Filo, software house specializzata in prodotti IoT basati su tecnologia bluetooth, è stata acquistata da Travel Innovation Ltd, una delle principali aziende del mercato globale dei prodotti per l’infanzia presente in oltre 80 Paesi nel mondo. La startup italiana, specializzata nella tecnologia per la sicurezza dei bambini, fondata nel 2014 da Giorgio Sadolfo, Lapo Ceccherelli, Andrea Gattini e Stefania De Roberto, è stata accelerata da LUISS EnLabs, l’acceleratore d’impresa di LVenture Group, poi entrata nel distretto di Pi Campus. I due prodotti punta completamente made in Italy e brevettati in oltre 30 Paesi nel mondo sono Filo Tag e Tata Pad. Il primo consiste in un tracker bluetooth utile nel ritrovamento di oggetti dall’uso comune come chiavi e portafoglio. Il secondo, invece, è un dispositivo anti-abbandono a norma di legge che rileva la presenza dei bambini sui seggiolini e avvisa il genitore o i contatti di emergenza in caso di abbandono in auto, anche con smartphone spento, scarico o senza campo. Indubbiamente la mossa di Filo rientra in quello che sta accadendo nel venture capital, dopo i picchi di investimenti nel 2020-2021, seguiti da fattori endogeni ed esogeni come l’inflazione, guerra e aumento dei tassi di interesse. In questo articolo ed altri avevamo già approfondimento quali potevano essere le strategie da attuare in quello che per molti è stato prospettato essere un periodo di recessione.
Le ragioni di un M&A
Startupbusiness ha voluto chiedere direttamente il parere al suo CEO, Giorgio Sadolfo. Quali sono stati gli elementi di forza di Filo che hanno convinto gli investitori della corporate a comprarvi? Filo è stata di fatto sempre una tra le migliori eccellenze italiane. Negli ultimi anni è uscita tra le top mille startup in EU, tra i leader della crescita secondo il Sole24, ecc. e soprattutto abbiamo sempre fatto prodotto pensando ai clienti finali, volendo effettivamente risolvere un problema come lo è stato per Tata Pad, dove la progettazione del prodotto è stata fatta intorno ai genitori, cercando di prevenire e coprire tutti gli scenari che potessero accadere. Oltre a ciò, Filo ha sempre lavorato con una grandissima etica e responsabilità sul mercato. Basti pensare che durante il covid abbiamo avuto ordini con merce in magazzino pronta a esser assemblata e consegnata per oltre 4 milioni di euro cancellati dal giorno alla notte. Nonostante ciò, abbiamo mantenuto indenni tutti: dipendenti, fornitori, creditori. Tutti erano in crisi e noi cercavamo di mantenere quella forte positività e correttezza che ha sempre contraddistinto la nostra azienda. Penso che questo connubio sia quello che ha fatto vedere oltre a TIL, trovando in Filo il partner perfetto e con una grandissima affinità e competenza che potesse integrarsi a livello mondiale. Come è stato il percorso che vi ha portati a questo tipo di exit? Avevate pensato anche ad altre strade, strategie differenti? Quella che abbiamo fatto è a tutti gli effetti una M&A: ci hanno acquisito per portarci all’interno di un gruppo più grande, mantenendo, costituendo di fatto, una nuova branch. Avevamo certamente considerato altri scenari e discusso con vari player del settore, ma abbiamo ritenuto che il percorso con TIL preservasse l’identità e lo spirito dell’azienda. Alla fine una M&A è come un matrimonio: se non c’è affinità perfetta con il partner dall’altra parte il deal, per qualche ragione, salta. Perché un’azienda di Honk Kong che ha sedi in paesi come Stati Uniti e Israele, ha scelto una azienda italiana che fa ricerca e sviluppo? Sì, il Paese di acquisizione è Honk Kong e il gruppo ha varie sedi tra cui Stati Uniti e Israele. In Filo TIL ha trovato un portafoglio prodotti, la capacità di innovare su un mondo nuovo e tanti progetti in via di sviluppo che hanno subito colto l’attenzione e l’interesse di un player mondiale. La nostra azienda ha sempre spiccato tra le eccellenze tecnologiche e/o di crescita, come dicevo prima, e questo sicuramente ha fatto sì che TIL guardasse con interesse ed entusiasmo la nostra azienda. Quanti saranno i prossimi range di investimento? Ora non ci sono più investimenti, la società è stata acquisita al 100%. Dopo un prodotto come Filo Tag, e poi Tata Pad, quali altri prodotti volete sperimentare e in quali mercati addentrarvi? Su questo ancora non possiamo rispondere in dettaglio, ma nei prossimi mesi abbiamo una intensa attività di rilascio e lanci di nuovi prodotti. Ora, quale ruolo ricoprirai in Filo? Personalmente rimarrò CEO della branch Italiana, ma con una nuova vocazione allo sviluppo dell’innovazione a livello global. Poi come CEO penso che il primo ruolo sia imparare a sorreggere il team e dargli sempre la giusta direzione, per cui rimarrò a fare quello che facevo ma su un campionato mondiale.
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