Indice degli argomenti
Si sa, la Silicon Valley è un ecosistema startup inavvicinabile, come i numeri delle statistiche mondiali sui tech hub sembrano dimostrare, a cominciare da quella realizzata annualmente da Compass, che bisognerebbe cominciare a guardare dal secondo posto in giù, dove c’è maggiore fermento e movimento. Nei medesimi Stati Uniti il confronto con la famigerata Valley è per quegli hub che stanno emergendo con un proprio carattere come New York City, Boston, Austin, Chicago, Seattle e Los Angeles, ancora più odioso rispetto a come lo viviamo noi europei. Quelli della Silicon Valley storcono il naso rispetto agli altri hub, se la tirano assai insomma, ma le cose possono cambiare.
Silicon Beach vs Silicon Valley
La città del cinema è tra le aree che sta dimostrando maggiore vivacità e attirando interesse, facendo pensare a un ecosistema che può candidarsi a sfidare il predominio assoluto della Valle del Silicio: tra il 2010 e il 2015 il valore degli investimenti in startup realizzato è passato da 295 milioni di dollari a oltre 3 miliardi di dollari. Lo dice il report annuale di Built in Los Angeles, che nel 2015 indica investimenti per oltre 3 miliardi di dollari spalmati in 202 operazioni, quindi con oltre la metà dei round che superano il milione, e tanti oltre i 20 milioni. Se fino a qualche anno fa, LA era solo la mecca del cinema, oggi è l’headquarter di unicorni come Snapchat e Dollar Shave Club, e di società come Tinder, The Honest Company, SpaceX, HyperLoop, Factual, ZestFinance, Thrive Market, Ring, Oculus, SGN. A Los Angeles si parla ora di Silicon Beach; se la Bay area trova nutrimento e spinta dalla Stanford University, in LA è USC (University of South California) a fare la medesima parte di catalizzatore dell’ecosistema. Ma cominciano a riempirsi di aspiranti “informatici” le Università di Harvey Mudd, Cal Tech, UCLA. LA è ora la città degli US che laurea più ingegneri. In un articolo molto interessante pubblicato proprio dal magazine online della USC , “The Rise of LA’s Startup Ecosystem” si racconta del ruolo di questa Università come “startup garden”. “Storicamente, il sistema startup a Los Angeles non ha ancora radici, ma ha un buonissimo terreno”, spiega Paul Bricault, fondatore del digital media accelerator Amplify.LA . ” Ma la cultura è cambiata con l’aiuto di Università come USC, gli sforzi del governo e i fondi di venture capital . Ora gli imprenditori che hanno raccolto un sacco di soldi restituiscono e supportano il lavoro di quelli più più giovani (la nota cultura del give back statunitense, ndr.), così si è creato un circolo virtuoso che non esisteva in precedenza a Los Angeles “.
La cultura dello startup
“Ogni film ed ogni show televisivo è una startup”, ha detto Peter Marx, chief technology officer per la città di Los Angeles fino ad alcuni mesi fa (dove ha portato avanti il progetto Silicon Beach), professore alla USC School of Cinematic Arts. “La gente parla del Modello di Hollywood, il che significa semplicemente unire le forze per mettere in piedi e portare avanti un’idea. Los Angeles è la città in cui la tecnologia viene umanizzata”. Snapchat, unicorno di riferimento per LA, ha ispirato molti giovani ed è oggi capace di attirare tutto quel genere di talenti che rendono possibile la crescita di uno startup hub, (così è successo anche a San Francisco grazie a Oracle, Google, Paypal, Facebook, Yahoo), ma con un vantaggio in più: il costo della vita, diventato proibitivo nella Bay Area, è invece molto più basso a LA, l’ambiente è più disteso, più creativo, meno tecnocratico. Delle differenze culturali tra San Francisco e Los Angeles parla un bell’articolo di 500 Startups http://500.co/la-startup-ecosystem-talent-capital/
Effetto Snapchat
Ora che Snapchat sta per quotarsi in Borsa, può cominciare a parlarsi di “Snapchat Mafia” dice Techcrunch, riferendosi all’effetto di spinta che questa società dalla valutazione stratosferica può avere per l’ecosistema della città degli angeli. Ma non è l’unico motivo, l’altro è che la qualità dei contenuti (content is king) sta tornando l’arma vincente nella guerra instauratasi tra piattaforme per la distribuzione di contenuti. E per la produzione di contenuti, Los Angeles è la capitale mondiale. “LA si è ripresa il suo ruolo nella produzione di contenuti – dice Scott Perry fondatore di LA Tech Digest – con studi come Amazon, Netflix e YouTube che alimentano la prossima generazione di video e servizi collegati ai video come Maker, Machinima, Fullscreen, Big Frame, Endemol, Jukin, Epoxy, Collective Digital Studios, e tonnellate di altri. Per vedere traffico significativo e fatturati nell’industria della realtà virtuale dovremo aspettare ancora un po’, ma qui abbiamo già un sacco di studi dedicati allo sviluppo di contenuti per Oculus e altri dispositivi.” Secondo l’acceleratore Amplify, ci sono 3 principali settori tecnologici piuttosto robusti nel panorama di LA: online media (Snapchat, Hulu, ecc), gaming (non è un caso che il principale evento mondiale del gaming l’E3 si svolga qui) e ecommerce (Dollar Shave Club). E altri due settori stanno emergendo con forza: realtà virtuale e trasporti.
Protagonisti dell’ecosistema
Upfront Ventures, WaveMaker, Pritzker Group, LowerCase, GreyCroft sono alcuni dei fondi di buone dimensioni (nel panorama US, altrove sarebbero di grandi dimensioni) che hanno sede a Los Angeles. Tra i personaggi di rilievo Mark Suster di Upfront Ventures, ma anche un vc outsider emergente come Troy Carter. Qui di seguito una grande infografica che raccoglie tutti i protagonisti, istituzionali e privati, gli eventi, gli investitori, i personaggi dello Startup Ecosystem di LA.
© RIPRODUZIONE RISERVATA