È opportuno tornare a scrivere di Bio-On dopo che all’inizio di agosto avevamo ricostruito la vicenda che l’aveva vista divenire oggetto di attacchi da parte del fondo Usa Quintessential Capital Management (qui tutta la storia ). In queste ore si è scritto un nuovo capitolo della vicenda della società di Bologna che sta attraversando una profonda crisi ma che, sulla base delle comunicazioni ufficiali, pare volere fare ogni tentativo per continuare a operare e per dimostrare la bontà della sua tecnologia che consente di produrre biopolimieri di alta qualità. Ci sono voluti tre comunicati diversi per dipanare la questione della semestrale. Una prima comunicazione ha reso noti i risultati al 30 giugno 2019 registrando una significativa perdita dei ricavi passati da oltre 6,1 milioni di euro del primo semestre 2018 a 917mila euro. Un dato che ha contribuito a rigettare nell’abisso il valore del titolo che da inizio anno ha perduto oltre l’82% del suo valore con un picco di 69 euro e un minimo di 9 (il 3 ottobre il valore ha chiuso a 9,8 euro per azione). In questa prima nota datata 30 settembre Bio-On rende anche noto che ha siglato un accordo triennale con una società del beverage per la fornitura di prodotti, quindi contenitori, realizzati con il suo PHA, di lavorare a un nuovo piano industriale e di voler passare al segmento STAR di Borsa Italiana lasciando così l’AIM. Il 2 ottobre una seconda nota a integrazione del comunicato precedente viene diffusa affermando che è tale comunicato integrativo si è reso necessario per rispondere alle richieste della Consob, in cui si sottolinea che gli azionisti fondatori hanno dato disponibilità a supportare l’azienda con una cifra di 10 milioni di euro in 12 mesi e si spiega il perché dello scioglimento del contratto con il Nomad (il nominated adviser) EnVent Capital Markets affermando che è venuto a mancare il rapporto fiduciario. Infine il giorno 3 ottobre un’ulteriore nota in cui si afferma che in nessun caso i risultati della semestrale sono stati imputati da Marco Astorri, ad e presidente di Bio-On, agli attacchi ricevuti lo scorso luglio. Ciò anche se, sempre in queste ore, Astorri ha dichiarato, secondo quanto riportato dall’Ansa che l’attacco “non è accaduto per caso e non è solo un attacco speculativo: ci sono 400 mila tonnellate di plastica nel mondo, questo polimero (il PHA, ndr) ne può sostituire il 40%, significa che siamo andati a toccare 250 miliardi di euro di interessi”. Insomma Astorri non esclude che quanto stia accadendo sia dovuto al timore che l’industria della plastica tradizionale avrebbe nei confronti dell’innovazione proposta dalla società di Bologna. Non è naturalmente mancata la replica di Quintessential che ha da un lato commentato i dati della semestrale, di fatto dicendo che sono la ulteriore prova delle critiche avanzate il luglio scorso e dall’altro ha affermato che il fondo agisce senza indicazione da parte di alcun produttore di plastica o di altre materie prime. Quindi dopo circa due mesi di silenzio si riaccende la questione e nessuno dei due contendenti pare avere intenzione di mollare la presa, ciò che ci si augura è che Bio-On sia in grado di rimettersi in careggiata e tornare a crescere dimostrando che il suo prodotto è valido ed è una efficace alternativa a basso impatto ambientale rispetto alla plastica tradizionale. @emilabirascid
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