E’ indiscutibile che il 5G cambierà tutto, come la pandemia, anche se non c’entra nulla con questa. Il punto in comune è che entrambi hanno un effetto acceleratore della trasformazione e della transizione digitale. La pandemia, che è arrivata senza chiedere autorizzazioni e finora se l’è cavata egregiamente anche nel raggiungere i piccoli comuni, ha già mostrato cosa significa accelerazione digitale, basta pensare a smart working, didattica a distanza, ecommerce, video conferenze, telemedica, ecc Tutte cose che saranno ulteriormente potenziate dal 5G, una tecnologia che fino a questo momento è stata anche al centro di ‘lotte industriali’, strategie, sviluppi tecnologici… In sintesi, da un po’ se ne parla come di qualcosa che ‘sta arrivando’ ma non arriva mai. E cio’ ha avuto delle conseguenze. Secondo il recente studio dell’Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano “5G: un ecosistema da costruire” solo un’azienda su 5, ha pienamente compreso le opportunità e i benefici del 5G. Mentre l’80% delle aziende utilizzatrici finali, ancora non conosce o non ha pienamente compreso di cosa sis tratta esattamente e come inciderà sul proprio business. Le aziende ICT sono più pronte, naturalmente, ma meno della metà (48%) si sente già esperta del tema o ha avviato iniziative, mentre il 36% è ancora incerto sulle opportunità. Insomma, per il momento le aziende italiane sono alla finestra per quanto riguarda: attente se passa il case study che le può illuminare, ma fondamentalmente ferme con gli investimenti in questo ambito. Al momento sono 122 le sperimentazioni su casi d’uso condotte in Italia, dice il report, in maggioranza dedicate al monitoraggio da remoto (35%), con applicazioni ad esempio in agricoltura e nelle smart city, e al miglioramento dell’esperienza dell’utente(20%), con soluzioni prevalentemente nei settori media e turismo. “Il 5G è una rivoluzione con tante possibilità di applicazione in molti settori, dalle smart city alla manifattura, dalla logistica all’agricoltura, dai trasportialla sanità, solo per citarne alcuni, e con potenziali benefici per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni –afferma Marta Valsecchi, Direttore dell’Osservatorio 5G & Beyond -. Ma perché questo diventi realtà, c’è un ecosistema ancora da costruire, lavorando innanzitutto sullo sviluppo di conoscenze, competenze e cultura del 5G, ancora carenti persino fra le aziende ICT. E poi aumentando sforzi e investimenti per implementare l’infrastruttura di rete necessaria per farla funzionare e ripensando una catena del valore che apra alla collaborazione con attori di altri ecosistemi e crei servizi verticali di alto valore per le imprese utilizzatrici”. Andando più nel dettaglio dello studio condotto su 328 aziende end user e 222 imprese ICT emerge che l’80% delle aziende che in futuro utilizzeranno i servizi abilitati da questa tecnologia non ne conosce o non ne vede, al momento, i vantaggi:
- il 41% è incerto, ne percepisce l’impatto ma non sa se la propria realtà sarà coinvolta;
- il 26% non conosce il tema e non è consapevole delle implicazioni di business del 5G;
- il 5% è scettico, conosce l’argomento ma pensa che non porterà un reale valore;
- l’8% è disinteressato, potrebbe essere un’opportunità per altre realtà ma non per la propria;
- del restante 20%, solo l’1% si sente già un esperto conoscitore del 5G mentre il 19% ha avviato progetti o sta iniziando ad approcciare il tema.
Il settore che appare più pronto è quello dei servizi, con il 26% di aziende ricettive, il 2% di esperte e una minore incidenza di imprese inconsapevoli (21%). Seguono PA e Sanità, con il 20% di aziende ricettive ma anche la percentuale più alta di inconsapevoli (35%), e il manifatturiero, con il 15% di imprese ricettive, il 2% pioniere e il 26% che non conosce il tema. La filiera delle imprese ICT, che contribuiranno a costruire un ecosistema di soluzioni basate sulle nuove reti, dimostra una maggiore propensione al 5G, con il 48% che si è già attivato, di cui il 13% si definisce esperto e il 35% ricettivo. Sono poche le imprese ICT inconsapevoli (5%), scettiche (6%) o non interessate (5%), ma più di una su tre è ancora incerta sulle potenzialità delle nuove reti per la propria realtà (36%). Solo il 24% delle aziende end user e il 28% delle imprese ICT ha una conoscenza buona o ottima delle caratteristiche tecnologiche e delle potenzialità specifiche delle nuove reti, il 28% e il 33% rispettivamente mostrano un livello di conoscenza basso, mentre nel 48% delle end user e nel 39% delle aziende ICT è nullo. Le caratteristiche del 5G più chiare ad entrambi i gruppi riguardano l’abilitazione di un numero elevato di nuove applicazioni, la disponibilità di nuovi servizi ad alta velocità e la riduzione dei tempi di latenza. Meno chiare la trasformazione della rete in una piattaforma programmabile con servizi cloud distribuiti grazie all’edge computing e la specializzazione delle reti attraverso lo slicing, che sono però le caratteristiche su cui le aziende già attive ripongono le maggiori aspettative. “Le nuove reti 5G rappresentano una discontinuità netta con le generazioni precedenti –afferma Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio 5G & Beyond -.Per la prima volta abbiamo un sistema che può lavorare su punti diversi tra loro e che consente di migliorare, in base all’applicazione, la velocità di accesso, il consumo energetico, l’affidabilità dei collegamenti e il numero di dispositivi connessi. Le novità che avranno l’impatto più significativo sulle relazioni fra la filiera delle telco e i settori economici che possono beneficiare delle applicazioni del 5G sono l’Edge Computing, che consente al sistema di diventare una piattaforma di calcolo per le applicazioni degli utenti, e lo Slicing di rete, che permette di creare più reti virtuali sulla stessa infrastrutturacon servizi e risorse dedicate”. Maggiori informazioni a questo indirizzo. Photo by Jack Sloop on Unsplash
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