e spinoff, banche, fondi di venture capital e di private equity. Nel tempo il modello di business di Mito Technology si è evoluto e, nel 2018, Progress Tech Transfer, fondo di venture capital con focus sulle tecnologie per la sostenibilità che si è focalizzato su investimenti in startup, spinoff e tecnologie a elevata prossimità al go-to-market (Technology Readiness Level – TRL: da 5 a 9), tutte originate dal mondo della ricerca scientifica e tecnologica nella fase definita “early stage” del loro approccio al mercato e al funding. Mito Technology appartiene a Cleantech for Italy, declinazione italiana dell’iniziativa europea Cleantech for Europe, associazione che promuove un futuro a zero emissioni attraverso l’innovazione e il dialogo con i policy maker.
Mito Technology è forte di un team con competenze eterogenee e complementari che spaziano dal deeptech, al trasferimento tecnologico, dalla finanza per l’innovazione alla gestione e alla valorizzazione della proprietà intellettuale. Alcuni componenti del team hanno inoltre maturato molte esperienze in contesti aziendali internazionali e hanno, di conseguenza, capacità nell’intervenire in modo pragmatico sia nella gestione dei deal sia nel sostegno ai founding team delle startup partecipate. Del team di Mito Technology fanno parte Andrea Basso, Alberto Calvo, Francesco De Michelis con il ruolo di managing director, Michele Costabile come venture partner, Massimiliano Granieri come chairman, Leonardo Massa come investment director e Valentina Sesti come associate. (foto di Colin Watts su Unsplash)
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