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“Quali sono i rischi legati alla tua attività?” È stata questa la domanda che ho posto a diversi imprenditori durante una serie di recenti interviste volte a sondare alcuni aspetti che legano le assicurazioni e le imprese. Quanto i rischi percepiti si avvicinano davvero a quelli reali? Qual è il livello di consapevolezza dell’imprenditore rispetto a questi temi e quale ruolo gioca un consulente oggi? In qualità di broker assicurativo e di imprenditrice, mi interrogo da entrambi i punti di vista quando si tratta di assicurazioni per le aziende. Se da un lato sento l’esigenza di lavorare con la maggiore tranquillità possibile sapendo di essere coperta, dall’altra sono sempre alla ricerca di nuovi prodotti per avere una visione globale di tutti i rischi relativi a un’attività, senza tralasciarne nessuno.
Il concetto di rischio
Quando si parla di “rischio”, è facile cadere nel tranello di pensare a qualcosa di lontano e indefinito, trascurando la realtà di tutti i giorni. Infatti, la quasi totalità delle risposte ricevute alla domanda “quali sono i rischi legati alla tua attività?” si riferivano a un possibile ritorno al lockdown o alla carenza delle materie prime. Niente da obiettare: sono di sicuro scenari infelici per un imprenditore. Volendo però essere un po’ più pratici ed efficaci nel ricercare coperture assicurative adatte, è sufficiente pensare che quasi tutti possediamo un dispositivo elettronico per lavorare e che, molto probabilmente, questo è connesso a internet per la maggior parte del tempo. Inoltre, quasi sicuramente negli ultimi anni abbiamo lavorato da un bar o dal parco, possediamo un sito web e forse abbiamo un database dei nostri clienti su un cloud. Tutti questi elementi rappresentano un rischio. Ci basti pensare che gli amministratori di una società possono rispondere con il proprio patrimonio personale se chiami in causa per il loro operato professionale. Questo rappresenta un rischio. Nel corso della nostra attività potremmo dover ricorrere al supporto di un avvocato e sopportare delle consistenti spese legali, magari per una lite con un dipendente o per recuperare i crediti da clienti che non hanno rispettato i termini di pagamento. Questo rappresenta un rischio. In tutti questi casi è possibile ricorrere facilmente a soluzioni assicurative (si veda l’ultima parte dell’articolo), ma quasi nessuno degli intervistati conosceva tali coperture, o forse ne aveva sentito parlare, ma non aveva pensato che potessero essere applicate alla propria realtà. Questo conferma un dato, che possiamo trovare in una più approfondita ricerca di mercato di IVASS in merito all’alfabetizzazione degli italiani sul tema assicurativo, cioè che il nostro Paese è di gran lunga al di sotto della media europea per quanto riguarda conoscenza, sensibilità ed utilizzo delle tematiche assicurative. Dalla ricerca sappiamo che il 60% degli italiani non conosce concetti di base quali premio, franchigia e massimale e che il 39%, che dichiara di conoscerli, poi non risponde correttamente a quesiti in merito.
L’insurtech, innovazione e criticità
In forte contrapposizione a questa realtà abbiamo invece il sempre più evoluto sistema dell’insurtech, termine nato dall’unione di “insurance” (assicurazione) e “technology”. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel settore assicurativo, da sempre più lento rispetto ad altri a rispondere al progresso della digitalizzazione, che vede una forte componente innovativa aggiungersi e trasformare quelli che finora hanno rappresentato i classici sistemi di organizzazione. Proviamo ad analizzare insieme questo fenomeno. Innanzitutto, l’insurtech è l’innovazione tecnologica applicata all’industria assicurativa e utilizza tecnologie come la blockchain, la cyber security e l’intelligenza artificiale per trasformare i modelli di business tradizionali. Negli ultimi anni in Italia il processo di digitalizzazione ha subìto una notevole accelerazione soprattutto a causa della pandemia, che ha portato una maggiore richiesta di servizi digitali da parte dei clienti e un aumento degli investimenti in insurtech da parte delle compagnie assicurative. La diffusione di questo fenomeno racchiude in sé numerosi vantaggi, a partire dalla standardizzazione dei processi e la relativa semplificazione delle procedure di quotazione ed emissione di una polizza per tutti gli operatori, che avranno maggiori possibilità di lavorare da remoto e in smart working. Tutte queste innovazioni portano a un notevole risparmio costi e a un significativo impatto ambientale positivo dato anche dal minore consumo di carta e di toner. Se però ogni medaglia ha il suo rovescio, nel caso dell’insurtech, questo si potrebbe identificare in alcune non banali criticità. Si tengano in considerazione, per esempio, la difficoltà di gestione di rischi “non standard” e la conseguente perdita di professionalità per la trattazione di rischi complessi, un concreto aumento del rischio “privacy” (si pensi al quotidiano utilizzo di GPS, telecamere o al monitoraggio della salute), il cyber risk per i continui e sempre più agguerriti attacchi informatici a privati, aziende e istituzioni e, infine, la proliferazione di false professionalità (non basta usare una piattaforma per essere esperti di un settore). Pensando all’automazione dei processi, sicuramente si andrà verso una crescente disintermediazione e a una maggiore autonomia del cliente nell’acquisto delle proprie coperture, ma in che modo questo si collega alla scarsa cultura assicurativa? Lo vediamo molto chiaramente con la più diffusa delle polizze, quella per l’auto: cosa accade quando, a causa di un sinistro per il quale pensavamo di essere coperti, siamo invece obbligati a pagare molto di più rispetto al premio che avremmo pagato per stare davvero tranquilli? Ma soprattutto, quanto il cliente che ha acquistato la polizza in autonomia era in grado di valutare la rispondenza delle coperture alle sue effettive necessità? Spesso sono proprio le stesse necessità a non essere chiare o conosciute. A questo punto è evidente che ci troviamo di fronte a un gap tra l’innovazione rappresentata dall’insurtech e la mancanza di strumenti per comprendere la materia assicurativa degli italiani. Una possibile soluzione a questo gap risiede nella figura del consulente, un professionista specializzato capace di analizzare il fabbisogno assicurativo dei propri clienti, possibilmente slegato da vincoli con compagnie assicurative e un riferimento in grado di fornire assistenza in caso di sinistro. Come in molti settori soggetti alla forte digitalizzazione che caratterizza questo periodo storico, anche il consulente assicurativo esperto e competente qui acquisisce un ruolo centrale a scapito di quelle figure professionali più semplici che verranno probabilmente via via sostituite dal progresso tecnologico e dall’utilizzo di intelligenze artificiali.
I nuovi prodotti assicurativi
Tre prodotti assicurativi ancora relativamente di nicchia, ma dei quali sentiremo senz’altro parlare sempre di più:
D&O
Sappiamo che nella gestione aziendale le responsabilità sono tante e che l’amministratore può rispondere con il proprio patrimonio personale per una scelta sbagliata. Una polizza come questa permette di prendere decisioni con serenità. La polizza D&O (Directors and Officers) è un tipo di assicurazione a protezione del patrimonio personale dell’amministratore e delle altre figure apicali di una società e si attiva nei casi in cui questi vengano chiamati in causa per il risarcimento di un danno. È una copertura che può essere acquistata direttamente dalla società e che, in alcuni casi, può fornire garanzie anche per la società stessa. Se al rischio patrimoniale sommiamo quello di trovarsi coinvolti in investigazioni, procedimenti civili o penali o altre azioni legali, la soluzione perfetta è quella di stipulare in combinazione una polizza D&O e una di Tutela Legale.
Tutela Legale
La polizza di tutela legale per aziende protegge le aziende dalle spese legali sostenute in conseguenza di cause intentate contro di loro. Questa polizza può coprire le spese legali per la difesa dell’azienda in un processo giudiziario, come l’assunzione di avvocati e il pagamento delle tasse giudiziarie. Il vantaggio di sottoscrivere una polizza di questo tipo è quello di proteggersi da spese legali impreviste e dall’impatto finanziario delle cause legali. Può essere particolarmente importante per le piccole imprese, che potrebbero non avere i fondi sufficienti per affrontare le spese legali senza l’aiuto di una polizza di tutela legale.
Polizza Cyber
Se recentemente vi è capitato di lavorare in smart working, oppure se avete un sito web della vostra attività, se avete un database dei vostri clienti su un cloud o se avete un e-commerce, sappiate che è bene proteggersi dai rischi legati all’utilizzo di tecnologie digitali, come gli attacchi informatici, la perdita di dati, il furto di proprietà intellettuale e altre minacce informatiche. Le polizze cyber possono offrire una copertura per una varietà di rischi, tra cui:
- Perdita di dati: copertura per la perdita di dati a causa di attacchi informatici o malfunzionamenti del sistema.
- Furto di proprietà intellettuale: protezione contro il furto di idee, brevetti, marchi o altra proprietà intellettuale.
- Responsabilità civile: copertura per le pretese di terze parti che sostengono di aver subito danni a causa di una violazione della sicurezza dei dati o di una mancata protezione dei loro dati personali da parte dell’azienda.
- Danni a terzi: copertura per i danni causati a terzi a seguito di un attacco informatico o di una violazione della sicurezza dei dati.
- Interruzione delle attività: copertura per i costi sostenuti dall’azienda a seguito di un’interruzione delle attività causata da un attacco informatico o da altre minacce informatiche.
Le polizze cyber possono essere personalizzate in base alle esigenze specifiche dell’azienda e possono includere coperture aggiuntive come la consulenza legale e il recupero dei dati. E’ importante ricordare che non esistono soluzioni che vadano bene per tutte le realtà ma occorre un attento e valutato mix delle varie coperture assicurative disponibili per garantire un’efficace copertura a privati, professionisti e aziende Maria Valeria Bruni è broker di assicurazioni, co-fondatrice di M&B Insurance Broker, specializzata nel fornire coperture assicurative a professionisti e aziende. (Foto di frank mckenna su Unsplash )
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