Sono 63 le realtà in ambito legal tech registrate a luglio 2020, 45 delle quali costituite dal 2016 in poi, e un fatturato complessivo del triennio 2017-2019 di 3,7 milioni di euro. In un contesto di frammentazione geografica, emerge la centralità del nord Italia, con Milano capofila, con 16 società concentrate nel capoluogo lombardo.
Sono questi alcuni numeri che emergono dall’Italian Legal Tech Report 2021 realizzato da Kopjra e pubblicato dalla casa editrice professionale giuridica e fiscale Giuffrè Francis Lefebvre (le due realtà già collaborano su diversi progetti come abbiamo scritto qui) .
Kopjra è una startup della cyber security e una legal-tech essa stessa, specializzata nelle investigazioni online, OSINT (Open Source Intelligence) e network forensics. Ha promosso anche Legal Tech Italy, l’osservatorio permanente sull’evoluzione del settore legal tech in Italia.
Le evidenze della ricerca
La ricerca esamina lo stato dell’arte delle tecnologie legali in Italia e degli attori che ne fanno parte, analizzando in particolare i dati ricavati dal triennio 2016-2019. Lo scopo vuole essere quello di osservare, dati alla mano, la crescita economica del settore con particolare focus rivolto a progetti d’impresa, spinoff universitari, startup e scaleup.
A oggi l’area di competenza che si presenta in assoluto con maggior preponderanza è quella dell’intellectual property, che coinvolge circa il 20% delle realtà analizzate. A seguire blockchain, con le sottocategorie smart contract e oracoli. Di particolare rilevanza anche legal automation, che include le startup che si occupano di legal analysis, legal drafting e dispute resolution.
Bisogna considerare che il mercato dei servizi legali ad alto valore tecnologico ha una storia relativamente recente. Nel corso degli ultimi 10 anni se n’è vista la nascita e una parziale trasformazione, grazie anche all’introduzione di normative importanti (GDPR e PSD2 in primis). Dopo il 2016 sono emersi anche numerosi progetti negli ambiti IoT, blockchain, reputation e legal platforms. Al contrario, sembrerebbe presentarsi una contrazione nella digital forensics.
L’andamento dei ricavi operativi nel corso del triennio ha mantenuto un trend crescente. Si evidenzia comunque una flessione importante nel tasso di crescita tra il 2018 ed il 2019. Nonostante quest’ultimo abbia avuto un’apprezzabile crescita nel 2019, al netto delle realtà aziendali più strutturate non presenti nell’indagine, la dimensione complessiva si attesta intorno ai 12 milioni di euro.
Un altro elemento interessante emerso dal report è quello relativo all’utilizzo del capitale umano. Nonostante la digitalizzazione e la forte componente tecnologica del settore legal tech, le startup che presentano performance migliori sono quelle che hanno investito fin dall’inizio nelle persone che compongono il team. Il capitale umano utilizzato come risorsa si è dimostrato, ancora una volta, un’ottima leva di crescita, anche nelle startup con un alto grado di automazione.
Dopo l’analisi quantitativa della prima parte del report, la seconda parte raccoglie una serie di contributi autorevoli curati da professori universitari, imprenditori, magistrati, avvocati, consulenti tecnici, periti di informatica forense, giornalisti e più in generale professionisti che si sono distinti nel panorama legal tech italiano. Ogni contributo offre un punto di vista inedito sullo stato dell’arte e le prospettive del settore, con suggestive previsioni di medio periodo.
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