Lo scorso giugno la startup Tate, nata nel 2018, ha realizzato un’importante operazione accogliendo nel proprio capitale sociale un nuovo socio chiamato Eni, che adesso detiene il 20% della società fiorentina. Tate srl, che ha sviluppato un’app per consentire a un cliente di stipulare e gestire un contratto in modo totalmente digitale e di poter scegliere in modo semplice che tipo di tariffa applicare alla propria fornitura di luce e gas. Una bella operazione per la giovane società che ora potrà contare su un parco di oltre 3.000 clienti, ma anche per Eni, che sta portando avanti diverse operazioni in chiave open innovation per migliorare i propri servizi, digitalizzare, favorire la transizione verso la sostenibilità. Tutti valori strategici oggi in ambito energetico e di cui Tate è espressione. Micael Saillen, Ceo e cofondatore, ci racconta la storia di questa startup. Micael, come è nata Tate? Tate nasce da un’esigenza di mercato che abbiamo vissuto personalmente. Come spesso accade, noi stessi ci siamo trovati davanti a bollette incomprensibili, contratti con asterischi nascosti e call centers poco disponibili, notando i punti di frizione della customer journey resa inefficiente dalla scarsa digitalizzazione dei servizi, dalla poca trasparenza delle tariffe offerte e da una grande lentezza burocratica. Abbiamo, così, individuato un segmento di mercato non presidiato e iniziato a costruire la nostra offerta. Tate risolve queste inefficienze offrendo agli utenti un servizio “chiavi in mano”, accompagnandoli durante tutto il processo: dalla firma del contratto di fornitura fino alla gestione dei pagamenti, dal monitoraggio dei consumi sino ad arrivare all’assistenza clienti, succede tutto in un’App! L’obiettivo è diventare il player di riferimento in Italia nel settore digitale dell’energia stiamo anche lavorando per integrare la nostra offerta con servizi e prodotti aggiuntivi, ma questa è un’altra storia”. Quali sono stati i principali ostacoli che avete incontrato nella costituzione della startup? “Le due sfide maggiori che abbiamo incontrato sono molto comuni a tante startup italiane: la troppa burocrazia e la formazione del team. Riguardo il primo punto, il mercato della vendita al dettaglio di luce e gas è un mercato estremamente regolamentato e non molto aperto all’innovazione. Nella fase iniziale abbiamo quindi investito molto tempo nello studio del quadro giuridico, soprattutto per sviluppare un prodotto che ci permetta di occuparci in modo intelligente di quanta più burocrazia possibile e far risparmiare tempo ai nostri clienti. Riguardo il team invece, sicuramente un fattore critico in questo momento ha a che fare con la scarsità sul mercato di figure professionali molto specializzate nel digital, dagli sviluppatori software a esperti di marketing digitale”. Quale è la principale value proposition (rispetto ad altri operatori)? “Tate è prima di tutto una tech company, poi un fornitore luce e gas. I servizi che offriamo si caratterizzano prima di tutto per la semplicità d’uso e la trasparenza. Ad oggi, l’app mobile di Tate è l’unica sul mercato che permette di gestire interamente le proprie utenze luce e gas, a partire proprio dalla richiesta di un preventivo e la firma del contratto. I nostri clienti hanno il totale controllo sulle loro forniture quando e dove vogliono, inclusa la possibilità di chattare col nostro customer care direttamente dall’app. Le nostre tariffe sono anche estremamente competitive e semplici: invece di confondere i clienti con 1000 tariffe e false promozioni a scadenza, noi ne proponiamo solo due e scriviamo nero su bianco quanto ci guadagniamo. In pratica passiamo ai nostri clienti il nostro stesso prezzo d’acquisto, in cambio di una piccola quota mensile (2,85€ nel caso dell’energia). Con Tate una famiglia media può risparmiare circa 60€/anno per la propria fornitura d’energia. Il risparmio è ancora più alto se si passa a Tate anche la fornitura gas. Un servizio semplice e innovativo che a un anno e mezzo dal suo lancio sul mercato ha registrato un tasso di crescita mese su mese pari al +20% e totalizzato più di 50.000 download; 50000 utenti che si sono avvicinati e hanno interagito con un nuovo modo di concepire il mercato dell’energia, con una media attuale di 500 persone che ogni settimana entrano in questa nuova community. Non solo! Forniamo ai nostri membri solo energia 100% verde. Per ogni unità di energia consumata da un membro Tate, un’unità di energia viene prodotta e immessa nella rete da una fonte rinnovabile, come il fotovoltaico, l’idroelettrico e l’eolico e con i suoi oltre 3.000 clienti attivi sono già state “risparmiate” 2.564 tonnellate di CO2. Quali aspettative dal nuovo socio ENI, cosa cambierà per Tate? “Per noi ENI non è solo un investitore ma un partner strategico. Nessuno dei founders di Tate aveva esperienza nel settore dell’energia, siamo partiti come esperti di prodotti digitali e clienti luce e gas insoddisfatti per costruire il nostro fornitore ideale. Avere ENI nel capitale di Tate per noi significa una grandissima opportunità di collaborazione per portare sul mercato soluzioni sempre più innovative e che abbiano reale impatto nella vita dei nostri clienti“. Photo by Federico Beccari on Unsplash
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