Startup e logistica dell’ultimo miglio
di Giuseppe Farchione, co-founder ed executive chairman Umuve, progetto Abile. Già nel 2010 la startup Umuve – allora si chiamava Traslocabile -, si affacciava sul mondo della movimentazione dell’arredo, con propensione all’handling organizzato su scala nazionale dei mobili usati, e, secondariamente, alla consegna degli arredi nuovi di qualche mobiliere locale. Avevamo intuito un futuro sviluppo del business dell’arredo nella direzione che oggi si classifica come home delivery e contract delivery, ma, sinceramente, lo collocavamo temporalmente in un futuro a venire negli anni, e non immaginavamo che saremmo stati investiti da un treno in corsa che oggi è rappresentato dall’e-commerce dell’arredo nuovo. Nel 2010, il mondo reale non era poi così diverso da oggi. Certo, alcuni dicono fosse migliore – la crisi economica non era ancora al culmine, Steve Jobs e Montalcini erano ancora tra noi -, altri peggiore – c’erano le emergenze Bin Laden e Gheddafi -, tuttavia, le regole che muovevano il sole e l’altre stelle erano le stesse, immutate da secoli. Il mondo digitale, invece, così come i mercati a esso fortemente vincolati, era sensibilmente diverso. In Italia, per esempio, l’acquisto online di beni durevoli e servizi era già un fenomeno in crescita, ma era abitualmente praticato da appena cinque milioni di consumatori, l’8% della popolazione, che troppo spesso, peraltro, incappavano in spiacevoli incidenti di percorso (clonazione di carte di credito, lunghe attese nella consegna delle merci, frequente ricezione di oggetti differenti da quello acquistato, ecc), il che rendeva il processo di acquisto un’alternativa da percorrere solo in caso di prezzo del bene enormemente vantaggioso rispetto all’acquisto in negozio o in caso di irreperibilità del bene sul territorio nazionale. Oggi, a soli sette anni da quel modus di acquisto, così incerto e “per soli amanti del rischio”, comprare online è diventato un evento esperienziale di forte tendenza, praticato, abitualmente e non, da circa 19 milioni di utenti. Per il 32% della popolazione, dato registrato nell’aprile 2016, è considerato una valida alternativa all’acquisto nel classico punto vendita, a prescindere dalla reperibilità del bene e dal suo retail price. Cosa si compra online? Quasi tutto: capi di abbigliamento, biglietti di viaggio, libri, pc, musica, software, e, udite udite, arredamento, con uno share of checkout che oggi sfiora il 2% delle vendite online, e che, soprattutto, cresce annualmente del 36%, stabilmente da ormai cinque anni, a dispetto della crisi globale e della crisi peculiare del settore del mobile tradizionale, che sviluppa complessivamente un fatturato nazionale di circa 13 miliardi di euro (fonte Federlegno-Arredo e CSIL – Centro Studi Industria Leggera). Nel settore dell’arredamento, dunque, trattasi di numeri importanti, se si pensa alle sostanziali differenze, sia in termini di prezzo sia di ingombro e peso, tra un compact disc e un divano, e dunque alle oggettive difficoltà della fase logistica di consegna di un bene rispetto all’altro. Il trend di crescita dell’e-commerce nel settore del mobile, pertanto, è da considerarsi come una ferma presa di posizione da parte del consumatore, una manifestazione di interesse dell’utente ad acquistare un bene che supera ampiamente il valore medio statistico di 90 euro che separa l’acquisto di impulso dall’acquisto razionale pianificato, e che implica inevitabilmente una predisposizione dell’acquirente a rinunciare, anche solo parzialmente, a quel contatto umano con il consulente di vendita, con il mobiliere storico di fiducia, a favore di una comodità superiore derivante dalla possibilità di investire il proprio denaro comodamente da casa, in orari sempre più diversi da quelli usualmente lavorativi, e con l’opportunità di confrontare istantaneamente prodotti simili reperiti su siti diversi, a prezzi diversi. Pertanto, sul nuovo piatto di questa bilancia virtuale, che pesa le differenze tra il vecchio acquisto dal mobiliere di fiducia e la nuova esperienza di acquisto in rete, il compito di chi fa servizi annessi alla vendita di arredi, si pensi all’esposizione virtuale del prodotto, alla sua categorizzazione, al suo dimensionamento e posizionamento olografico nello spazio di destinazione dell’utente, ma soprattutto alla sua consegna e al montaggio, sarà quello di conferire all’esperienza di acquisto online gli attributi immateriali, ma fondamentali, di cortesia, efficienza e perizia, che potrebbero essere venuti meno nel distacco dalla fisicità di uno showroom di pregio, o dalla confidenza emotiva di una storica bottega artigiana di quartiere, nonché quello di restituire la dignità e l’organizzazione tipica dell’approccio imprenditoriale a un segmento di mercato, quello della logistica dell’ultimo miglio, che negli anni è stata flagellata da attori improvvisati, destrutturati e spesso al limite della legalità. Proprio l’elevato livello di customizzazione e la flessibilità operativa, insieme alla scalabilità del modello di business e al marcato approccio di tipo industriale e technology driven, sono le chiavi della crescita di Umuve, network di logistica integrata per l’arredo, composto di piccoli e medi operatori che agiscono a livello regionale, che a oggi, dal 2013, registra un tasso di crescita superiore al 100% di anno in anno (fatturato 2014: 90mila euro; 2015: 180mila euro; 2016: 407mila euro; 2017 obiettivo 1 milione di euro), offrendo ai propri clienti (dealer di catene nazionali, rivenditori tradizionali, negozi online e produttori di arredi) servizi integrati di trasporto, magazzinaggio, consegna al piano e montaggio. startup e logistica La mission aziendale è, in sintesi, fornire ai player dell’arredo una capillare potenza distributiva a valle della filiera della vendita, che rispecchi i requisiti, espressi e inespressi, sia del cliente (il dealer) che dell’acquirente, in termini di qualità, costi e tempi del servizio di consegna, a prescindere dalla qualità del prodotto trattato e dall’origine della vendita (negozio tradizionale o sito internet). In tal modo, la logistica distributiva, ultimo miglio, dell’arredo diventa elemento distintivo, oseremmo dire la chiave di volta e la cruna dell’ago di tutto il processo di evoluzione della distribuzione dell’arredo e dell’e-commerce, in particolare, in quanto l’operatore che effettua la consegna all’acquirente diventa, a tutti gli effetti, il custode dell’immagine aziendale del dealer: entra in casa, consegna merce e parla per suo conto, monta arredi secondo le sue istruzioni, eventualmente incassa il saldo, e, soprattutto, interagisce con l’acquirente a nome e per conto del venditore. È l’ultima persona con cui il cliente si interfaccia nel processo di vendita. Altro punto di forza è rappresentato dall’impianto tariffario, predeterminato e calcolato in base ai volumi della merce e alle fasce chilometriche, in funzione della distanza da percorrere per recapitare la merce. In questo modo, il costo del servizio è sempre proporzionato alla sua difficoltà e alla mole di lavoro da svolgere. Esso è frutto del trinomio razionalità, esperienza sul campo e utilizzo, intelligente, della tecnologia. Ultimo ma fondamentale aspetto, su cui Umuve sta puntando i propri investimenti, è l’integrazione della propria piattaforma informatica con altre tecnologie, provenienti da altri settori industriali e altre esperienze (per esempio quella della realtà aumentata e del controllo a distanza sviluppata dalla società spagnola Voovio, principalmente per il mercato oil and gas), al fine di realizzare un software che sia in grado di rilevare l’esatta dimensione degli spazi da arredare, nonché di scannerizzare un listino di arredi per acquisirne le metriche (dimensioni, colori, materiali, prezzi) e agevolarne la consegna nella fase distributiva. Nella stessa scia si muove la recente partnership strategica con l’azienda italiana Sintesys, proprietaria della piattaforma di gestione dei punti vendita dell’arredo con oltre 500 installazioni, denominata Easy Store Web. Insomma, che il futuro dell’arredo sia la vendita tradizionale, la vendita online, o, molto più probabilmente nell’immediato futuro, una giusta miscela delle due, il mercato della logistica dell’ultimo miglio, della installazione e della relazione con i clienti finali è comunque fondamentale per tutti i produttori.  

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