Lelylan è una startup IoT che si rivolge al mondo dei maker, developer e al B2B. Ha sviluppato una piattaforma cloud, tool e Api in grado di connettere in rete gli oggetti domestici che utilizziamo quotidianamente, così da trasformali in oggetti smart che possano semplificare la nostra vita. In sintesi, con Lelylan ogni oggetto connesso avrà un URL, come se fosse un sito internet, e attraverso l’url si avrà il controllo ed il monitoraggio da remoto, ma anche la comunicazione intelligente fra dispositivi diversi che collaborano per raggiungere determinati obiettivi. Lelylan è stata l’unica startup italiana selezionata per TNW 2015 svoltosi ad Amsterdam lo scorso aprile. Uno dei suoi fondatori Andrea Reginato, ci racconta in questo articolo com’è nata Lelylan, il suo personale percorso di startupper, concludendo con qualche riflessione su IoT e domotica e alcuni consigli. Quando è nata Lelylan L’idea nasce nel lontano 2007 quando Eletech, azienda che stava realizzando l’illuminazione della Basilica di S. Antonio di Padova, mi chiamò dicendomi che l’Enel aveva destinato dei soldi per la ricostruzione di un sistema di illuminazione controllabile da web, e che volevano sperimentare una nuova soluzione. A quel tempo il software utilizzato aveva grossi limiti di costi e di chiusura. Non funzionava sul web e serviva un tecnico semplicemente per spostare la posizione di una luce di qualche centimetro sulla mappa. A quei tempi frequentavo ancora l’università, ma il progetto sembrava essere molto interessante e così ho iniziato a lavorarci. Dopo 3 settimane sono riuscito ad accendere la mia prima luce, e devo ammettere che quel relay che faceva quel click, ha segnato l’inizio di molte cose. Che cosa è successo in questi 8 anni. Molte esperienze hanno caratterizzato questo periodo. Una tesi specialistica sul Semantic Web e la Domotica, la collaborazione con il CNR di Pisa, la borsa di studio di Working Capital, il confronto con Telecom Lab, l’anno di lavoro con la statale di Milano, la presentazione ufficiale del progetto alla Maker Faire a Roma (lancio livello italiano) e a The Next Web Conference 2015 ad Amsterdam (lancio livello mondiale). Ho riempito dei Moleskine pieni di storie di ogni genere, che qui potrebbero forse annoiare, o semplicemente portare il tutto fuori tema. Nel frattempo ho sperimentato come uno starnutire tecnologico possa spostarsi, viaggiare, lavorare, imparare, confrontarsi. Olanda, New York ed una gran voglia di andarmene all’estero all’inizio, per poi capitare quasi per sbaglio nelle colline d’Arezzo, nel mare d’Imperia e capire che in Italia, non si sta poi male, e che alla fine un’idea tecnologica, può funzionare ovunque se valida e portata avanti con determinazione e chiarezza. Che cos’è Lelylan oggi E’ il lavoro di 8 anni, anche se solo da 3 ci lavoro full time. Ad Amsterdam, qualche mese fa, siamo arrivati con un’idea di startup legata all’internet of things che vuole rendere semplice entrare in questo mercato potenzialmente enorme, in cui i grandi colossi come Google, Apple e Facebook stanno entrando. Il sogno di connettere elettrodomestici, luci, videocamere, allarmi, rilevatori di fumo e gas, irrigazione, video sorveglianza, riscaldamento, condizionamento, audio, video e qualsiasi altro oggetto abbia senso connettere, sembra essere al quando affascinante. La piattaforma è in open beta da ottobre. Da allora abbiamo raggiunto 1600 makers che sperimentano e creano soluzioni legate a vari aspetti, come al mondo dell’illuminazione, della cucina e del giardinaggio. Andando nel dettaglio oggi Lelylan offre una REST API aperta e sicura, integrazione con lo standard MQTT, wrapper in linguaggi di vario tipo (e.g iOS, Android, AngularJS, Ruby, Node.js) per i developer, integrazione con qualsiasi hardware (e.g. Arduino, Raspberry PI, Intel Edison, Electric Imp) per i maker, HTML5 tag per velocizzare lo sviluppo di web app, una dashboard open source disponibile per desktop, tablet e mobile, servizi realtime e flussi di autorizzazione basati su OAuth 2.0, il sistema che i grandi big usano per rendere sicuro l’accesso alle proprie risorse.
Come vedo il futuro Cerco di mantenere una visione sognante, ma con i piedi ben fissi per terra. Come startup è molto difficile gestire tutti i dispositivi presenti in una casa, ma quello è l’obiettivo finale. L’immagine di una casa in cui tecnologia, natura e sostenibilità possano coesistere. Al mattino non ci sarà una sveglia. La casa si accorgerà del fatto che ho riposato abbastanza e che è il momento di alzarsi. Questo non prima di aver fatto un controllo sul traffico mattutino, e facendomi riposare 15 minuti in più del solito. Aprirà le finestre lentamente simulando un alba, preparerà il caffè, riscalderà il salotto, ma non altri ambienti che non userò, e chiuderà la casa nel momento in cui uscirò. Quelle che sono azioni comuni e ripetitive, saranno apprese dalla nostra casa, la quale ci toglierà qualche peso di dosso. Quali limiti vedo nella diffusione della domotica La domotica, per come l’abbiamo intesa negli ultimi 20 anni non ha funzionato. Alti costi, chiusura, mancanza di servizi ne hanno decretato il fallimento. Ora un nuovo nome, da domotica ad Internet delle Cose, assieme all’introduzione del web, di una nuova cultura, di maggiore semplicità, potrebbero cambiare le cose. Il potenziale è altissimo e tutti i big se ne sono accorti. Google con Nest ed Apple con HomeKit sono due degli esempi più importanti di come questo settore si stia rivoluzionando. C’è ancora molto lavoro da fare, ma le cose stanno cambiando. Si può comprare un singolo oggetto, lo si può installare con semplicità senza la necessità di un installatore, ci sono app specifiche ben studiate ed i costi, un passo si stanno abbassando. Certo, problemi irrisolti come la mancanza di uno standard comune o la sicurezza, sono temi caldi che devono essere esplosi in modo chiaro, ma molto può essere creato. Ciò che solo fino a qualche anno fa era semplice immaginazione, oggi sta diventando alla portata di tutti. Allo stesso tempo una tecnologia che in qualche modo spaventava per la sua complessità, sta ora diventando un qualcosa di comune che oltre ad incuriosire, si può anche concretizzare. Quali sono le prospettive future di Lelylan Portare avanti una startup è un viaggio, dove a volte ti trovi nel mezzo di mareggiate alte in cui le onde riescono a coprire qualsiasi visuale ci possa essere al di là del tuo naso. Le prospettive sono incerte. Il mondo delle startup legate all’Internet delle Cose è in continua evoluzione, e seppure sia al centro dell’attenzione con un forte hype, non è ancora chiaro il modo in cui possano guadagnare e diventare sostenibili. Ognuno porta la sua ricetta, ma nessuna di queste sembra essere solida abbastanza. Con Lelylan abbiamo ora una piattaforma che permette a makers e developers di creare oggetti connessi in 15 minuti. Il prossimo step è quello di creare collaborazioni con aziende che vogliano entrare nel mondo dell’internet delle cose, abbattendo le necessità di costi, tempi e skills che queste società devono avere. In altre parole, le aziende esistenti continuano a creare i dispositivi che usiamo tutti i giorni, mentre noi ci occupiamo di renderli smart, partendo dall’hardware connesso, per poi offrire le app e tutti i servizi che rendono un dispositivo intelligente. I miei 3 takeaway Alcuni consigli da dare ci sono. Ne lascio tre, quelli che arrivano dall’ultima esperienza fatta ad Amsterdam, in cui c’è stato modo di confrontarsi con VC di alto calibro e persone ricche di esperienze. Ecco qui i miei 3 takeaway. 1. Be real. Sono sicuro che tu abbia la certezza che un giorno conquisterai il mondo. E’ pure possibile che un giorno ci riuscirai. So pure che sei invincibile. Questo è perfetto caro Superman. Il fatto è che sognare è una delle maggiori qualità che uno startupper deve avere, ma c’è un momento in cui è necessario confrontarsi con la realtà. E’ necessario mostrare fatti e risposte chiare alle domande che ti verranno fatte. 2. Be unstoppable. Durante il tuo viaggio incontrerai molte persone. Alcune grandiose con cui creare cose assieme. Altre che ti guarderanno e vedranno un pazzo. Entrambe saranno parte della tua sfida. Se credi in quello che fai, impara ad essere unstoppable. Non permettere a nessuno di giudicare i tuoi sogni e rispondi con quel sorriso che solo i folli visionari possono avere. Questa canzone riprende esattamente il mio pensiero “This negative energy just makes me stronger. We will not retreat, this band is unstoppable!” 3. Curiosity driven lifestyle. La tua startup non può essere il tuo punto di arrivo. E’ un viaggio continuo in cui la curiosità è quanto di più importante tu possa avere. Non vedere il successo della tua idea come il primo obiettivo. Potrebbe non accadere mai. Cerca di basare le tue scelte sulla voglia di imparare. In questo modo i risultati saranno migliori, e durante il tuo percorso, cose di ogni sorta ti potranno accadere. La tua vita, la tua unica storia.© RIPRODUZIONE RISERVATA