Com’è nata Intertwine raccontata dal suo ideatore, Gianluca Manca Quante volte ho pensato a come sarebbe stato bello scrivere un libro a più mani, una storia in cui le mie idee incontrassero quelle di altre persone. Io avrei scritto l’inizio, scelto il protagonista principale e previsto un finale, un altro scrittore avrebbe descritto i paesaggi, un altro ancora tutti i personaggi secondari che si incontrano in una storia. All’inizio queste erano solo chiacchiere con gli amici, appassionati come me di lettura e scrittura, ma poi, sempre più spesso, pensavo che quella non doveva rimanere solo l’idea racchiusa tra le quattro mura della mia stanza, quella in cui, provavo a immaginare il mio futuro. “Ci vediamo per una birra?”, chiesi a Gennaro e Salvatore, gli amici di sempre che poi sarebbero diventati i miei primi soci. Ricordo ancora quella sera in cui, forse a causa anche di qualche birra in più, ci facemmo prendere da un grande entusiasmo: quello bello, di chi ha voglia di fare. Salvatore Imparato è ingegnere informatico, e mi spiegò che si poteva mettere su una piattaforma dedicata a creare storie collaborative. Gennaro Mangani è un grafico, ma soprattutto un creativo, e iniziò a immaginare come poteva prendere vita il tutto. Ben presto a noi si aggiunse Stefano, fratello di Salvatore, anche lui informatico, e ci mettemmo a lavoro. Era il dicembre del 2012, e quel Natale lo trascorremmo a provare a trasformare un’idea in qualcosa di più concreto. Ci vedevamo tutti i giorni e le sere, in posti anche improvvisati, non avendo di certo la possibilità economica di prendere un ufficio. L’obiettivo era chiaro: creare una piattaforma per creare storie collaborative. Non ce ne rendevamo ancora conto, ma stavamo anticipando un trend che poi sarebbe diventato il vero tormentone dei nostri tempi: lo storytelling. In ogni storia ci sarebbero stati un autore e tanti co-autori, partendo da un concetto semplice: la collaborazione tra le persone può accrescere la creatività di ognuno. “Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”, Henri Poincaré Bisognava trovare un nome adatto, che tenesse conto sia dell’aspetto narrativo che di quello sociale. Studi, brainstorming, discussioni (anche accese) ma poi giungemmo a una conclusione: “Intertwine”, che significa “intrecciare” . L’intreccio è la combinazione di fatti e di eventi che compongono la trama di un racconto, ma “intrecciare” vuol dire anche allacciare e stringere relazioni. Di corsa a realizzare una versione beta della piattaforma da presentare in giro. E quante slide, e quante volte mi sono presentato: “Sono Gianluca Manca, e questa è la nostra idea”, cercando di trasmettere la validità del nostro progetto, ma anche tutta la passione e gli sforzi che ci stavamo mettendo. Qualche volta, spesso a dire il vero, ci è andata anche bene. Il primo concorso a cui partecipammo fu Vulcanimente, la startup competition organizzata dal Comune di Napoli. Poi fummo selezionati da Wind Business Factor nel 2013 per un programma di supporto e training e in seguito partecipammo a una serie di importanti concorsi italiani e internazionali, passando tutte le selezioni e arrivando alle finali di Mind the Bridge Accelerator, Web Summit a Dublino e Startupbootcamp Pitch Day Barcelona. La prima versione del nostro sito fu rilasciata nel 2013. Nel frattempo il team cresceva con Daniele Moretti e Luigi Maiello, responsabili degli aspetti comunicativi, della community e dei contenuti. Il numero di storie e di utenti aumentava, e anche i riscontri positivi, tanto che anche Rcs si accorse di noi e decise di incubarci. Corsi di sceneggiature collaborative all’università e favole collaborative in una scuola elementare furono i primi progetti in ambito didattico, mentre sulla community continuavano a prendere vita storie e intrecci sempre più belli e vari. Ma qualcosa ancora non andava. I nostri utenti, con i quali ci confrontavamo (e ci confrontiamo) di continuo, trovavano Intertwine non semplicissima da usare. Tutti ne apprezzavano la libertà espressiva, la possibilità di creare storie unendo tra loro testi, video e immagini, ma in alcuni casi il funzionamento risultava complesso. Ricerche e sondaggi per capire che fosse necessario cambiare qualcosa. Così iniziò lo sviluppo di un’altra versione della nostra piattaforma con due obiettivi principali: migliorare la user experience e rendere la grafica più accattivante. Non più solo storie collaborative, ma anche storie singole, articoli e reportage. Maggiore possibilità di scelta per gli utenti, che mostrarono subito apprezzamento. Il 2016 per noi è stato l’anno della svolta: abbiamo realizzato una raccolta fondi per più di un milione di euro , e con quei fondi contiamo di realizzare un potenziamento della community, ma anche di introdurre nuove funzionalità per creare un prodotto editoriale sempre più personalizzabile e multimediale. Oggi Intertwine è una grande community, di oltre 20mila persone, che racchiude un mondo variegato: amanti della scrittura e della lettura, fotografi, appassionati di film e musica, ma anche viaggiatori che raccontano le loro avventure con dei reportage. A noi piace definire Intertwine come un social tutto basato sulla creatività e sulla collaborazione, dove ognuno può dedicarsi al racconto della propria storia, allontanandosi dal rumore generale che ci circonda per concentrarsi su ciò che gli piace davvero. Un nuovo modo di legare la passione/esigenza di raccontare storie allo sviluppo di nuove tecnologie, per far sì che la lettura e il racconto della realtà diventino sempre più crossmediali e collaborativi. Contributor: Gianluca Manca, Ceo di Intertwine
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