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Nell’ambito dell’eccezionale boom fintech, un discorso a sé merita quel settore definito insurtech, che rappresenta la disruption del settore assicurativo. Un’industria, quella assicurativa, che per quanto abbia il fascino dell’immensa quantità di soldi che muove, è sempre stata vista come noiosa, pachidermica e, se vogliamo, anche da guardare con una certa diffidenza. Grazie alle nuove frontiere tecnologiche e al boom di startup che hanno cominciato a vedere opportunità nelle crepe di un’industria dai processi e dall’organizzazione ormai obsoleti; grazie alla digitalizzazione cui nessuna impresa può più sottrarsi, il mondo delle assicurazioni è al momento tra i più interessanti, dinamici, fertili per l’ascesa di nuove imprese e molto più vicini alle esigenze delle persone e trasparenti nei propri servizi. Il mondo dell’insurtech è un universo di startup davvero incredibili, la maggior parte potenzialmente in grado di essere i prossimi unicorni, perché una cosa è certa nell’industria assicurativa: può essere disrupted, ma le compagnie, la loro legacy, la loro solidità nei mercati sono tali che solo startup davvero molto forti (nel team, nella tecnologia, nel modello di business) possono osare sfidarle. E lo fanno in due modi: facendo concorrenza diretta oppure lavorando con loro. In entrambi i casi, non c’è spazio per l’improvvisazione, non c’è spazio per la fuffa, non ci sono vie di mezzo. Sei dentro o sei fuori, e se sei dentro hai tutto il potenziale per diventare un unicorno, sono i numeri a dirlo di un’industria che vale trilioni di dollari globalmente a dirlo. Fra i trend, le polizze “su misura” saranno la nuova normalità delle assicurazioni e questo porterà a una crescita per le piattaforme insurtech del 34% nei prossimi anni, portando i ricavi dai 175 miliardi di dollari del 2016 ai 235 miliardi nel 2021. La stima è di Juniper Research che nello studio (recentemente pubblicato) Fintech Futures: Market Disruption, Leading Innovators & Emerging Opportunities 2016-2021 sostiene che la catena del valore nel mercato assicurativo si sta trasformando rapidamente e come questo stia costringendo i fornitori tradizionali a migliorare le proprie offerte e i servizi clienti anche per limitare i danni rispetto all’arrivo di nuovi fornitori (come le startup). Ecco una lista di startup internazionali e italiane da tenere d’occhio nel 2017.
Insurtech europee
Clark E’ stato il primo broker assicurativo digitale della Germania. La startup vende prodotti assicurativi di oltre 160 compagnie e aiuta i clienti a trovare il miglior affare grazie al suo robo-advisor, una sofisticata tecnologia di intelligenza artificiale.Sicuramente è una delle più interessanti realtà del panorama insurtech in Europa, e recentemente ha annunciato la chiusura di un round d’investimento da 13,2 milioni di dollari che le permetteranno di sviluppare ulteriormente la tecnologia e ampliare il team, ha riferito Christopher Oster, co-fondatore e CEO della startup che ha sede a Berlino, leggi di più in questo articolo. FinanceFox Ha sviluppato una tecnologia mobile che a prima vista può sembrare indirizzata a sostituire completamente il ruolo dei tradizionali agenti assicurativi, è una piattaforma che fa brokeraggio, ma si sta muovendo nell’ambiente anche con una certa furbizia, senza pestare i piedi a nessuno, anzi: FinanceFox non solo è una startup che vuole portare le assicurazioni nell’era digitale, ma ci vuole portare proprio gli agenti, proponendosi quale strumento anche per loro. Fondata a Berlino, ha ricevuto molto recentemente un investimento da 28 milioni di dollari, che sommati ai 5,5 già raccolti appena lo scorso gennaio, portano la società a un totale di venture capital raccolto di 33,5. Bima E’ svedese e dichiara di aver già conquistato 24 milioni di clienti nei mercati di Asia, Africa e America latina, proponendo micro polizze acquistabili direttamente dal dispositivo mobile in circa 3 minuti. Lanciata nel 2010, quando ancora il fenomeno delle startup legate al settore assicurativo non era esploso come oggi, BIMA ha individuato immediatamente un suo preciso servizio, un modello di business e un mercato di riferimento, conquistando la fiducia di diversi investitori che hanno condotto a due sostanziosi round d’investimento pari a oltre 60 milioni di dollari, cifra che colloca la società tra quelle meglio finanziate nel panorama europeo. Tra i suoi investitori: Kinnevik AB, Leapfrog, Millicom Systems. N26 E’ una startup fintech berlinese che ha ottenuto la licenza per operare come “banca” in tutta Europa. E’ la prima startup fintech ad aver ottenuto una licenza così ampia dalla Federal Financial Supervisory Authority (BaFin) and the European Central Bank, dopo aver ottenuto una prima licenza ad operare in Germania lo scorso anno. Recentemente ha anche ottenuto un nuovo cospicuo round d’investimento da 40 milioni di dollari che insieme a quelli precedentemente raccolti la porta a quota 50. Tra i suoi principali investitori figura anche Peter Thiel, uno dei fondatori di Paypal. Grazie a una partnership molto importante con Allianz fornirà alcune tipologie di polizze assicurative ai possessori di una carta di credito premium. L’assicurazione non è il suo core business, ma il fatto di essere un innovativo canale distibutivo per una compagnia tradizionale, ne fanno una realtà insurtech. SafeShare Insurance Londinese, è la prima assicurazione della blockchain il cui core-business è lo sviluppo di soluzioni assicurative per la sharing economy, basate appunto su tecnologie blockchain. SafeShare Insurance ha ora già stretto una partnership con Vrumi, altra azienda innovativa londinese considerata l’Airbnb degli spazi di lavoro, che permetterà agli utenti del servizio di ottenere una copertura assicurativa più adeguata alle loro esigenze. Il bollino di Lloyd’s of London c’è già. Inspeer Startup francese che punta sul P2P. L’innovazione di Inspeer, la sua originalità, è di aver intravisto una opportunità per se di business, per gli utenti di risposta a un’esigenza, in una zona grigia del mercato assicurativo, quello della franchigia. Friendsurance E’ anche questa una startup che fa leva sui modelli P2P e che non vuole sostituirsi alle compagnie, ma piuttosto collaborare con esse diventando il Groupon delle assicurazoni. Cuvva Fondata nel 2014 in UK, supportata con un investimento early stage da un consorzio di angel per 500 mila sterline, la startup è focalizzata nel settore delle assicurazioni auto, dove sta rivoluzionando i “tempi” delle assicurazioni (la classica polizza annuale è affettata in lassi di tempo anche di quealche ora) e introducendo una nuova modalità di copertura assicurativa: con un’app ogni persona può attivare una polizza di qualche ora quando va in auto con altri. (perfetta per la sharing economy). Simplesurance Società nata in Germania nel 2012, ha raccolto 20 milioni di euro da Rheingau Founders, Assurant, Route 66 e Allianz SE. La sua ambizione è diventare il provider ecommerce di riferimento mondiale per le polizze assicurative. Synerscope Fondata in Olanda nel 2011, finanziata per 5 milioni di euro da Mangrove Capital Partners, 5 Park Lane e Tiketitoo, è una società che vuole lavorare con le grandi compagnie offrendo soluzioni per la gestione dei Big Data.
Insurtech italiane
Amyko La startup nata nel 2013 ha sviluppato una piattaforma, app mobile e web, associata a un wearable device in grado di condividere e archiviare tutte le informazioni mediche dell’utente. Ha vinto il contest 2016 Open-F@b Call4Ideas di BNP Paribas Cardif, InsuranceUp e PoliHub. (nella foto a sinistra i due fondatori Riccardo Zanini e Filippo Scorza). D-Heart Fondata nel 2015 a Genova, D-Heart ha come obiettivo migliorare la vita dei pazienti cardiopatici cronici utilizzando lo smartphone come elettrocardiografo. Ha vinto sette competizioni in vari campi, da premi biotech a concorsi per start up, ultimo riconoscimento in ordine di tempo, D-Heart è stato uno dei tre progetti vincitori Open-F@b Call4Ideas 2016, il contest pan-europeo promosso da BNP Paribas Cardif con InsuranceUp e Polihub conclusosi recentemente, che potrebbe permettere a questa tecnologia di entrare nel mercato assicurativo delle polizze salute. Spixii Fondata da due italiani e un francese a Londra, la startup propone una tecnologia che offre agli utenti un’esperienza di acquisto delle polizze più comprensibile, affidabile, trasparente, grazie a ll’utilizzo di tecnologia chatbot. Il loro obiettivo è collaborare con le Compagnie. Darwinsurance La startup vuole rendere le polizze più trasparenti ed economiche, ma anche educare gli italiani sull’importanza della protezione assicurativa. Collaborando con i carrier tradizionali. Sarà sul mercato entro la fine dell’anno. Neosurance E’ fondamentalmente una società tecnologica, che intende portare tecnologie innovative al mondo assicurativo lavorando nel B2B, proponendo alle compagnie assicurative (in particolare a quelle più innovative che nel sito vengono definite “insurance disruptor) un sistema basato su vendite push di micro assicurazioni: con un semplice tocco allo schermo è possibile avviare un’assicurazione. Il giugno scorso ha portato a casa l’oro nella categoria IoT Newcomer all’Insurance IoT Europe Awards di Londra, battendo le altre 4 startup finaliste. MioAssicuratore Il primo broker assicurativo completamente online. Sfruttando algoritmi proprietari e tecnologie di machine learning la piattaforma, infatti, è in grado di tener conto di tutte le caratteristiche assuntive e permette di calcolare il prezzo istantaneamente per tutte le compagnie. Attualmente sono già oltre 250 i prodotti assicurativi offerti. TiAssisto24 Una startup che pensa anche ai broker: partecipata da LVenture Group e FIRA spa -Starthope, ha lanciato le aste dei preventivi RC Auto, un modello innovativo di distribuzione delle polizze che unisce la rapidità e la facilità delle vendite online alla sicurezza e al contatto umano dell’assicurazione acquistata in agenzia. Responsa Tecnicamente è una startup del software per la customer experience self-service per il business (incubata da H-Farm) che ultimamente si è fortemente specializzata in ambito chatbot, rivolgendosi in particolare al mondo delle aziende finanziarie e anche a quello assicurativo. Laqy Laqy è una startup IoT che ha sviluppato un naso elettronico dotato di una serie di sensori in grado monitorare la qualità dell’aria in qualsiasi ambiente indoor, quindi all’interno di abitazioni, luoghi di lavoro, scuole. Un dispositivo di estremo interesse anche nel settore assicurativo: da un lato fornisce una valutazione dei rischi quantitativa in tempo reale dell’ambiente; dall’altro si propone come presidio a tutela della salute delle persone. Ha vinto la seconda edizione del contest Open-F@b Call4Ideas 2015. SysDev E’ una giovane tech company incubata da I3P di Torino che usa l’Internet of Things nel settore edilizio per monitorare le strutture. Nel suo target ci sono le aziende, assicurazioni comprese, per le quali ha già sviluppato il sistema SHM per la validazione dei danni in caso di eventi catastrofici che potrebbe anche coniugarsi con la possibilità di sconto su polizza se viene appunto installato il sistema.
Insurtech internazionali
Lemonade E’ probabilmente una delle insurtech che colpiscono maggiormente, la più sofisticata come approccio business e tecnologia: è probabilmente il modello assicurativo P2P più all’avanguardia, ha costruito una customer experience che fa leva sulle più avanzate frontiere tecnologiche del machine learning e dei chatbot, è la prima compagnia assicurativa al mondo ad aver ottenuto la certificazione di Benefit Corporation perchè il suo business è etico. Lemonade ha ottenuto investimenti investimenti per circa 80 milioni di dollari in diversi round dollari, di cui 13 messi sul piatto da Sequoia Capital, storico fondo di venture capital statunitense, per il quale ha rappresentato il più cospicuo investimento seed mai realizzato. L’ultimo robusto investimento da 34 milioni di dollari coinvolge, oltre a diversi importanti fondi come General Catalyst, anche GV, ex Google Ventures. Trov Startup californiana fondata nel 2012, ha recentemente raccolto oltre 25 milioni di dollari nel suo quinto round di fundraising, raggiungendo una raccolta complessiva di oltre 46 milioni da 6 fondi di venture capital US ed europei. E non è ancora commercialmente disponibile. Grazie all’utilizzo di una forte tecnologia propone polizze on-demand, per salvaguardare i propri beni (computer, smartphone, tv, biciclette, strumenti musicali, equipaggiamento sportivo). Polizze che possono essere “accese o spente” con un paio di passaggi sul telefonino al momento della necessità. I reclami stessi possono essere gestiti nello stesso modo: addirittura con una chat in real time. Hippo – Agli onori delle cronache startup negli ultimi mesi del 2016 per aver ricevuto un importante investimento da 14 milioni di dollari. Californiana, atteggiamento aggressivo tipico della Silicon Valley, si indirizza al mercato delle assicurazioni sulla casa e, come tutte le insurtech, ha l’obiettivo di rivoluzionare il settore con formule di polizze più semplici, trasparenti, acquistabili online e più economiche. In una dichiarazione,Assaf Wand, Ceo di Hippo ha dichiarato: “Abbiamo preso tutto quello che c’è di sbagliato nelle attuali assicurazioni casa – termini contrattuali confusi e obsoleti, formule poco chiare, l’agente come intermediario – e lo abbiamo corretto”. Leggi di più qui. Slice Lab Startup insurtech di New York focalizzata in proposte assicurative per la on-demand economy. La piattaforma consente ai clienti di acquistare facilmente polizze assicurative quando ne hanno bisogno, senza impegnarsi in alcun piano annuale, offrendo polizze di pay-per-use per i conducenti Uber e Lyft che copre i conducenti dal momento in cui accendono l’applicazione per effettuare il servizio di trasporto fino a quando non la spengono. L’obiettivo di Slice Lab è quello di re-immaginare l’assicurazione attraverso il design, i dati e la tecnologia. Un articolo di opinione del suo fondatore Tim Attia qui. League Via le cartacce. Via le polizze standard. Avanti tutta con la trasformazione digitale e una nuova customer experience. League Inc., startup insurance tech canadese, recentemente protagonista di un’operazione d’investimento che ha portato nelle sue casse 25 milioni di dollari, ha come tutte le startup la missione di rivoluzionare il proprio settore di riferimento. “Abbiamo creato League per trasformare l’esperienza delle persone in ambito sanitario, e lo vogliamo fare ridefinendo le assicurazioni santarie con una piattaforma digitale che mette al centro il consumatore prima di tutto, ma abbattendo i costi per i datori di lavoro con i pagamenti digitali – afferma Michael Serbinis, co-founder e Ceo. Zhong An La società cinese, chiamarla startup potrebbe sembrare riduttivo, è tra le insuretech emergenti nell’area asiatica, nata nel 2013 come prima assicurazione online – only, cioè caratterizzata dalla vendita di polizze esclusivamente via web. Lo scorso anno ha ottenuto investimenti per oltre 900 milioni di dollari con una valutazione oltre 8 miliardi. Il suo segreto? E’ riuscita a sviluppare una quantità eccezionale di prodotti assicurativi, sia per le aziende che per gli individui, assicurando beni tradizionali ma anche nuovi rischi legati a internet; gestendo via web tutto il processo dall’acquisto ai claim in maniera semplice e veloce. Oscar Health Fondata in US nel 2012 da Mario Schlosser e Josh Kushner, ha tra i suoi investitori nomi altisonanti come Fidelity Investments, Google Capital, General Catalyst, Founders Fund, Lakestar, Khosla Ventures and Thrive Capital, ed è una delle insurtech più finanziate di sempre avendo raggiunto quota 750 milioni di dollari. Si occupa di assicurazioni sanitarie ed è operativa solo a New York e New Jersey. Leggi di più qui. PolicyGenius Fondata nel 2014 da Jennifer Fitzgerald e Francois de Lame, è un broker online data-driven, il suo prodotto di punta di chiama Insurance CheckUp e aiuta l’utente a individuare le proprie necessità assicurative. In un anno ha registrato 800mila utenti e raccolto 21 milioni di dollari di capitali da Revolution Ventures, Karlin Ventures, Susa Ventures, Transamerica Ventures, Axa Strategic Ventures and MassMutual Ventures. Tre dei suoi investitori sono grandi compagnie. Root Insurance Lo scopo e il business di questa insurtech è tutto focalizzato nel settore assicurazioni auto, dove intende semplificare e migliorare i processi di acquisto, di gestione dei sinistri e di rinnovo, abbattendo i costi e facendo leva sulla sua applicazione mobile. Tale applicazione monitora le abitudini di guida dell’utente ed è pertanto in grado di personalizzare la polizza sulla base della effettiva buona guida del conducente assicurato. Quilt Startup insurtech che punta tutto sulla customer experience e indirizzandosi in particolare ai millennials. La società di Boston infatti vende on line polizze per i giovani per proteggere le case in affitto e tutto quel c’è dentro, a un costo contenuto. La proposta della società è quella di fornire una polizza 100% online, accessibile da dispositivo mobile, in meno di 5 minuti, senza incontrare agenti, parlare ore con call center o leggendo documenti in “legalese”; e spendendo circa un dollaro al giorno si ottiene la polizza della casa e di tutto quello che c’è dentro. Leggi di più qui. Clover Nata nel 2014, Clover Health ha raccolto fino a oggi in 4 diversi round di investimento 295 milioni di dollari complessivi, coinvolgendo alcuni dei più noti fondi d’investimento US, come Sequoia Capital, First Round e da ultimo Greenoaks Capital, che ha guidato la raccolta più recente (chiusa lo scorso maggio) che ha portato nelle casse della startup 160 milioni di dollari di nuove risorse. La startup combina un approccio data-driven con la prevenzione rivolgendosi in particolare all’utenza più anziana e a basso reddito, proponendosi come punto di riferimento per la tutela della salute della persona al più basso costo. Leggi di più qui. Embroker Startup insurtech B2B di San Francisco, si è specializzata nella proposta di polizze alle Pmi. Chiarezza, semplicità, trasparenza e il cloud: sono le parole attorno alle quali ruota il suo business che si rivolge al mondo delle imprese, in particolare alle pmi, con una piattaforma per la gestione del rischio e le assicurazioni, attraverso un processo data-driven, semplice e trasparente, così da permettere all’impresa di stipulare le polizze più adatte alle sue esigenze al miglior prezzo. Leggi di più. Bright Health La società, fondata da un ex amministratore delegato di una compagnia assicurativa, nasce customer centric, grazie all’uso dei big data. E fa leva sull’esperienza del cliente, offrendogli servizi sanitari attraverso un’app. La scorsa primavera ha raccolto in un colpo solo 80 milioni di dollari d’investimento da venture capitalist di primaria importanza. Il 2017 potrebbe rivelarsi un anno ancora più esplosivo del 2015 e 2016 per il settore insurtech, trainato da dispositivi connessi, blockchain e una maggiore collaborazione tra compagnie tradizionali e le startup, che portano nuove tecnologie e nuovi modelli di business. In questo articolo le previsioni di Devie Mohan di BurnMark. In questo articolo il report Insurtech 2016 di Burnmark, scaricabile gratuitamente
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