All’Università di Victoria (Canada) il fisico Randall Sobie, alla guida dell’ HEP Computing Group, ha sviluppato (su Microsoft Azure) un sistema di cloud computing e data distribution molto avanzato per il progetto Atlas, uno dei sei rivelatori di particelle costruiti per il Large Hadron Collider (LHC), l’acceleratore di particelle al CERN in Svizzera. Il progetto Atlas è il più imponente esperimento di fisica per l’alta energia a livello mondiale e il nuovo sistema di cloud computing incrementerà notevolmente le indagini globali sulla struttura fondamentale dell’universo. Il sistema avrà a che fare con exabyte di dati (un exabyte corrisponde a 1 miliardi di gigabyte), una dimensione difficile da capire per chi non è un tecnico della materia, ma si tratta di una soglia che verrà attraversata in pochi anni da ATLAS. “Sviluppando nuovi sistemi e tecnologie software che utilizzano strutture cloud computing e storage di dati in tutto il mondo, possiamo più rapidamente passare in rassegna massicce quantità di dati”, afferma in questo articolo Sobie, professore aggiunto di fisica all’Università di Victoria e scienziato ricercatore presso l’Istituto di Fisica delle particelle. Oltre 3.000 ricercatori provenienti da 35 paesi lavorano su ATLAS, studiando fenomeni come il bosone Higgs e l’esplorazione della materia oscura. Fino a questo momento l’esperimento ha generato oltre 200 petabyte di dati (100 milioni di gigabyte), equivalenti a 1.400 anni di film full HD. Il flusso dovrebbe aumentare di 25 volte nei prossimi cinque anni. Nel video il fisico spiega il loro progetto e l’importanza della tecnologia cloud nell’ambito degli esperimenti che stanno portando avanti.
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