Se dopo la pioggia arriva il sole, guardandosi intorno si ha l’impressione che anche l’aria sia stata lavata: i colori sono più vividi, le forme più definite, tutto scintilla.
Effettivamente l’acqua piovana ripulisce l’aria abbattendo le polveri presenti, lo smog, i pollini.
Oggi, c’è anche una tecnologia italiana che permette di ripulire l’aria con un processo fisico, chimico e meccanico che sfrutta il flusso dell’aria e il potere dell’acqua. Una tecnologia pensata per ambienti industriali e per smart cities.
Si chiama APA – Air Pollution Abatement ed è frutto del lavoro di una startup “lean” ad alto contenuto tecnologico chiamata Is Tech.
“Is Tech è una klic! ovvero Knowledge Lean Innovative Company – afferma Giuseppe Spanto, cofounder e Ceo della società – Siamo una startup che si ispira alle metodologie lean e applica un modello innovativo di cooperazione e partenariato con soggetti estremamente qualificati (aziende, player di mercato, Università, enti ed organismi di ricerca) per integrare i processi operativi su filiera nell’ambito di un vero e proprio network d’eccellenze, al fine di attuare rapidamente e con elevate capacità di performance le fasi d’esecuzione di progetto”.
APA è fino a oggi il progetto sul quale Is Tech ha investito maggiori risorse: una piattaforma tecnologica sofisticata e innovativa, brevettata a livello internazionale, che permette di bonificare l’aria in tutti gli ambiti di produzione e lavorazione, nei siti e nei complessi industriali e nelle aree di tipo urbano caratterizzate da elevate concentrazioni di polveri sottili e di altri inquinanti nocivi per la salute. Apa funziona indoor e outdoor come hanno mostrato i risultati di oltre due anni di sperimentazioni sul campo in diverse aree e in test plant urbani, come le stazioni di rifornimento (dove sono presenti, oltre alle polveri sottili, anche altri inquinanti, fra cui il benzene), le stazioni autobus e le aree trafficate di scambio.
“Is Tech è nata nel 2010 su iniziativa di alcuni manager, fra cui il sottoscritto, e alcuni scienziati esperti in ricerca avanzata e tecnologie di frontiera. Proponiamo lo sviluppo d’innovazioni tecnologiche e l’integrazione di progetti multidisciplinari operando “from cradle to grave” (dall’invenzione al mercato), come nel caso del progetto Apa, dedicato a liberare l’aria che respiriamo dagli inquinanti. Per il progetto Apa integriamo tecnologie chimico – fisico – meccaniche ed Ict avanzatissime, fra cui sistemi di sensoristica particolari, i cosiddetti nasi elettronici, che permettono al sistema di monitorare costantemente il livello di inquinanti nell’ambiente, rappresentando quindi anche un prezioso strumento di rilevazione ed elaborazione di dati atmosferici ed informazioni ambientali”.
Apa funziona apparentemente in modo semplice: un bocchettone posto ad 1 metro dal suolo aspira l’aria e la filtra all’interno della macchina secondo una procedura che riflette il ciclo naturale della pioggia: gocce di liquido colpiscono le polveri sottili e le fanno precipitare verso il basso, depositandole in acqua. Al termine del processo di lavaggio l’aria depurata è aspirata verso l’alto e reimmessa pulita nell’atmosfera, senza alcuna produzione di rifiuti speciali.
“Ripulire l’aria dall’inquinamento atmosferico è una grande sfida scientifica e imprenditoriale, ma l’importanza ambientale e sociale di quanto vogliamo fare ci ha dato sin dall’inizio moltissima carica – continua Giuseppe – L’80% della popolazione europea vive nelle città, dove si deve oggi far fronte a problematiche comuni: dalla scarsa qualità dei servizi urbani al traffico, dal consumo spropositato d’energia all’enorme produzione di rifiuti, dalle emissioni di gas serra alla pessima qualità dell’aria che respiriamo. Tutto ciò provoca forti incidenze sulla salute delle persone, elevati costi sociali e sanitari, procedure d’infrazione di carattere comunitario e non si è consapevoli che l’inquinamento è solo per un terzo generato dall’industria mentre il resto è principalmente diretta conseguenza della modernità, soprattutto dal traffico veicolare, dal riscaldamento domestico e dei condomini e dall’uso civile degli elettrodomestici, oltre che da sorgenti minori”.
La vostra piattaforma Apa è quindi un tecnologia per smart cities? In che modo può aiutare a vivere meglio oltre che respirare meglio?
“Erroneamente, nelle aree urbane si pensa che per abbattere l’inquinamento non si possa intervenire, se non bloccando il traffico. Noi stiamo dimostrando che oltre ad agire presso gli ambiti aziendali ed industriali, per cui stiamo proponendo prodotti e servizi specifici, si può intervenire per ridurre incisivamente l’inquinamento anche nelle città, in tanti ambiti dove la concentrazioni d’inquinanti nocivi per la salute dovrebbe essere regolamentata per legge. Intervenire così significherebbe non creare distorsioni alla gestione del territorio, senza suscitare aspettative ingiustificate; noi proponiamo azioni oggettive e modulari a partire dagli ambiti confinati e semi-confinati, nei parcheggi sotterranei, nelle stazioni ferroviarie e della metropolitana, nei tunnel cittadini di attraversamento pedonale, migliorando decisamente la qualità dell’aria. L’intervento outdoor, in generale, è programmato anche grazie a sistemi d’integrazione degli impianti APA nell’arredo urbano, fra cui ad esempio armature per lampioni innovativi, pannelli e totem pubblicitari, pensiline, fioriere e panchine. Si tratta d’interventi scalabili, decisamente compatibili con le capacità d’investimento dei comuni, tenendo ben presenti le esigenze della popolazione.
Quale è stata la cosa più difficile in avvio del progetto?
Mettere insieme il team, anche perché pure esso per definizione è dinamico e debbo dire che non sono molte le persone che riescono a sostenere i ritmi, le incongruenze e le discontinuità di un’attività in start up. Soprattutto a livello mentale, di stress. L’approccio che applichiamo tuttora è: prima le persone, che cerchiamo di grande spessore e lealtà, poi le competenze, che si possono acquisire strada facendo.
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