Da Calm (startup che ha raccolto circa 147 milioni di dollari) a Relax Meditation, gli app store sono oramai pieni di applicazioni create per guidare le persone alla pratica della meditazione ‘mindfulness’. Una pratica che si sta diffondendo enormemente anche grazie alle app che l’hanno fatta conoscere alle masse, e in ambito aziendale, è diventato un must tra manager di ogni livello, per i benefici che porta a mente e corpo, in questa nostra vita iper accelerata, sovraccarica di informazioni e di tensioni. Molte aziende addirittura stanno introducendo stanze per la meditazione o offrono corsi di mindfulness ai propri dipendenti. Ciò significa che anche nel mondo startup (che guarda caso è quello che sforna le app) la pratica mindfulness può essere un valido aiuto naturale per evitare di andare in esaurimento, per rafforzare la lucidità mentale e regolare il riposo, specialmente se accompagnata a una corretta alimentazione e un po’ di movimento all’aria aperta. Ma non solo, la mindfulness può addirittura aiutare a guardare alle tipiche problematiche da startup in modo differente, con maggiore distacco e consapevolezza, soffermandoci su elementi che nella corsa possiamo perdere di vista, ma sono importanti. Inoltre, uno dei suoi aspetti più belli è che davvero può essere praticata ovunque, non ha bisogno di attrezzature o particolari condizioni. Serve solo la nostra decisione di dedicare qualche minuto a noi stessi. Ci aiuta a capire meglio la mindfulness e come inserirla nella routine lavorativa un’esperta, la dott.sa Daniela Gaci Scaletti del network MioDottore.
Cos’è la mindfulness
La parola mindfulness esprime il concetto di “presenza mentale” con il quale si intende la capacità dell’essere umano di essere presente a se stesso, momento per momento, ovvero la competenza di prestare attenzione all’istante presente in modo non giudicante a tutto ciò che accade nel qui e ora. La presenza mentale consapevole è il “faro” che illumina tutto ciò che entra nel campo esperienziale dell’adesso. Definire la presenza mentale o chiedere cosa sia rischia tuttavia di darne una versione riduttiva e scandagliare fino in fondo la sua profondità richiede tempo ed esperienza personale. I campi di indagine coinvolti sono il corpo, la mente, le sensazioni e le esperienze quotidiane. Altro elemento su cui investiga è la transitorietà dei fenomeni composti da cause e condizioni, ciò a cui di frequente ci si appiglia (possono essere persone, beni, sentimenti o condizioni fisiche) nulla di ciò, nella vita o negli stati mentali è esente da perenne cambiamento, tutto è per natura intrinseca impermanente.
Non è casuale che questa profonda e antica saggezza giunga dalla millenaria tradizione buddista, che propone come fine supremo la liberazione dalla sofferenza di tutti gli esseri senzienti.
I benefici per la salute e la riduzione dello stress
La mindfulness è una pratica articolata sulla meditazione, un allenamento fondato su esercizi specifici che coinvolgono corpo e mente, il cui fine è coltivare l’abitudine alla consapevolezza per conseguire uno stato mentale più incline alla soddisfazione e alla felicità eudaimonica.
Si tratta essenzialmente di sviluppare l’attenzione, guardare profondamente dentro di sé in uno spirito di auto-indagine e auto-comprensione. Per questo, i benefici di tale addestramento sono molteplici, anche se apparentemente coloro che praticano mindfulness sembra non stiano facendo nulla, in realtà questo apparente “niente” è ricco e complesso. Infatti, le persone che iniziano a praticare un percorso basato sulla mindfulness cominciano a esperire una “modalità del non-fare”, ossia sono attivamente impegnate a osservare ogni momento con l’intenzione e lo sforzo di rimanere consapevoli e presenti. Stanno praticando la “modalità dell’essere”, sospendendo intenzionalmente ogni forma di attività, assaporando la magia del presente, permettendo a mente e corpo di dimorare nell’istante stesso, focalizzandosi sulle esperienze del vivere quotidiano, lasciando che le cose siano esattamente come sono, senza cercare di cambiare nulla.
I benefici in ambito lavorativo
Per queste ragioni, la pratica della consapevolezza è molto utile per imparare a gestire meglio le situazioni stressanti e migliorare la qualità di vita e la sensazione generale di benessere. La mindfulness consente di sospendere e rimuovere quel pilota automatico e quelle attività mentali spesso caratterizzate dal rimuginare e dalla sensazione di impossibilità di staccare la spina che spesso accompagnano l’esperienza mentale e lavorativa, causando di conseguenza stati emozionali negativi quali rabbia, tristezza e avversione. Queste sensazioni disturbanti sono responsabili di ansia, a loro volta coinvolti nell’eziopatogenesi (cioè la cause e il meccanismo di azione) di svariate patologie psicosomatiche.
Perché diventa una pratica diffusa nella preparazione dei manager
La pratica mindfulness aumenta la capacità di concentrazione, le abilità di memoria e di insight, le abilità di gestione delle relazioni col mondo esterno e interno. Tutto ciò avviene perché diminuisce la necessità di controllo e di attaccamento a ciò che invece è più saggio e conveniente lasciar andare. La pratica incentrata sullo sviluppo della consapevolezza è un’attività nella quale il soggetto coinvolto è totalmente attivo e presente. Di fronte a questi aspetti, diventa agevole comprendere il perché tale pratica venga proposta altresì a categorie dirigenziali la cui richiesta prestazionale, sempre più pressante all’interno dell’organizzazione aziendale, genera una maggior complessità della realtà professionale da gestire.
Come cominciare a praticarla e come portarla in ufficio
Praticare la mindfulness prevede l’utilizzo del proprio respiro. L’essenza della consapevolezza consiste proprio nella possibilità di fare un’esperienza pragmatica, per questo non sono necessarie particolari doti, esperienze o conoscenze, ma solo la volontà di iniziare con disciplina e motivazione e inserirla nelle attività quotidiane. Questo è il passo più grande, dedicarsi del tempo con attenzione e presenza, iniziando a praticare esercizi di meditazione, anche solo per tre minuti al giorno, ovunque ci si trovi, dunque anche in ufficio.
In questo esercizio è indispensabile assumere una posizione comoda che faccia sentire vigili e presenti: si può decidere di stare in piedi, seduti o sdraiati su un tappetino, mantenendo un atteggiamento basato sull’attenzione, la schiena ben eretta e dritta, ma mai rigida, una postura che esprima la dignità della persona e di ciò che si sta praticando.
Gli occhi possono essere chiusi, aperti o semiaperti: si può scegliere in autonomia ciò che fa sentire più confortevoli per iniziare a entrare nel “viaggio” verso una più sottile e raffinata consapevolezza. In questa fase si esce da una modalità automatica e ci si focalizza sulle sensazioni fisiche; osservandole si porta l’attenzione su di esse senza modificare o giudicare, ma semplicemente accogliendole. La stessa cosa si fa portando l’attenzione alle emozioni ricordando che non ci sono risposte giuste o sbagliate, infine accompagnandole e lasciandole andare via.
Dopo esser diventati consapevoli di questi elementi dell’esperienza – le sensazioni, le emozioni e i pensieri – si decide intenzionalmente di raccogliersi intorno al respiro. Si entra quindi nella fase del raccoglimento, notando i movimenti all’interno delle narici e a livello dell’addome mentre si inspira ed espira. Il respiro diventa dunque “il centro” e qualsiasi cosa ruota intorno a esso.
Infine, si entra nella fase dell’espansione, aprendo il campo della consapevolezza in modo da includere anche il corpo preso globalmente, dalla pianta dei piedi fino alla sommità del capo. Si diventa consapevoli del corpo e del respiro, un respiro ora globale, che a ogni inspirazione ed espirazione tocca rinnovate energia e vitalità.
Ringraziamo la psicologa e psicoterapeuta Daniela Gaci Scaletti per la consulenza.
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