Poco più di una settimana fa Startupbusiness ha scritto dei successi di D-Orbit, la startup italiana che ha sviluppato una tecnologia per il recupero dei satelliti a fine vita, raccontanto del premio ricevuto a Los Angeles e del lancio del primo componente dalla Russia. Oggi, nelle parole di Luca Rossettini (founder di D-Orbit) quella cronaca diventa emozione.
“E’ incredibile ripensare quello che è successo una settimana fa in pochissime ore: vincere il Red Herring, essere riconosciuti come una delle 100 aziende più promettenti al mondo e assistere al lancio dalla Russia del cervello del nostro primo dispositivo di rimozione per satelliti. Emozioni forti, indescrivibili. Poco più di due anni fa, quando è nata D-Orbit, con l’obiettivo di dare un contributo determinante per un utilizzo consapevole dello spazio, di garantirne un accesso sicuro e pulito, era chiaro a tutti che non sarebbe stato facile, che il percorso sarebbe stato irto di difficoltà e ostacoli, soprattutto per una realtà giovane appena approdata in un mondo di colossi, in un settore dove l’innovazione procede con estrema cautela. E oggi è altrettanto chiaro che questo è un piccolo passo di quella strada che abbiamo cominciato a percorrere. Un piccolo passo, ma fondamentale: D-Orbit c’è. Una startup che sta diventando azienda, un’azienda che sta dimostrando concretamente le proprie capacità.
Molte tappe sono state bruciate in poco più di due anni, e ciò nonostante il tentativo riuscito di portare in orbita il sistema di controllo e di accensione sicura del nostro dispositivo dopo aver fatto tutti i test di qualifica per il lancio normalmente previsti dall’industria spaziale.
In questo momento sorrido pensando a quanto utili fossero state discussioni, errori, notti insonni. Come un flashback, mi sono ripassati davanti il Fullbright che mi ha portato in Silicon Valley e poi in NASA, gli incontri, i pitch, le strette di mano, le call skype da Sesto Fiorentino, l’estate a Lomazzo in cerca di un fornitore disposto a lavorare a ferragosto per le ultime modifiche prime del lancio nello spazio. Per giungere poi, il 21 novembre, nella mia stanza d’albergo americano: un colpo d’occhio al premio appena ritirato ed uno alla diretta del lancio in orbita della parte più importante della tecnologia di D-Orbit. E in quel momento ho immaginato gli altri soci, attaccati ai loro pc, le squadre di Lomazzo e di Sesto che hanno bivaccato in laboratorio in diretta con la sala di controllo vicino alla piattaforma di lancio, gli investitori che hanno creduto in noi e che ancora ci supportano, i nostri Advisor, che hanno reso realizzabile questo lancio, restando con H24 7 giorni su 7, gli amici che non hanno mai smesso di motivarci.
Sicuramente molto è ancora da fare, ma questo momento, questo, rimarrà indelebile nei ricordi di un’azienda nata dalla passione di chi ci lavora, nata per fare la differenza.”
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