L’Expo è di chi se lo prende

Expo è di chi se lo prende, è una delle frasi preferite da Giacomo Biraghi, autore (con Alvise de Sanctis e Luca Ballarini) della guida pratica all’Esposizione Universale di Milano #EXPOTTIMISTI. Una frase  adatta a sintetizzare il novero di opportunità per le imprese che l’evento Expo 2015 rappresenta per Milano, la Lombardia e l’Italia.

 

 

La guida è stata presentata per la prima volta all’Expo Gate di Milano lo scorso 9 giugno: le mille copie stampate sono andate via molto velocemente tra i numerosi presenti. Ma lo scorso 9 luglio, la guida in formato pdf free è stato lanciato anche da Wired Italia sul proprio sito, “quell’articolo è stato tra i più condivisi (quasi 1000)  nella storia di Wired Italia” dice Giacomo Biraghi. Wired Italia ha anche lanciato Hack the Expo, iniziativa per “impadronirsi dell’Esposizione universale” come dice il Direttore Massimo Russo, cavalcando l’idea di porsi come #expottimisti e partecipare a una delle più grandi manifestazioni internazionali in Italia di tutti i tempi. “Su twitter abbiamo un dibattito costantemente aperto sull’hashtag di #expottimisti – spiega Biraghi – non abbiamo picchi da trending topic, ma è costantemente attivo e aperto al dibattito su Expo”.

La curiosità per quello che sarà, la voglia di esserne parte, il desiderio che sia davvero memorabile è qualcosa che tende a contagiare tutti, al di là delle innumerevoli occasioni di scandalo che la gestione di molti appalti Expo sta dando. Perchè oltre al lato oscuro, c’è sempre anche la forza.

“Certi “affari” giustamente danno scandalo – continua Giacomo – ma bisogna anche guardare alle cose buone, a tutti quelli che ci stanno lavorando onestamente, credendo nella manifestazione, che poi sono la maggioranza. Bisogna guardare alle opportunità reali e “sane” che esistono per le imprese, l’Expo proprio per il tipo di struttura che ha, in cui non c’è un’organizzazione centrale padrona, può garantire che anche se c’è qualche mela marcia, non è detto che sia marcio tutto il cesto. Quindi alle imprese che sono interessate a sfruttare le opportunità Expo 2015 ricordo tre cose: primo, non bisogna chiedere permessi a nessuno per entrare nel meccanismo, ma capire come funziona; secondo, è un evento multi-attoriale, sono tantissimi i soggetti coinvolti e con i quali collaborare; terzo, le opportunità sono ancora aperte, sono ancora in tempo”.

Dei 3,7 mld di euro che rappresentano la cifra investimenti di Expo 2015 (abbastanza modesta se si pensa ai 53 miliardi di dollari Shangai), quanti sono già stati spesi e quanti ancora “disponibili”?

“Expo Spa, che è la società che si è occupata di organizzare l’evento, della gestione degli spazi comuni, infrastutture, cantiere, servizi, ha un budget di 1,3 mld di risorse completamente statali – spiega Giacomo Biraghi – di questi sono stati spesi circa 1 mld. Altri 1, 2 mld sono le entrate che si prevedono da ticket, sponsor, contributi, merchandising e che andranno a coprire le spese di gestione dei 180 giorni della manifestazione. Poi ci sono gli investimenti esteri, cioè gli investimenti dei 147 Paesi partecipanti che ammontano, secondo stime, a circa 1, 2 mild. Tra questi Paesi è compreso il Padiglione Italia che con una dotazione pubblica di circa 70 milioni, ne ha già spesi 30.”

Ma come si fa a sfruttare l’Expo? 

Per fare un esempio, uno dei sistemi principali è diventare fornitore, il che avviene per diverse strade.

Per diventare fornitori di Expo Spa, ossia partner o sponsor, ci sono delle gare pubbliche, i link di riferimento sono Request for Proposal e Opportunità per il business: si trovano avvisi, gare in corso e già aggiudicate. Tutti i partner, dal costruttore al fornitore dell’acqua minerale, devono passare da qui.

Per diventare invece fornitori di un Paese partecipante, niente gare, ma è necessario iscriversi al Catalogo dei fornitori, l’ambiente virtuale per presentarsi ai Paesi partecipanti e supportarli nella progettazione, costruzione e allestimento del loro padiglione, gestione evento, attraverso l’erogazione di servizi o la fornitura di prodotti. Naturalmente possono farlo solo le società e ditte iscritte al Registro delle imprese. La registrazione ha un costo cha va dai 100 ai 500 euro, secondo la grandezza dell’azienda. Una volta iscritti si potrà essere contattati dal Paese partecipante, si avrà visibilità, ma ovviamente non ci sono certezze. Un trucco, per chi volesse entrare in contatto con i partecipanti, potrebbe essere quello di procedere al contatto diretto, tramite consolati per esempio. 

E’ possibile anche collaborare con la Fondazione Triulza e le varie realtà della Società Civile (associazioni, volontariato, onlus, ong) che la compongono. Expo2015 sarà la prima esposizione universale in cui un intero padiglione (la Cascina Triulza) è stato appunto dedicato alle varie entità della Società Civile, un settore di estremo interesse che nella Fondazione ha trovato un’organizzazione piuttosto attiva che gestisce le sue attività in totale autonomia, le opportunità per le imprese sono a questo indirizzo.

Il Padiglione Italia gestisce in autonomia le sue gare, potete dare un’occhiata sul sito, anche qui la formula è della gara pubblica.

Altri suggerimenti li trovate sulla guida e sul sito ufficiale della manifestazione.

Per le startup invece il riferimento è sopratutto nel “fuori Expo” con i Tavoli Tematici Expo 2015, ma anche con iniziative mirate come App4Expo, contest di app promossa dalla Regione Lombardia.

Ma in definitiva, come potremo misurare il successo di Expo, oltre che con l’arrivo dei 20 milioni di visitatori attesi?

“L’Expo sarà un grandissimo evento a costo zero per l’Italia, un grande parco tematico adatto a tutti, giovani, meno giovani e famiglie, che attrarrà tantissimi visitatori – dice Biraghi – I costi sostenuti dalle istituzioni si ripagheranno con gli investimenti dei 146 Paesi stranieri partecipanti. E ci sarà un impatto, misurabile con metriche che guardano sopratutto all’indotto e all’occupazione, ma anche a elementi meno tangibili come l’immagine e al rafforzamento del brand “Italia”.

Secondo le sintesi riportate dalla guida #Expottimisti, che considera i dati di SDA Bocconi e Camera di Commercio di Milano, la cifra dell’impatto economico di Expo 2015 nel breve periodo (2012-2020) sarà di circa 25 miliardi di euro di produzione aggiuntiva e di 191 mila unità di occupazione aggiuntiva; nel lungo periodo l’Italia beneficerà di 6,2 miliardi di produzione in più e saranno generate oltre 10 mila nuove imprese, concentrate sopratutto nel settore edilizio.

“Dette le cifre – conclude Biraghi – possiamo dire che le esposizioni universali sono grandi eventi senza vincitori, come invece succede in grandi manifestazioni sportive come i mondiali; così come non è simile ad appuntamenti come le conferenze internazionali sull’ambiente, tipo Kyoto. Per cui, non produrrà una sorta di “trattato”, un protocollo, un messaggio comune e condiviso, perchè il suo scopo è mostrare tanti contenuti e far ascoltare tante voci. Sintetizzando, penso che una delle “metriche” del successo Expo stia proprio in questo: se non lascia un singolo messaggio, avrà avuto successo“.

 

 

 

 

 

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