Per un’impresa innovativa uno degli imperativi categorici è: rispondere con un prodotto o servizio, a un bisogno delle persone, palese o latente. Ecco perchè molte startup nascono da un’esigenza che il founder ha sentito in prima persona. Ecco perchè i tempi di crisi sono il tempo delle startup.
Quello che in Silicon Valley chiamano “the pain” da cui muovere, è stato per LSMC, per il suo founder Francesco Ardito, lo spreco alimentare rappresentato dall’invenduto dei commercianti (sopratutto i piccoli commercianti) di quartiere. Una perdita economica per il negoziante, ma anche uno schiaffo alla crisi e alla difficoltà di comprare il cibo che tante famiglie, pensionati, persone senza lavoro, ahimè sempre più numerosi, vivono oggi. E a dirla tutta, con la crisi economica che morde, siamo tutti molto più attenti alle occasioni di risparmio nei nostri acquisti. Lastminutesottocasa.it (LMSC) è nato così, prendendo in esame questo problema e credendo nella possibilità che una piattaforma tecnologica potesse risolverlo.
Un sito web, che presto si trasformerà in App, per il live-marketing di prossimità, brutte parole per descrivere un servizio molto bello: informare gli utenti registrati che “nei dintorni” cioè vicino alla loro posizione, ci sono determinate opportunità di acquisto di cibo last minute a prezzi scontati: panetterie, pasticcerie, macellerie, alimentari, pescherie, latterie, bar, tutte possono entrare nel circuito.
“E’ nato tutto come un flash una sera di fine novembre – racconta Francesco Ardito, imprenditore seriale e founder del progetto – siamo riusciti con pochissime risorse economiche a sviluppare un sito “alfa” ma già bello, di facile uso per chiunque e che in poco più di un mese, praticamente con la sola promozione del passaparola, solo qua nel mio quartiere (e poco oltre) ha già tirato su più di 1.000 utenti registrati e più di 400 “like” su Facebook! Non ci saremmo mai aspettati che l’idea avesse tutto questo successo e si diffondesse così rapidamente! Certo al momento c’è un certo sbilanciamento tra i negozi e gli utenti finali (molti di più questi ultimi) ma stiamo incontrando proprio in questi giorni diverse associazioni di categoria che operano sul territorio nazionale che potranno dare un contributo importante informando i loro affiliati”.
Una formula che Francesco considera Win-Win-Win: vince il negoziante che recupera qualcosa da ciò che rimarrebbe invenduto, vince l’acquirente che può comperare alimentari facendo quadrare i suoi conti, vince il pianeta in quanto non buttiamo/sprechiamo cibo. Salva anche la nostra coscienza.
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