L’European Innovation Council supporta startup e PMI deeptech

EIC, sigla che sta per European Innovation Council, ha la missione di dare supporto a ricercatori e innovatori nel campo delle tecnologie avanzate e, in particolare, tramite EIC Accelerator, uno strumento a supporto di startup e PMI nello sviluppo e nello scaleup di innovazioni nel settore deeptech e innovazioni dirompenti nelle fasi di sviluppo comprese tra TRL 6 e TRL 9.

EIC nasce come programma di finanziamento nell’ambito di Horizon Europe e offre sostegno sotto forma di sovvenzioni e servizi di accelerazione aziendale tramite la Commissione Europea e di equity tramite il suo braccio di investimento VC, il fondo EIC, che sostiene le startup attraverso un capitale intelligente e paziente con l’EIC Accelerator. La Commissione Europea è l’unico LP (limited partner) del Fondo, con un impegno di 3,5 miliardi di euro in sette anni, e la BEI (Banca Europea per gli Investimenti) è l’investitore di riferimento e consulente del Fondo.

Il Fondo EIC si rivolge quindi a startup e PMI che cercano di scalare con innovazioni ad alto impatto tecnologico, e che dispongano di progetti in ambito ESG, con il potenziale di creare nuovi mercati o trasformare quelli in uscita, soprattutto nel settore deeptech. Pertanto, investe in fasi early stage con deal da 0,5 a 15 milioni di euro sotto forma di equity o quasi-equity (es. prestiti convertibili/SAFE). Finora ha investito in 249 aziende, per un valore di 952 milioni di euro in 23 Paesi.

Agostino Scornajenchi, AD di CDP Venture Capital, citando il rapporto di Mario Draghi (Il futuro della competitività europea), all’evento informativo che si è svolto a Roma in collaborazione anche con APRE e il ministero dell’Università e della ricerca, ha enfatizzato come l’innovazione e la digitalizzazione siano cruciali per l’Europa, al fine di mantenere e accelerare la sua produttività, essenziale per “controbilanciare il declino demografico e la perdita del potere competitivo in un mercato globalizzato e in crescita”. Ha poi aggiunto come “la soluzione proposta nel Rapporto includa creare meccanismi per rendere più facile e più attrattivo la transizione da inventore a investitore, rafforzando i link tra le università, il centro di ricerca e il settore privato. Come CDP Venture Capital, che è il più importante operatore di venture capital nel Paese, stiamo in pieno supporto a questa visione”.

Ecco che secondo Scornajenchi la collaborazione di CDP VC con EIC può contribuire a costituire un ecosistema più ampio e connesso, proprio perché, conclude, “molte cose buone sono accadute qui a Roma, in Italia, in passato. Ora è il momento di iniziare di nuovo e di fare che le cose accadano in Italia anche nel futuro”.

Elena Giglio, institutional relations manager di D-Orbit, la scaleup spacetech italiana investita anche da CDP VC, ha ricordato come tale strumento li abbia aiutati e supportati in un momento specifico dell’azienda, quando si trovava con uno staff ridotto e con il bisogno di maggiore know-how. Soprattutto nella difficoltà di trovarsi con “regole di investimento diverse, da un lato quelle dell’Agenzia e dall’altro quelle della Commissione europea”.  E, citando sempre il rapporto Draghi, in termini di autonomia e resilienza, Giglio ha chiarito quanto “il modello di business fosse chiaro nel caso dell’orbitazione: abbiamo sottoscritto la proposta in linea con quali erano le priorità nel settore spazio”.

Il Consiglio europeo per l’innovazione rappresenta quindi uno strumento fondamentale per le startup italiane ed europee in generale, fornendo supporto finanziario e strategico per lo sviluppo e la crescita di imprese innovative.

Le startup italiane, tradizionalmente caratterizzate da un tessuto innovativo ma a volte limitate nell’accesso ai finanziamenti privati e alle infrastrutture, possono quindi beneficiare enormemente dell’EIC grazie alle partnership con realtà come CDP Venture Capital. In particolare, possono accedere al capitale iniziale e ai fondi per la crescita, con minori vincoli rispetto ai canali tradizionali, e confidare in un networking europeo, che apre opportunità di collaborazione internazionale, e quindi visibilità e credibilità, utile per attrarre ulteriori investimenti privati o partnership strategiche.

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