“L’investimento di Eureka! Venture e di A11 in INTA è per noi un primo grande risultato. È stato complesso trasportare i risultati di progetti di ricerca nel campo industriale. Accademia e industria sono mondi completamente diversi, con regole e linguaggi spesso non compatibili fra di loro. Ciononostante, tutto il team di INTA, ovvero insieme a me Marco Cecchini (CTO) e Marco Calderisi (data-scientist), ha lavorato instancabilmente nella direzione della valorizzazione industriale di questa tecnologia sviluppata e brevettata in ambito accademico. È il coronamento di un sano percorso di trasferimento tecnologico”, racconta in questa intervista Matteo Agostini, co-fondatore e CEO di INTA, primo spin-off della Normale di Pisa e del CNR che sviluppa innovative tecnologie per la diagnosi. La tecnologia brevettata di INTA è un laboratorio on-chip che permette rilevazioni veloci di analiti biologici come per esempio proteine, anticorpi, virus e batteri. I 350mila euro investiti da Eureka! Venture ed A11 verranno utilizzati per far maturare il livello tecnologico del prodotto. L’obiettivo è quello di arrivare a realizzare dei prototipi di strumenti diagnostici molecolari utilizzabili sul campo per diversi utilizzi. Una delle applicazioni che INTA intende sperimentare sarà quella della rilevazione di biomarcatori di traumi cerebrali da analisi del sangue veloci. Vista inoltre la grande versatilità della tecnologia diagnostica la startup intende esplorate rilevazioni di virus come per esempio il SARS-CoV-2, batteri e anticorpi. Per fare questo i fondatori stanno già lavorando all’ampliamento del team di lavoro con personale altamente specializzato e ha in programma di investire in strutture e strumentazioni avanzate. “Il prodotto che svilupperemo sarà uno strumento portatile e potenzialmente utilizzabile in svariati ambiti: da quello medico e di emergenza a quello dell’analisi ambientale o di processi industriali. Prevediamo quindi che gli sviluppi futuri di questa tecnologia possano essere ampi e diversificati. Lavoreremo insieme ai nostri soci investitori per rivoluzionare il mondo della diagnostica molecolare portabile”, aggiunge Agostini che nell’intervista spiega anche come sta cambiando il settore della diagnosi, della sua importanza anche in relazione alla definizione di nuove strategie e politiche per la sanità pubblica e della opportunità contingente che vede il settore in forte dinamismo come confermato anche dalla recente acquisizione da parte della società italiana DiaSorin della statunitense Luminex per una cifra di circa 1,5 miliardi di euro.
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