Italian Tech Alliance, assunzioni nelle startup italiane crescono di 8,5 %

Se l’assunzione di nuovi dipendenti è un indicatore dello stato di salute di un’impresa, non fa certo eccezione la startup.
E dai risultati della ricerca realizzata da Italian Tech Alliance ed Egon Zehnder sull’impatto delle startup sul mercato del lavoro in Italia si può presumere che le startup stiano bene. Diciamo che l’impatto sul mondo del lavoro è ancora circoscritto: le startup innovative iscritte al Registro Imprese erano al primo trimestre 2022 14.362 e lo stesso cruscotto degli indicatori del Registro Imprese riscontra difficoltà a verificare quanti siano gli addetti (anche per le caratteristiche intrinseche delle startup ad affrontare il costo di un dipendente). Dice il Registro Imprese che ‘Sotto il profilo occupazionale va sottolineato che – al momento attuale – non sono disponibili i dati sul numero dei dipendenti
 ma solo le statistiche relative ai soci.
Al 1° aprile 2022 i soci delle 14.362 startup innovative per cui è disponibile tale dato risultano pari a 71.109, 3.169 in più rispetto al trimestre precedente (+4,7%). È ipotizzabile che i soci siano coinvolti direttamente nell’attività d’impresa. Le startup innovative sono contraddistinte da compagini significativamente più ampie rispetto alle altre nuove società di capitali: in media ciascuna startup ha 5 soci, contro i 2,1 riscontrati tra le altre nuove imprese.

Questa oggettiva difficoltà a reperire dati sull’occupazione nelle startup, rende ancora più importante la ricerca di Italian Tech Alliance ed Egon Zehnder, giunta alla seconda edizione, che almeno, a livello qualitativo, analizza e approfondisce lo stato delle startup e delle PMI innovative italiane dal punto di vista dell’occupazione e delle opportunità professionali offerte.

La survey è condotta tra imprenditori e investitori associati a Italian Tech Alliance, associazione che riunisce i principali attori dell’innovazione in Italia e che ad oggi conta circa 250 soci, con l’obiettivo di delineare i principali trend sull’organizzazione, la governance e il talent management all’interno delle startup, oltre a raccontarne l’andamento in termini di nuove assunzioni e come le aziende innovative hanno reagito al biennio di pandemia e alla crisi economica a livello internazionale.

“Il primo dato interessante che emerge dalla ricerca è senza dubbio quello relativo alla crescita dai posti di lavori creati dalle startup, che hanno continuato ad assumere nella maggioranza dei casi nonostante il perdurare della pandemia e i venti di crisi economica, – spiega Francesco Cerruti, Direttore Generale di Italian Tech Alliance. “Nel complesso, i dati che emergono confermano come le startup continuino a creare non solo occupazione ma anche posti di lavoro di qualità. C’è ancora molto da fare per quanto riguarda le quote rosa nei management team, anche se riconosciamo che rispetto allo scorso anno il trend è in miglioramento. Da sottolineare anche l’età media dei dipendenti delle startup, che si assesta a 36 anni, con più della metà che è under 35, un dato in controtendenza con molti degli indicatori del settore e che rafforza la nostra convinzione sulla necessità di sostenere le aziende innovative, perché si confermano come un motore fondamentale per guidare la ripresa e la crescita del Paese e della sua economia”, conclude Cerruti.

La ricerca

Nel 2021 il 78,5 % delle aziende intervistate ha assunto nuove risorse, con una crescita dell’8,5% rispetto al 2020, quando la quota di aziende che aveva assunto nuove risorse aveva raggiunto il 70%. Un dato che conferma sostanzialmente le aspettative che le imprese avevano nel 2020, quando stimavano una crescita intorno all’80% per l’anno successivo. Il 31% delle aziende che ha effettuato nuove assunzioni, ha registrato una crescita dell’organico pari o superiore al 50%.

 Le figure professionali più ricercate sono ingegneri e ricercatori, cosa coerente con il contenuto innovativo della startup, ma cresce la richiesta di commerciali.

L’età media del personale delle startup è di 36 anni, con il 52% delle risorse che ha meno di 35 anni. Un dato sostanzialmente in linea con la rilevazione riferita al 2020.Migliora la presenza di donne all’interno delle startup: il 65% delle startup ha almeno una donna all’interno del management team, un dato certamente migliorabile ma comunque in crescita rispetto al 2020.

Maggiori dettagli sulla tipologia di figure che vengono cercate le forniscono Fabrizio D’Eredità e Andrea Splendiani, consulenti di Egon Zehnder.

“Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad una accelerazione della domanda di talento in posizioni manageriali chiave di startup/scale up a matrice italiana. Spesso i founder – il più delle volte a capo dell’azienda – sono alla ricerca di figure senior, sia in area tecnica che commerciale, al fine di effettuare un salto dimensionale soprattutto su scala internazionale. Da un lato i founding member sono sempre più aperti a fare un passo “laterale” per accogliere nuova managerialità ed esperienza oggi non presente in azienda, dall’altro manager qualificati, in alcuni casi residenti all’estero e aperti a un eventuale rientro in Italia, sono più pronti a confrontarsi con realtà meno strutturate dove possano esprimere maggiormente la loro imprenditorialità. Siamo dunque in presenza di chiari segnali di un possibile cambio di passo in termini di qualificazione e sviluppo di imprese innovative e del loro ecosistema”.

Ultimo dato interessante: il 40% del management team è di provenienza internazionale, e il Nord Italia  continua a rimanere la principale area di impiego delle risorse (71%), seguita dall’Italia Centrale (20%) e dal Sud Italia (9%).

 

 

 

 

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