La strada che porta all’autunno è inevitabilmente segnata da quello che sarà l’esito delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Questa campagna elettorale che potremmo definire lampo è purtroppo caratterizzata più da strali e attacchi reciproci da parte dei diversi protagonisti che dalla promozione dei programmi elettorali, insomma i contenuti sono stati messi in secondo piano ed è perciò che vale la pena approfondire un pochino ciò che i programmi dicono in tema di startup e di imprenditoria innovativa. Già CorCom, testata che fa parte del medesimo gruppo di Startupbusiness, ha pubblicato qualche giorno fa un bell’articolo sulla posizione che i diversi partiti hanno nei confronti del digitale e dell’innovazione in molti settori, qui abbiamo voluto analizzare cosa i programmi dei quattro principali schieramenti politici propongono in tema di startup. I testi dei programmi sono presi sempre dall’articolo di CorCom che ha linkato i pdf completi dei programmi della coalizione del centrodestra, quindi Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, della coalizione del centrosinistra capeggiata dal Partito Democratico, del Movimento 5Stelle e dell’alleanza Azione-Italia Viva. Il programma del centrodestra, diviso in 15 grandi temi si limita ad affermare, all’ultimo punto dedicato a ‘giovani, sport e sociale’ che si intende dare ‘Supporto all’imprenditoria giovanile, incentivi alla creazione di start up tecnologiche e a valenza sociale’, la misura non è certo dettagliata in questo documento programmatico ma va preso atto che le startup sono state inserite, andremo poi a vedere nel caso con quali modalità e misure questa voce sarà declinata e come le startup saranno effettivamente sostenute. Il programma del Partito Democratico già nel capitolo dedicato a ‘sviluppo sostenibile e transizione ecologica e digitale’ afferma: ‘Vogliamo rafforzare il grande potenziale delle nostre imprese, dei piccoli imprenditori, delle start-up innovative, del mondo degli artigiani e dei professionisti, attraverso misure di sostegno e di semplificazione, favorendo la transizione 4.0 in uno scenario che coniughi innovazione, concorrenza e sostenibilità. Vogliamo investire nella ricerca e nell’innovazione per superare le inefficienze e i problemi strutturali di bassa produttività del “Sistema Italia”. Vogliamo intervenire sulla riduzione dei costi energetici di famiglie e imprese attraverso proposte concrete, capaci di dare una spinta decisa alle fonti pulite e rinnovabili’. Prosegue poi ella seconda parte del programma con una proposta di ordine fiscale che recita ‘Nel nostro programma è presente un pacchetto di interventi per rafforzare la ricerca e il rapporto tra ricerca, innovazioni e imprese, nonché l’accesso alla conoscenza come bene pubblico. La modulazione degli incentivi fiscali rappresenta un importante grimaldello da utilizzare per sospingere, gentilmente, cittadini e imprese verso l’innovazione e la sostenibilità. Dal lato fiscale, sosteniamo le attività di artigiani, piccole e imprese e professionisti e proponiamo un pacchetto di ulteriori misure che mettiamo in campo per contrastare i maggiori costi derivanti dalla spinta inflattiva. Per esempio: un’opzione di autoliquidazione mensile delle imposte per le partite IVA, gli autonomi e i liberi professionisti in alternativa al sistema saldo-acconto e l’estensione della detrazione IRPEF del 50% a tutte le tipologie di start-up per le persone fisiche (under 35). Proponiamo anche la proroga del contratto di espansione, per aiutare la riorganizzazione delle imprese in crisi con oltre 50 dipendenti’. La proposta fiscale per le startup viene ulteriormente ribadita più avanti nel documento dove l’estensore scrive: ‘Vogliamo estendere la detrazione IRPEF del 50% oggi prevista per le start up innovative a tutte le tipologie di start-up avviate da giovani under 35’. Nel capitolo intitolato ‘conoscere è potere: scuola, cultura, socializzazione’ il programma del centrosinistra propone la creazione di un fondo capace anche di finanziare giovani giornalisti e startup dell’informazione digitale: ‘Piano nazionale per la promozione della lettura favorendo virtuose sinergie tra reti di scuole, biblioteche, archivi e luoghi della cultura; rafforzamento dell’investimento sul Centro per il libro e la lettura e sulla Capitale italiana del libro. Proponiamo di creare un Fondo nazionale per il pluralismo, l’informazione di qualità e il contrasto alla disinformazione, da finanziarsi tramite un prelievo sui ricavi da pubblicità online per le grandi piattaforme digitali. Il Fondo finanzierà i giovani giornalisti e le start up dell’informazione digitale, mentre per le industrie culturali e creative proponiamo incentivi fiscali, forme di agevolazioni nell’accesso al credito e promozione di strumenti innovativi di finanziamento; piano di investimenti per lo sviluppo del settore.’ Il Movimento 5Stelle si presenta sintetico al pari di quello del centrodestra parlando genericamente di ‘incentivi all’imprenditoria giovanile e sburocratizzazione delle startup’ e della necessità di ‘investire nell’ecosistema dell’innovazione italiano’: startup e imprese innovative, scuola, università, centri di ricerca, talenti e professionisti, investitori’. Anche in questo caso è da salutare con favore il fatto che l’elemento startup venga citato e tenuto in considerazione come parte integrante delle strategie. Il programma di Azione e Italia Viva dedica un capitoletto al tema dell’incentivazione dell’imprenditorialità giovanile dove si legge: ‘L’imprenditoria giovanile, misurata in termini di imprese fondaste da under 35, in Italia è calata del 10% tra il 2017 ed il 2021. Un dato drammatico dovuto spesso alla difficoltà di accesso al capitale e alla complessità della burocrazia. È necessario presentare uno specifico progetto per l’imprenditorialità giovanile: forme di accompagnamento all’imprenditorialità, mediante servizi di incubazione, consulenza, mentoring e coaching per i giovani, e acceleratori per integrare l’offerta finanziaria con nuovi strumenti a sostegno dell’innovazione organizzativa e dello sviluppo del capitale umano. Per finanziari questo progetto proponiamo di usare parte dei 200 milioni di euro di fondi del PNRR dedicati al rilancio dei Centri per l’Impiego (CPI) non ancora allocati così da introdurre nei CPI un servizio di “assistenza all’autoimpiego e all’imprenditoria giovanile” per i giovani under 35 che desiderano avviare un’impresa. Infatti, in molte zone, specie quelle rurali, i CPI costituiscono forse l’unica struttura che possa fungere da supporto all’imprenditorialità giovanile. I CPI dovranno così assistere le start-up fornendo consulenza legale e normativa, sostegno per le richieste di fondi pubblici e la partecipazione a gare, ricerca di personale’. Il programma che fa capo alla candidatura di Carlo Calenda contiene anche un capitoletto intitolato proprio ‘startup’ che recita: ‘ L’Italia è uno dei Paesi con il maggior potenziale di crescita nella creazione di nuove imprese (cd. startup) e nell’attrazione di investimenti privati in fondi di venture capital ed investimenti diretti in startup. Proponiamo di eliminare del tutto la tassazione del capital gain sugli investimenti in startup e venture capital e di aumentare l’incentivo fiscale per coloro che investono, per attrarre quota maggiore di investimento di fondi pensione ed enti assicurativi nell’economia reale. Riteniamo inoltre necessario innalzare l’aliquota del credito d’imposta per le imprese che effettuano investimenti in innovazione al 50%, ripristinando la versione del Governo Renzi, prevedendo una maggiorazione se sono coinvolti centri di ricerca universitari, altre startup o PMI innovative’. Un ulteriore capitoletto del programma si intitola ‘startup e giovani’ e afferma: ‘Intendiamo favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro culturale attraverso una politica di detrazioni fiscali per gli under 40 che puntano a creare nuove realtà imprenditoriali nel comparto. Generare un sistema che tuteli il lavoro delle nuove leve, favorendone le idee, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica’. Anche in questo caso si nota una attenzione al tema e si rileva l’idea di agire soprattutto sulle leve fiscali per incentivare lo sviluppo di startup, più ardita forse la proposta di coinvolgere i centri per l’impiego ai quali per poter essere efficaci servirebbe una opportuna formazione che però è già presente, per esempio, presso per esempio gli incubatori sia pubblici sia privati. I programmi sono più o meno dettagliati come visto, vedremo poi in fase di attuazione quali saranno le misure che saranno adottate, ma è positivo che il tema startup seppur con diverse declinazioni sia tenuto in considerazione, vanno bene le proposte di carattere fiscale, va bene l’idea di sostenere l’imprenditorialità giovanile anche se le startup non le fanno solo gli under 35, va bene coinvolgere centri di ricerca, Pmi e favorire la collaborazione tra startup, va benissimo la volontà di semplificare la burocrazia che è un freno non solo alla creazione di impresa ma anche all’attrazione degli investimenti internazionali. Andrebbe ancora meglio se si facesse maggiore attenzione anche alla complessità degli attori che già agiscono nell’ecosistema e che possono portare contributi importanti, sarebbe utile confermare l’impegno di CDP Venture Capital che possiamo anche dare per scontato ma un accenno nei programmi sarebbe stato utile, così come sarebbe importante sottolineare che lo sviluppo di politiche a supporto delle startup e dell’imprenditoria innovativa fosse sempre più visto in un ottica di respiro europeo perché è a livello di UE e di continente che si gioca la partita principale sia per chi fa impresa sia per la disponibilità di capitali. Attediamo i risultati del 25 settembre per vedere quali saranno le future azioni a supporto delle startup a dieci anni dal varo del cosiddetto ‘startup act’ che ebbe il grande pregio di rendere le startup non più un fenomeno di nicchia ma un elemento strutturale del sistema economico del Paese, anche per questo non scordatevi di andare a votare. (Photo by Marco Oriolesi on Unsplash )
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