Le proposte di Corrado Passera per gli ecosistemi dell’innovazione

Corrado Passera presenta il suo nuovo libro presso Talent Garden Milano – aprendosi al pubblico milanese, chiacchierando con gli ospiti in sala sul programma e sulle idee contenute nel suo ultimo libro, «Io Siamo», edito da Rizzoli e ora in vendita nelle librerie. Corrado Passera presenta il suo libro a Talent Garden Milano   Un sala gremita ha dato vita ieri a una discussione con l’ex ministro dello Sviluppo Economico Passera, che proprio in questi giorni sta promuovendo il programma politico della sua nuova creatura, Italia Unica. L’ex manager pubblico è entrato subito nel vivo del tema “startup” raccontando il lavoro di raccolta di esperienze da tutto il mondo da parte del team capitanato da Alessandro Fusacchia, sostenendo che il decreto «Restart Italia!», cioè il decreto sulle start-up, sia stato l’elemento più innovativo dell’esperienza del passato governo Monti. Passera ha rilanciato, descrivendo un possibile fondo dei fondi da un miliardo, partecipato pubblicamente da CdP (Cassa Depositi e Prestiti) con quote più che proporzionali di rischio proprio per il pubblico per far decollare gli investimenti VC e private equity in Italia. Alle domande del conduttore, Alessandro Rimassa, su quali siano gli step successivi per continuare a costruire lo scenario d’impresa innovativa italiano, Passera parla di selezione effettiva e concentrazione dei grant di ricerca, l’utilizzo più efficace dei fondi alla ricerca potrebbe essere, ai suoi occhi, un driver di crescite interessante. Continua sostenendo la necessità di programmi statali di incentivazione alla ricerca – dunque una forma soft di politica industriale, per quanto durante tutto l’evento l’ex banchiere sia stato chiaro nel riconoscere il ruolo centrale dell’imprenditore, in maniera decisamente shumpeteriana – con 15 miliardi di fondi strutturali per creare credito d’imposta per premiare fiscalmente le imprese che spendono in R&D, legato a libere scelte imprenditoriali, non tanto alla governance pubblica. Riguardo la legge delega sul lavoro, Passera sottolinea la vaghezza del progetto attualmente in discussione presso la Commissione Lavoro; aggiunge, riguardo il compromesso raggiunto dalla direzione PD di lunedì, che l’articolo 18 (quindi il reintegro dopo processo giuridico) dovrebbe valere per tutti, ma solamente in termini di licenziamenti discriminatori, non per quelli disciplinari o per quelli a causa economica. Riguardo la scuola, nonostante lo stratega ministeriale sia lo stesso Fusacchia che aveva lavorato con lui, Passera è molto critico sulle scelte di natura politica operata da Renzi sull’assunzione senza nessun tipo di selezione sui 150.000 precari dichiarati dall’attuale Governo. Egli propone inoltre di tagliare un anno dal ciclo scolastico pre-universitario (12 al posto degli attuali 13, per rimettersi in linea con il resto d’Europa). Riserva un passaggio sulla dispersione scolastica, immaginando un ciclo terziario dell’istruzione tecnica-professionale, nell’ottica della formazione continua e sperimentazione di nuove tecniche d’insegnamento. Per le famiglie numerose, individua la possibilità di creare una no-tax fino a 8000 euro a figlio per incentivare la crescita demografica della popolazione, tra le più vecchie al mondo. Notevole anche la sua decisione riguardo la riduzione del contante, con alcuni meccanismi, seppur non chiarissimi, per l’incentivazione dei pagamenti attraverso moneta elettronica. Dal punto di vista strettamente politico non sono mancate le critiche nei confronti dello stile comunicativo di Renzi, nel chiaro tentativo di differenziarsi nel mercato dell’offerta politica. Vedremo nei prossimi mesi se l’elettorato deciderà di premiare, o meno, la scelta di «scendere in campo» di Passera: le proposte ci sono. La valutazione delle stesse, a voi. Andrea Latino – @andrealatino             

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