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L’Italia è un Paese che invecchia, in cui le persone anziane sono sempre più numerose rispetto ai nuovi nati. A dirlo sono i dati demografici e per inquadrarli al meglio bisogna guardarli da questa prospettiva: nei Paesi più giovani al mondo come Niger, Repubblica Centrafricana, Chad, l’età media è di 14-15 anni. In Italia di 46 anni. Aumentata di tre anni solo nell’ultimo decennio, anche se c’è una certa variabilità nella geografia dell’invecchiamento, con la Campania che continua a essere la regione più giovane (età media: 43,6 anni) e la Liguria che è la regione più anziana (ISTAT 2022). Oggi in Italia ci sono 5 anziani per ogni bambino, contro meno di un anziano per bambino nel 1951. In questa tendenza all’invecchiamento della popolazione ci batte solo il Giappone e siamo in discreta compagnia con altri Stati europei e occidentali. [infografica id=”123114″ class=”attachment-full infoImg infoImg-contain-width infoImg-contain-width-transform hide” ] Questo mega-trend è figlio di due spinte: da un lato la riduzione del tasso di natalità, dall’altro l’allungamento della vita delle persone. E ha naturalmente delle conseguenze notevoli su stili di vita, welfare, problemi sanitari, tenuta e adattamento dei sistemi sociali. Che non sono semplici da affrontare per le amministrazioni preposte a gestirli: basti pensare alle recenti barricate della popolazione francese in opposizione alle nuove disposizioni che sposterebbero in avanti di alcuni anni l’età per andare in pensione, decisione dietro la quale c’è appunto l’esigenza di rivedere il sistema pensionistico alla luce dei cambiamenti demografici. O per tornare alle politiche italiane, basti pensare alle proposte del Governo, nelle cronache di questi giorni, per favorire le nascite assegnando incentivi economici che, al netto delle polemiche, ha un suo perché. [infografica id=”123525″ class=”attachment-full infoImg infoImg-contain-height hide” alt=”Mario Salerno” caption=”Mario Salerno, partnership and ecosystem advisor di AC75SA”] Mario Salerno, partnership and ecosystem advisor di AC75 SA dice a Startupbusiness: “Il lavoro di Next Age sull’innovazione per la silver economy ha ribadito necessità contingenti come quella di migliori servizi sanitari e assistenziali così come di una migliore qualità di vita degli anziani, ma si vedono anche i segnali di sfide future come modelli di business sostenibili per innovazione per la prevenzione e per gli stili di vita, le possibili risposte al grande tema della solitudine, il cambiamento del mercato del lavoro dove la longevità biologica implicherà, per volontà o per necessità, una longevità lavorativa”. Matteo Bina, direttore generale di AC75 SA aggiunge: “La silver economy è la presa di coscienza delle enormi sfide e delle formidabili opportunità che il cambiamento che stiamo vivendo ci pone di fronte. E’ piuttosto sorprendente osservare quanta poca consapevolezza vi sia ancora oggi nell’opinione pubblica e in parte della classe politica rispetto alle dimensioni di questa trasformazione sociale, economica e culturale. Con questo report abbiamo voluto dare un contributo concreto alla divulgazione di una cultura della silver economy e alla promozione dell’innovazione, che rimane una leva determinante per sviluppare soluzioni alle enormi sfide che abbiamo di fronte e generare opportunità positive”. [infografica id=”123526″ class=”attachment-full infoImg infoImg-contain-width infoImg-contain-width-transform hide” alt=”Matteo Bina” caption=”Matteo Bina, direttore generale AC75SA”]
Le opportunità della silver economy
C’è anche un positivo risvolto economico che riguarda, in particolare, l’allungamento della vita delle persone: una società longeva ha le sue esigenze e di conseguenza offre opportunità, proprio a questo che si è dato il nome di ‘silver economy’. La silver economy, e le startup che ne possono diventare protagoniste, è il focus di AC75 Startup Accelerator, l’acceleratore di startup promosso da Fondazione Marche con Fondazione Cariverona e Università Politecnica delle Marche, che insieme a CDP Venture Capital, promuove il programma NEXT AGE, il primo programma di accelerazione in Europa che investe nelle startup della silver economy. AC75 Startup Accelerator ha recentemente presentato un report dedicato all’innovazione nella silver economy che raccoglie le evidenze maturate nel corso del primo anno di attività rispetto alle opportunità offerte dalla silver economy, settore che, secondo le stime della Commissione Europea, già entro il 2025 raggiungerà il valore di 5700 miliardi di euro – pari a un terzo del PIL europeo – e vedrà occupati il 38% dei lavoratori europei. Qui di seguito, alcune anticipazioni dal report.
Longevità, una sfida
“La longevità è la sfida principale della nostra epoca”, ha dichiarato nel 2013 Larry Fink, CEO di Blackrock, la più grande società di investimento al mondo, una persona che se dice sfida intende dire ‘occasione di business’. Leggendo il report di Next Age, si scoprono diversi dati di grande interesse: ad esempio, che se tutti gli over 50 dell’UE fossero un unico Paese, sarebbe la terza economia del mondo. Il segmento degli over 60, o ‘Baby Boomers’ come spesso vengono chiamati, è il gruppo di consumatori in più rapida crescita al mondo; che più del 50% delle persone di 60 anni vive in un ambiente urbano e che 1,5 miliardi di persone di età superiore ai 60 anni vivranno in città entro il 2050. Ne consegue che, oltre al fatto che la longevità sia una conquista del genere umano, si aprano scenari di business notevoli, molto più estesi di quello che possiamo immaginare oggi, perché si sta verificando una transizione di portata epocale a livello sociale: quella da una ‘società dell’invecchiamento’ a una ‘società della longevità’. Molto interssante, su questo tema, l’approfondimento, nel capitolo 2 del report, di Nic Palmarini, UK National Innovation Centre for Ageing.
I primi passi concreti di AC75SA
Secondo il report dell’acceleratore AC75SA, si possono identificare le seguenti aree di ‘bisogni’ che ricorrono nella popolazione anziana un po’ ovunque : – Salute e benessere – Ageing in place (lett. invecchiare a casa propria) – Tempo libero – Finanza La prima edizione di Next Age ha selezionato 8 startup che offrono soluzioni proprio in questi ambiti: 1.Bended – Soluzione di riabilitazione in realtà virtuale per le malattie neurodegenerative. 2. Diagnostica Medica Veloce (DMV) – Esami diagnostici rapidi e convenienti eseguiti a domicilio. 3. Justep – Il bastone dotato di intelligenza artificiale che aiuta i non vedenti e gli ipovedenti a muoversi in modo sicuro e indipendente. 4. MindAhead – Uno strumento di prevenzione e diagnosi precoce con logiche di gioco che aiuta le persone con deficit cognitivo a migliorare la salute del cervello. 5. Mysurable – Soluzione per la diagnosi precoce e la prevenzione della perdita della funzionalità muscolare. 6. Roble App – App per anziani che consente un invecchiamento attivo, sociale e sano. 7. Salute 360 – Il marketplace in cui pazienti, farmacisti e operatori sanitari possono connettersi: dalla consegna dei farmaci in 2 ore all’accesso ai professionisti più vicini al paziente. 8. SPARKD – Soluzione di doppio allenamento simultaneo motorio – cognitivo volto a mantenere e migliorare le prestazioni di mente e corpo. Naturalmente, longevità e silver economy hanno un forte, primario legame con l’assistenza sanitaria come area più vicina di bisogni, investimenti e spese, a causa dell’impatto che essa ha sulla qualità della vita della popolazione anziana. C’è quindi un trend di spesa in crescita in questo settore, anche in ambito prevenzione, dove comincia a crescere l’attenzione per la ricerca della longevità basata sul benessere e sulla modifica degli stili di vita in ambito alimentazione, sonno, attività fisica, stress, fumo. L’uso di strumenti digitali, dagli indossabili alla telemedicina e alla terapia digitale, sarà sempre più diffuso anche per rispondere a esigenze di contenimento dei costi. Come sottolinea nel capitolo 3 del report Daniele Borghi, Intesa Sanpaolo Innovation Center, l’invecchiamento della popolazione è uno dei motori del cambiamento nei sistemi sanitari. L’assistenza alla persona è sempre più decentralizzata e personalizzata, si allontana dall’ospedale per essere domiciliare, grazie a una serie di nuove tecnologie che permettono di assicurare una continuità assistenziale e l’aderenza terapeutica anche da remoto.
Startup story dal mondo
Alcuni degli esempi di riferimento che AC75SA ha individuato tra le startup di ogni parte del mondo che rappresentano casi di successo.
Nuritas
La startup irlandese Nuritas è un pioniere della scienza della vita combinata con l’intelligenza artificiale. Consiste in una piattaforma digitale per identificare, sbloccare, testare clinicamente e brevettare i peptidi, trasformandoli in ingredienti potenti e precisi che elevano l’efficacia naturale. Oggi, il valore dell’azienda è stimato in oltre 180 milioni di dollari, dopo un round di investimento di serie B di 45 milioni di dollari ottenuto nel 2021. La startup collabora con centri di ricerca e multinazionali per ridurre drasticamente i tempi e i costi di scoperta di nuovi composti naturali che possono poi costituire la base di nuovi alimenti, farmaci e complementi alimentari. Grazie al suo lavoro il sistema Nuritas ha identificato peptidi che possono essere usati in modo preventivo nel diabete o nel trattamento della distrofia muscolare.
Coala
Coala Life è un’azienda svedese di tecnologia medica e scienze della vita che si occupa di diagnostica e salute digitale. Lanciata nel 2015, la startup con sede a Uppsala, ha raggiunto circa 22 milioni di euro di finanziamento totale e più di 40 milioni di euro di valutazione aziendale. Possiede una soluzione brevettata di dispositivo medico per favorire la diagnosi precoce di malattie cardiache come la fibrillazione atriale grazie a dispositivi portatili, algoritmi intelligenti che analizzano le registrazioni e forniscono risultati in pochi secondi, e un portale online che presenta i dati in tempo reale. Più di 1.700 medici sono già collegati alla piattaforma digitale Coala e più di 500 operatori sanitari utilizzano attivamente Coala per il monitoraggio di oltre 10mila pazienti.
Care Predict
La società Care Predict, con sede in Florida ha sviluppato una piattaforma di assistenza agli anziani per aiutarli a vivere in modo indipendente, in modo economico, e più a lungo. Si tratta di una tecnologia che utilizza uno smart device per monitorare la persona anziana. L’attenzione si concentra sulla ricerca di schemi nelle routine quotidiane degli anziani che possano predire il declino della salute e consentire un intervento precoce. Il team, composto da scienziati, ingegneri, infermieri e medici, sta lavorando per identificare i dati oggettivi che sono alla base di queste tendenze e per tradurre queste conoscenze in pratiche per i caregiver, compresi quelli delle residenze assistite, delle case di riposo, delle residenze indipendenti e delle case di riposo, La startup è valutata più di 38 milioni di dollari.
Cera Care
Cera Care è attualmente il principale fornitore di assistenza sanitaria a domicilio Operativa nel Regno Unito e in Germania, la startup consente ad anziani e vulnerabili di ottenere cure migliori e a prezzi accessibili dalla comodità delle loro casa, liberando al contempo posti letto in ospedale. Nel 2022 Cera ha raccolto un finanziamento totale di circa 280 milioni di euro e la sua valutazione è di quasi 1 miliardo di euro.
Papa
Papa è uno sportello unico per l’assistenza familiare flessibile, che offre compagnia e aiuto ovunque sia necessario. La startup è nata dalla constatazione del bisogno di compagnia e assistenza da parte degli anziani residenti che differisce dal tipo di assistenza di persona fornita da una badante. I dipendenti di Papa forniscono vari servizi di compagnia, tra cui il trasporto, le faccende domestiche di trasporto, faccende domestiche leggere, consigli sulle prestazioni sanitarie e sulle visite mediche, consegna di generi alimentari e semplice conversazione. Fondata nel 2017 e con sede a Miami, Papa è sostenuta da Canaan, Tiger Global Management, Comcast Ventures, SoftBank Vision Fund 2, TCG, Initialized Capital e Seven Seven Six oltre ad altri investitori istituzionali e individuali. L’azienda è una vera e propria storia di successo nell’ecosistema della fornitura e della gestione della sanità e oggi vale più di 1,4 miliardi di dollari dopo un round di investimento di 150 milioni di dollari nel 2021. L’organizzazione ha più di 80 partner sanitari e più di 1 milione di membri idonei sulla piattaforma, tra i quali, ad esempio, i pazienti di membri idonei sulla piattaforma, di cui circa il 15% utilizza i servizi ogni mese. Inoltre, 20.000 persone al mese chiedono di entrare a far parte della rete di Papa.
Il contesto demografico italiano
I bisogni della popolazione anziana che il mercato deve soddisfare possono variare molto in base a dove si vive. In Giappone, per esempio, l’invecchiamento della popolazione sta già causando il crac del sistema pensionistico, molte persone continuano a lavorare per potersi sostenere, la popolazione viene sollecitata dallo Stato a fare più figli, Il processo di invecchiamento della popolazione residente in Italia è solo in parte rallentato dalla struttura anagrafica più giovane della popolazione straniera, la cui età media è di oltre 10 anni inferiore rispetto a quella degli italiani (35,7 anni contro 46 anni nel 2021). Poiché gli italiani più anziani hanno tradizionalmente raggiunto livelli di istruzione più bassi rispetto alle giovani generazioni, nel corso del tempo si è assistito a una sistematica diminuzione degli analfabeti (cioè delle persone che sanno leggere e scrivere ma non hanno completato un regolare corso di studi) e di coloro che hanno conseguito la licenza elementare o media. La stragrande maggioranza degli anziani italiani vive in casa propria, ma tra coloro che si sono trasferiti in strutture di assistenza (ospizi, case di riposo, case di cura e convivenze gestite dalla Chiesa) l’età media supera gli 82 anni. La maggior parte di loro, non sorprendentemente, riferisce un grave livello di deterioramento cognitivo, nella maggior parte dei casi dovuto a demenza. Rispetto al panorama internazionale e soprattutto europeo, si è osservato che l’Italia non ha solo la quota maggiore di popolazione con più di 65 anni, ma anche quella di popolazione con più di 85 anni, cioè della fascia d’età solitamente caratterizzata dall’assistenza a lungo termine. In risposta alle esigenze di questi trend demografici, ovviamente si deve porre al centro dell’interesse politico l’elaborazione di una strategia strutturata e a lungo termine, che prescinda dunque anche dalle vicissitudini di Governo contingenti. Altrettanto importante è la collaborazione a livello europeo e con Paesi che hanno le nostre stesse problematiche. Un ‘esperimento’ molto interessante in questa direzione è quello realizzato dal consorzio del progetto e-VITA, finanziato dal Programma H2020 dell’Unione Europea e dal Ministero giapponese degli Affari Interni e delle Comunicazioni, composto da 11 partner europei (tra cui l’Università Politecnica delle Marche e INRCA) e 11 giapponesi, che hanno dato vita a una collaborazione internazionale che condivide l’obiettivo comune per lo sviluppo di un Virtual Coach, cioè uno strumento digitale che contrasta la perdita di capacità cognitive, migliorando il benessere e la qualità della vita delle persone che invecchiano. Qui è possibile consultare il report completo Next Age
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