Travel tech, la crisi di Tink Labs, la crescita di Manet

“Da imprenditore faccio un grosso in bocca al lupo ai ragazzi di Tink Labs, che probabilmente hanno pagato alcune scelte avventate sull’onda di un funding stellare. Al contempo, siamo consapevoli che si è venuta a creare per noi una grande opportunità commerciale, con circa 600 hotel sparsi per l’Europa che avevano creduto in un servizio simile a Manet, rinunciando però a performance elevate in cambio di prezzi stracciati. Ciò potrà facilitare la nostra espansione europea e dimostra, anche in ottica fundraising, la bontà della nostra scelta di puntare su un modello di business sostenibile e scalabile”, così Antonio Calia, Ceo di Manet Mobile Solutions commenta a Startupbusiness la notizia che vede Tink Labs prossima al collasso finanziario. Tink Labs è uno dei primi unicorni che si sono sviluppati a Hong Kong e tra le startup d’oriente più finanziate degli ultimi anni, e ora si troverebbe in una fase di grave difficoltà finanziaria data la poca sostenibilità del business e sarebbe prossima alla chiusura. La società offre ai turisti uno smartphone liberamente utilizzabile, con connettività illimitata e alcuni contenuti turistici, direttamente nelle camere d’albergo, il nome commerciale del prodotto è Handy e a molti sarà capitato di trovarlo in qualche albergo in cui ha soggiornato. Le ultime vicissitudini di Tink Labs, secondo quanto riporta Deal Street Asia e che in Europa sono state riprese dal Financial Times, raccontano di licenziamenti di massa e di stop imminente a tutte le attività. Un fulmine a ciel sereno dopo un periodo di grande espansione, con oltre 600mila camere di hotel raggiunte in 82 Paesi. Un fatto estremamente in controtendenza se si considera la crescita e gli ultimi trend del settore, che vedono nella digitalizzazione e nella personalizzazione dei servizi le soluzioni più attrattive e ricercate. È proprio la tecnologia il fattore a più ampio impatto, in Italia il mercato del turismo ha superato i 58 miliardi di euro nel 2018 e la sua componente digitale ha raggiunto i 14 miliardi di euro, con una crescita dell’8% rispetto al 2017 (spiega una nota diffusa dalla stessa Manet Mobile Solutions). L’uso della tecnologia consente infiniti utilizzi, in particolare permette una maggiore personalizzazione dell’esperienza in hotel: da consigli e contenuti personalizzati in base alla tipologia di soggiorno e ai propri interessi sino a una maggiore personalizzazione dei servizi in caso di long stay o di soggiorni ripetuti. A cosa è dovuto allora il tracollo di Handy? Difficile esprimersi con certezza, anche in assenza di una posizione ufficiale da parte della società – passata nell’ultimo periodo per continui cambi del naming che poco sembrano aver a che fare con un percorso di re-branding –  eppure dal quadro frammentato sembrano emergere falle evidenti nel modello di business utilizzato. A partire da quanto rivelato dal Financial Times, secondo cui a perdite non colmabili avrebbe dato il colpo di grazia SoftBank (che ha recentemente lanciato il fondo Vision Fund 2 da 108 miliardi di dollari come abbiamo riportato qui), tra i principali investitori di Tink Labs, che avrebbe vietato alla società di drenare i fondi erogati esclusivamente per il mercato giapponese a copertura dei buchi di bilancio. Una situazione probabilmente dovuta, appunto, da un lato al fallimento del modello di business intrapreso basato sulla distribuzione gratuita della soluzione al fine di rendere maggiormente complesso l’ingresso di altri player sul mercato , e dall’altro agli investimenti milionari per il lancio di una piattaforma di prenotazione (Online Travel Agency), in concorrenza a player mondiali come Booking.com e Expedia, che è stata disattivata a pochi mesi dal lancio. Manet Mobile Solutions è scaleup italiana sostenuta fin dal principio da LVenture che opera sul mercato con Manet, una soluzione digitale rivolta alle strutture ricettive e ai loro ospiti, mettendo a disposizione dei viaggiatori uno smartphone completamente personalizzato che include chiamate internazionali e connessione 4G illimitate, contenuti turistici, consigli e funzionalità che migliorano l’esperienza di viaggio, oltre alla possibilità di prenotare tutti i servizi dell’hotel. Detta così sembra quindi un prodotto del tutto simile a Handy quindi ma secondo l’azienda stessa ci sono delle differenze importanti sia per quanto riguarda il prodotto sia in relazione al modello di business. Nel caso di Manet lo smartphone è solo il punto di collegamento tra l’ospite e la struttura ricettiva, attraverso una piattaforma SaaS che consente a quest’ultima di promuovere la vendita di servizi, veicolare partnership, raggiungere gli ospiti in ogni momento del soggiorno, raccogliere dati statistici anonimi e aggregati sul profilo degli ospiti e sulle loro attività. Manet può risultare decisivo per le strutture ricettive anche in termini di web reputation e performance online, oltre a incrementare le opportunità di up-selling, in forza di un modello di business sostenibile e scalabile. Questo infatti si basa su una fee a carico della struttura e sul revenue sharing per alcuni servizi premium, cui si aggiunge un vero punto di forza, ossia l’estrema flessibilità nella personalizzazione del servizio per il singolo cliente, al fine di rifletterne le esigenze e le particolarità. Un modello che si sta rivelando vincente, capace anche di intercettare mercati diversi, come il car rental, i tour operator e il turismo nautico, come dimostrato dalle partnership che Manet ha siglato con Europcar e Marina di Teulada. La svolta hi-tech del turismo non è dunque in discussione, ma il successo nel settore sembra non poter prescindere dalla sostenibilità del modello di business, dalla capacità di innovare e di personalizzare il servizio, mettendo al centro gli attori principali del mercato, con particolare attenzione alle esperienze e alle necessità sia degli operatori sia dei turisti. Manet Mobile Solutions è oggi attiva oggi in Italia, Spagna, Francia, Regno Unito e Grecia e pronta a crescere e a espandersi ulteriormente grazie anche al supporto degli attuali investitori, come LVenture Group, pronti a iniettare nuovi capitali a supporto dell’operazione e dell’espansione europea.

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