La NATO, il DSA, il viaggio di Mariya Gabriel

Movimenti transatlantici sul fronte delle startup e dell’innovazione. In questi giorni si sono rincorse tre notizie che hanno molto probabilmente anche un filo conduttore strategico e politico. La prima notizia è quella dell’accordo raggiunto sul Digital Services Act (DSA) che, secondo una nota diffusa dal Consiglio dell’Unione Europea rappresenta “una prima mondiale in termini di regolamentazione digitale il cui testo consacra il principio che ciò che è illegale offline deve essere illegale anche online. Mira a proteggere lo spazio digitale dalla diffusione di contenuti illegali e a garantire la tutela dei diritti fondamentali degli utenti”. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito l’accordo di portata storica in un tweet che ha pubblicato per celebrare come il DSA rappresenta un forte segnale per le persone, le imprese e i Paesi di tutto il mondo. La seconda notizia è l’annuncio da parte della NATO del progetto DIANA, sigla che sta per Defence innovation accelerator for the North Atlantic e si tratta di un programma di accelerazione e un fondo di investimento per startup che propongono soluzioni e tecnologie per la difesa. Secondo i piani, come riportato da Sifted, il programma avrà una dotazione di circa un miliardo di euro che verranno spesi al ritmo di circa 70 milioni di euro all’anno per i prossimi 15 anni a partire da, verosimilmente, il 2023 quando DIANA inizierà a essere operativa e sarà aperta a startup europee e statunitensi, DIANA stesso avrà sedi sia in Usa sia in Europa. La terza notizia è quella dell’annunciato viaggio di Mariya Gabriel, la commissaria europea per l’innovazione, l’education, la cultura, la ricerca, le politiche giovanili e lo sport, negli Usa e in particolare a Washington il 12 e 13 luglio e in Silicon Valley il 14 e 15 luglio 2022. Le giornate nella capitale Usa saranno dedicate a incontri con rappresentanti di alto livello del governo Usa e quelle in Silicon Valley è pensabile siano dedicate soprattutto a imprenditori e investitori. La commissaria è sempre stata critica sull’opportunità di copiare il modello della Silicon Valley, enfatizzando invece come è opportuno che l’Europa abbia un suo proprio modello per sostenere l’innovazione e le startup, come aveva voluto enfatizzare il giugno 2021 in una intervista rilasciata a Politico. Sarà interessante quindi seguire il viaggio della commissaria per osservare come da un lato le possibili implicazioni del DSA possano avere riverberi anche negli Usa in termini di acquisizione di consapevolezza verso la gestione dei dati e la tutela degli utenti, un po’ come è accaduto con il GDPR che ha fatto un po’ da scuola per molti Paesi del mondo, e, dall’altro, comprendere quali strategie ha in mente la Commissione europea per dare una spinta ulteriore all’ecosistema di innovazione europeo attirando venture capital statunitensi e creando sinergie anche a livello di disponibilità e mobilità dei talenti e di collaborazioni sul fronte della ricerca e dello sviluppo soprattutto sui temi deep tech che più hanno rilevanza per questo momento storico come l’energia e la tutela dell’ambiente, le biotecnologie e la tutela della salute. Sarà interessante anche comprendere come questa repentina attenzione da parte della NATO verso le startup possa avere conseguenze anche di tipo filosofico, sarà importante comprendere quali progetti e quali tecnologie il programma DIANA intenderà sostenere e valutare con attenzione quale sarà l’approccio degli imprenditori verso questo progetto, quali saranno le implicazioni etiche, quale la reazione dell’ecosistema in quanto portatore per tradizione di temi che sono molto lontani da quelli della difesa militare o ancor peggio della guerra. Certo è storicamente vero che la spinta militare ha in passato, e in alcune parti del mondo ha ancora oggi, dato una forte spinta allo sviluppo dell’innovazione, la stessa Silicon Valley nasce grazie al fondamentale contributo da parte del Dipartimento della Difesa statunitense, ma i tempi sono cambiati molto e oggi chi fa impresa innovativa lo fa soprattuto per rendere il mondo un posto migliore, questa è la spinta principale che sta dietro alla gran parte degli imprenditori di nuova generazione, pertanto sarà molto importante per il progetto DIANA non trascurare questo aspetto, comprendere il mindset delle startup e portare un contributo che possa essere efficace per l’ecosistema e non una deriva che rischia di apparire come storicamente anacronistica. (Photo by ALEXANDRE LALLEMAND on Unsplash )

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