Memoirs. Una parola che evoca un mondo lontano, romantico, in cui diari personali e lettere di bella carta, annotati a inchiostro e in bella grafia, tenevano traccia dello scorrere lento del tempo, di amori, odi, vendette, segreti inconfessabili, sogni, desideri. L’opposto della comunicazione digitale.
Eppure, a ciò si ispira Memeoirs.com (crasi delle parole meme e memoirs) la startup passata lo scorso anno da TechPeaks (in precedenza da Startup Chile) che ha annunciato nei giorni scorsi di aver ricevuto un investimento di circa 250 mila euro da un industriale di grande rilievo nel mondo della stampa come Pozzoni Group; cui potrebbero aggiungersi 175 mila euro di matching fund della Provincia Autonoma di Trento. Totale quasi 500 mila euro e un nuovo socio che è un gigante della stampa in ambito europeo.
Niente male per una startup digitale che in qualche modo propone una sfida: in un mondo di bit, restituire importanza alla carta, in un mondo di sentimenti sbattuti sui social dare importanza all’intimità di uno scambio, in un mondo di short message, linguisticamente sviliti, recuperare la bellezza dello scrivere.
Sembrerebbe utopistico, ma in realtà la piattaforma web è attrezzata proprio per trasformare le proprie conversazioni email (a breve anche la timeline Facebook) in libri: il caso tipico può essere quello delle conversazioni tra fidanzati, amanti, amici.
Siete coraggiosi: ma in un mondo dove anche i libri tradizionali si tende a stamparli sempre meno e fornirli digitalmente, perchè le persone dovrebbero avere interesse a stampare le proprie conversazioni digitali?
La nicchia di mercato con la quale abbiamo aperto le nostre danze è molto ben definita: coppie che si scrivono d’amore e desiderano celebrare e ricordare i propri scambi con un prezioso artefatto – dice Giacomo Miceli, uno dei founder, quello italiano – La natura fisica del nostro prodotto rientra perfettamente nella nuovo logica del libro, inteso come oggetto personale e personalizzato, unico esemplare da custodire con affetto e col quale riscoprire il passato come si fa con un album di fotografie. Detto ciò, la nostra missione non è limitata all’output del medium cartaceo o all’input delle conversazioni digitali. Siamo nel business della memoria.
(i tre founder di Memeoirs, Giacomo al centro)
Giacomo, siete tre founder di diversa nazionalità, come vi siete conosciuti e come siete giunti fino a oggi?
Ho conosciuto Fred Rocha e Paulo Rodrigues Pinto quasi 10 anni fa in quel di Gent. Al tempo io studiavo informatica e loro ingegneria e per casualità avevamo scelto il Belgio come destinazione per il progetto Erasmus. In quei mesi di studio e scoperta abbiamo capito di avere molte cose in comune, fra cui un amore per le tecnologie e la parola scritta. Già da allora ci era chiaro che avremmo voluto creare qualcosa di bello insieme. L’idea di Memeoirs è nata solo molti anni dopo, ponderando la mia casella di posta elettronica e l’incredibile quantità di storie e personaggi che popolavano le mie email dal ’94 ad oggi. All’inizio Memeoirs non era una start-up convenzionale. La transizione fra hobby e impegno costante ha richiesto molto più tempo di quanto avrei voluto e abbiamo imparato un sacco di lezioni durante il percorso (build it and they will come è una menzogna inaudita!). A metà 2012 abbiamo cominciato la nostra scalata nel contesto di Start-up Chile, mentre l’anno scorso siamo passati da un semplice MVP a una piattaforma matura nel corso di TechPeaks, dove siamo cresciuti moltissimo e fondato la nostra società dal nome evocativo di FitMemes. La lezione più dura è stato apprendere la rapidità con la quale la comunicazione scritta sta cambiando nel secolo XXI a favore di un impoverimento e frammentazione del discorso. Sebbene la missione di Memeoirs sia la preservazione e valorizzazione di ogni tipo di memorie (siano esse chat, email o immagini), tutti noi @memeoirs amiamo la parola scritta e il genere epistolare, una bestia in via d’estinzione.
Questo investitore industriale che avete trovato era quello che cercavate? a vederla da fuori sembra che abbiate vinto un terno al lotto, quali sono i termini dell’investimento? vi hanno dato cash e in più fanno loro produzione e shipping?
Incontrare il gruppo Pozzoni è stato effettivamente trovare il tipo di smart money che cercavamo. Avere un partner solido che conosca il mondo della stampa in un ambito globale è chiaramente un assetto vincente, sebbene in questa prima fase non affideremo la produzione e la logistica al gruppo.
Prossime sfide?
Stiamo espandendo la nostra offerta a una serie di altri servizi, quali Whatsapp e altri social network in cui la comunicazione personale è importante. La sfida più grande per il futuro sarà integrare numerose altre sorgenti di informazioni come blog o servizi di archiviazione di foto, senza intaccare la semplicità d’uso della piattaforma.
Un mercato di nicchia, al momento, quello di Memoirs e un investimento da gruppo industriale che in questo caso sembra non entrare affatto nel ciclo produttivo.
Insomma, Pozzoni Group perchè ha investito in Memeoirs?
Luca Canepa, manager, imprenditore e business angel del Consiglio Direttivo Iban, oggi anche Presidente di Memeoirs, ha seguito l’operazione che ha portato Pozzoni Group nel capitale sociale della startup. “Una scelta dettata da una componente “affettiva” per tutto ciò che è carta stampata, ma sopratutto dalla lungimiranza. In questo momento Pozzoni è un partner finanziario, che porta capitale e grande know-how, guardando a tutto un insieme di potenzialità che questa startup può esprimere. Il modello di Memeoirs e la sua tecnologia possono avere n-declinazioni.”
Sotto il profilo dell’investimento, l’operazione fa emergere il ruolo del “partner/investitore industriale” fino a oggi forse un pò sottovalutato dall’ecosistema dell’innovazione italiano, come Luca Canepa sottolinea “Questa operazione di investimento, al di là degli evidenti vantaggi che porterà a Memeoirs, è significativa perché dimostra la crescente attenzione del mondo industriale italiano verso il sistema startup. Questo tipo di sinergia è essenziale per l’ecosistema nel suo insieme, favorisce la crescita di nuove imprese innovative ma anche l’introduzione di innovazione all’interno di aziende mature e tradizionali.”
Un modello che, soprattutto tra le startup, è spesso inviso poiché ritenuto molto vicino a operazioni di scouting industriale che portano non tanto alla crescita della startup ma alla sua mera acquisizione.
“In questa specifica operazione il Gruppo Pozzoni è entrato nel capitale sociale come socio di minoranza e le parti si sono naturalmente tutelata attraverso contratti e patti parasociali – spiega Luca Canepa – Non avrebbe d’altro canto molto senso soffocare la spinta alla crescita della startup, neanche da un punto di vista industriale. Certamente, il ruolo di un business angel e, attraverso i suoi soci, di un organismo come Iban in questi casi può essere non solo quello di supportare il matching tra le due realtà, ma di fungere da “cuscinetto” a garanzia di entrambe le parti. Il mio ruolo come business angel Presidente di Memeoirs è proprio questo: apportare competenze di business development che accelerino la crescita della società, poiché questo è l’interesse principale di tutti i soci”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA