Mercati infiniti, navigare nel mare del cambiamento

“La velocità con cui il mondo sta cambiando è, in questo momento, la più bassa di quella che sperimenterete nel resto della vostra vita”, è questa forse la citazione che meglio descrive l’urgenza di leggere un libro come quello che ha scritto Irene Cassarino e che si intitola Mercati infiniti. La citazione è di Viv Goldstein e l’autrice la riporta in apertura del quarto capitolo del suo libro, il capitolo che è forse più caratterizzante perché racconta i principi della Customer Scientific Investigation, la CSI che Cassarino ha sviluppato mutuando all’analisi dei mercati potenziali i principi più comunemente utilizzati da investigatori che devono trovare i responsabili di un crimine. Il libro edito da Franco Angeli (190 pagine, 24 euro) ha anche un su sito web dedicato dove l’autrice pubblica contenuti multimediali, approfondimenti, aggiornamenti ed è, almeno dovrebbe essere, nella libreria di chiunque si occupa di innovazione d’impresa, di chiunque desideri applicare i principi della open innovation, di chiunque abbia incarichi di responsabilità in un’impresa che sia una grande azienda multinazionale o una startup nella sua fase di early stage. Irene Cassarino scrive bene, fin dall’introduzione (a mo’ di bugiardino), traspare sia lo stile creativo dell’autrice sia che si ha in mano un libro che racconta temi buoni per un manuale ma che un manuale non è, si intuisce da subito che Mercati infiniti non solo parla di innovazione ma è innovativo in sé, nello stile, nell’approccio, nell’utilizzo dello strumento libro e della sua evoluzione online. L’autrice, che è fondatrice e CEO di The Doers, fa anche di più, cita contenuti e altri autori di grande valore, fa emergere il lavoro di ricerca che ha fatto per dare al lettore una visione il più completa e approfondita possibile anche attraverso illuminanti esempi concreti e storie di imprese e organizzazioni che hanno affrontato il cambiamento, dai produttori di lavatrici professionali a quelli di chitarre, dai servizi finanziari ai programmi per la distribuzione dei vaccini, ma soprattutto fa due cose che rendono l’opera ancora più interessante e piacevole: approfondisce gli aspetti più umani, psicologici, antropologici che determinano limiti e vantaggi delle nostre capacità che risiedono in quello che l’autrice definisce come quel dispositivo che funziona a 12 W, il nostro cervello, per esempio è molto efficace la descrizione dei bias cognitivi e degli strumenti che si possono applicare per mitigarne gli effetti, e poi mette nel libro anche un po’ di sé stessa, della sua esperienza personale creando così una empatia con il lettore che rende la lettura ancor più capace di stabilire un rapporto diretto con il lettore al quale l’autrice da del tu. Capire nuovi mercati, analizzare quali sono le leve che possono fare dell’innovazione, che sia di prodotto o di processo, l’elemento cardine per sviluppare il business è vitale per ogni tipo di organizzazione che intende guardare al futuro, mantenere elevata la sua competitività, evitare il rischio di soccombere al cambiamento, un cambiamento che come bene sintetizza la citazione di Goldstein, è esponenziale, in costante accelerazione, e che per essere compreso, affrontato, maneggiato, serve avere a disposizione strumenti e conoscenza e certamene Mercati infiniti è uno tra i più utili ed efficaci.   (altri libri che abbiamo recensito recentemente su Startupbusiness: Servitizzazione di Roberto Siagri, Enry’s Theory di Luigi Valerio Rinaldi, Human Digital Events di Michele Franzese e Sebastiano Afeltra, Humanocracy di Gary Hamal e Michele Zanini )

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