“Condivido gran parte di quello che hai scritto – mi dice – , specie l’appello al mettere fine agli inutili battibecchi Milano ‘contro’ Roma e viceversa. Credo però non sia stato sottolineato abbastanza il seguente concetto, che reputo fondamentale: è ancora ampiamente insufficiente la consapevolezza nell’opinione pubblica sul ruolo strategico che l’innovazione (il cui veicolo principe è rappresentato dalle nuove imprese innovative, le startup) può assumere nel processo di sviluppo e di creazione di lavoro. Tale consapevolezza va alimentata sfruttando i due strumenti più capillari e potenti che abbiamo a disposizione: scuola e televisione”.
“Quanto ai granelli di sabbia, lo scollamento con l’ecosistema non lo sento per niente: sappiamo che al MiSE abbiamo fatto moltissimo, ma sappiamo anche che qualcosa potremmo ancora farla. Intanto, però, da parte vostra, aiutateci a creare consapevolezza. Noi ci impegniamo a migliorare l’offerta politica che abbiamo edificato a sostegno dell’ecosistema dell’innovazione: abbiamo in cantiere Italia Startup Visa, il decreto incentivi per investimenti in startup sta per essere pubblicato in Gazzetta. Sappiamo che c’è un’irragionevole moltitudine di oneri, bolli e adempimenti burocratici relativi alla gestione societaria che dovrebbero essere eliminati. E che gli startupper vorrebbero che fosse aggredito il tema dell’INPS. Non abbiamo la bacchetta magica, e in alcuni casi si tratta di combattere contro interessi corporativi, ma ci arriviamo! La dozzina di decreti attuativi, regolamenti e altre misure operative portati alla luce in un anno dimostrano che quando ci prendiamo un impegno lo portiamo a termine”.
E aggiunge: “le norme sono state tarate male? Secondo me no: se solo 50 startup hanno usufruito del Fondo di Garanzia per le PMI che copre l’80% del prestito bancario (agevolazionepazzesca), per esempio, in parte è perché manca consapevolezza sullo strumento tra le banche e gli startupper stessi, in parte è perché le banche in questo momento storico sono comunque reticenti a prestare, anche a fronte di una corposa garanzia pubblica. Ma per l’accesso al credito non c’è solo la banca, ci sono anche i portali di equity crowdfunding – che abbiamo istituito e defiscalizzato – e gli investitori in private equity – che abbiamo incentivato con le detrazioni di cui sopra. Solo per offrirvi uno scorcio su come il set di norme abbia sposato un approccio olistico, di sistema. Ma questa è solo la mia opinione: vogliamo un riscontro oggettivo, basato su dati? Presto l’azione del comitato di monitoraggio e valutazione ci darà tutte le informazioni che cerchiamo! Studiatevi questo. La policy sulle startup è la prima ad aver pienamente introdotto in Italia il metodo dell’evaluation-based policy making”.
“La comunicazione e la conseguente acquisizione di consapevolezza da parte dell’opinione pubblica e degli stakeholder produrranno effetti sempre maggiori. Poi è necessario agire sull’istruzione, per iniziare a raccontare maggiormente il lavoro nelle scuole, alimentare la consapevolezza sul ruolo strategico che hanno le professioni digitali e incrementare il nostro bagaglio collettivo di imprenditorialità. Qui al MiSE dobbiamo e vogliamo continuare a lavorare per rendere la vita più facile agli startupper”, conclude Mattia Corbetta.
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