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È la Svizzera il Paese più innovativo nel 2017. Lo afferma il World Economic Forum che come ogni anno presenta i risultati del Global competitiveness report, risultati che vedono appunto la Svizzera svettare lasciando indietro Usa, Israele, Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Giappone, Singapore e Danimarca che occupano le posizioni dalla seconda alla decima. Come e perché questo piccolo Stato riesce a ottenere risultati così positivi? La Svizzera è da anni ai vertici mondiali per ricerca e innovazione. Basta analizzare alcuni indicatori quali il numero di pubblicazioni scientifiche, le domande di brevetto o i vincitori di premi Nobel per rendersi conto dell’importanza che l’innovazione riveste per il Paese. Questa situazione privilegiata non è ovviamente frutto del caso ma è la conseguenza di precise scelte che si sono rivelate essere vincenti e lungimiranti. Un modello, quello del sistema dell’innovazione elvetico, tutto sommato meno articolato delle soluzioni adottate da altri Paesi ma solido ed efficace, capace di produrre importanti risultati in termini di qualità e quantità.
Il Sistema Nazionale d’Innovazione tra presente e futuro
La globalizzazione sta cambiando radicalmente le leve tradizionali del vantaggio competitivo di ogni Paese, per questo motivo le imprese sono sottoposte a sforzi costanti di aggiornamento e miglioramento dell’offerta con l’introduzione di elementi innovativi. L’innovazione, quindi, rappresenta uno dei motori fondamentali dello sviluppo economico contemporaneo, divenendone, di fatto, l’elemento principale. Gli Stati hanno svolto negli ultimi decenni un ruolo essenziale nel costruire e rafforzare dei propri Sistemi Nazionali d’Innovazione in grado di fornire un costante aumento della produttività e della qualità lavoro. In questo senso, la creazione di tali sistemi è divenuta un obiettivo centrale dei policy-maker nel mondo. Il concetto di Sistema Nazionale d’Innovazione (SNI) come strumento d’analisi è stato impiegato dalla seconda metà degli anni ottanta del secolo scorso. Nel 1987 Freeman ha definito il concetto di SNI come “la rete delle Istituzioni del settore pubblico e di quello privato, le cui azioni e interazioni avviano, integrano, modificano e diffondono le nuove tecnologie”. Questa definizione di SNI enfatizza la sistematicità e il carattere interattivo dell’innovazione, l’importanza cioè dell’interazione tra le istituzioni e le organizzazioni. Il sistema è composto da più elementi che interagiscono nella produzione, diffusione ed uso di nuove conoscenze nell’ambito di uno Stato. La tradizionale struttura dei sistemi nazionali di innovazione articolata su tre sottosistemi (o building block), vale a dire il settore pubblico, il settore delle università e il settore delle imprese è tuttavia entrata progressivamente in crisi sotto la spinta dell’evoluzione del contesto competitivo e con l’affermarsi delle tecnologie oggi dominanti. L’evoluzione della produzione, dei mercati e della ricerca scientifica sui grandi temi di interesse planetario, la diffusione di una nuova ondata di tecnologie generiche (cioè pervasive e orizzontali), la dimensione sovranazionale dell’innalzamento della soglia minima di efficacia delle strutture di ricerca e sviluppo industriale, hanno inciso profondamente sulle politiche dell’innovazione varate dai singoli Stati, spesso rendendole obsolete o comunque poco performanti. La Svizzera, nel suo costante sforzo di rimanere nel gruppo dei Paesi leader in termini di innovazione, ha saputo rinnovare i modelli di riferimento e adeguarsi efficacemente al nuovo scenario. Cerchiamo di comprendere come.
Il Sistema Svizzero dell’Innovazione
Il sistema di ricerca svizzero è basato sulla separazione di competenze tra il settore pubblico e settore privato. Il primo sostiene la ricerca del sistema universitario che è tra quelli di maggiore qualità a livello mondiale. Il secondo è sostanzialmente costituito dalle grandi unità di ricerca di imprese multinazionali. Tale sistema si fonda sui principi base del sistema politico svizzero, vale a dire liberalismo economico e sussidiarietà. In Svizzera, a differenza di altri Paesi occidentali, non vi è un finanziamento pubblico “diretto” per la ricerca applicata effettuata dalle imprese. Lo Stato finanzia invece la ricerca di base. Le agenzie statali elvetiche incaricate esplicitamente d’incoraggiare l’innovazione sono quindi relativamente piccole se paragonate a quelle di altri Stati quali Finlandia, Singapore, Svezia dove sono state istituite grandi agenzie specializzate per avviare vasti programmi statali d’incoraggiamento all’innovazione. La politica di promozione dell’innovazione in Svizzera, quindi, è intesa come sussidiaria a quella dell’economia privata, perché nei settori che non sono espressamente attribuiti allo Stato, la responsabilità delle decisioni in materia d’innovazione è lasciata alle imprese private. In confronto ai Paesi dell’UE e agli Stati Uniti, la Svizzera utilizza, inoltre, molto meno la promozione dell’innovazione per temi specifici. L’Esecutivo federale, il Parlamento e i Cantoni svizzeri considerano il trinomio della Formazione, Ricerca e Innovazione come il pilastro fondamentale della società e dell’economia il cui successo si basa principalmente sulla creazione, diffusione e sfruttamento del sapere e del saper fare. In particolare le reti tra imprese e i loro diversi partner si sono mostrate una forma organizzativa molto efficace mentre lo Stato interviene nella promozione dell’innovazione attraverso il sostegno alla ricerca di base, il finanziamento delle Università e delle Scuole Universitarie Professionali, i sistemi di riconoscimento e di protezione della Proprietà Intellettuale, gli incentivi a favore degli investimenti e delle pratiche innovative. Si può quindi dire, in estrema sintesi, che il sistema dell’innovazione nazionale è centrato sulle imprese mentre il sistema della ricerca di base è centrato sulle Università pubbliche. Lo Stato è attivo nei settori in cui ha un esplicito mandato costituzionale e limita quindi i suoi interventi a dei campi precisi cercando nel contempo di stimolare il diffondersi dell’innovazione e incoraggiando lo spirito d’iniziativa dei ricercatori così come il principio della concorrenza e della cooperazione internazionale. Proprio per questo motivo in Svizzera, contrariamente ad altri Paesi europei, i rapporti tra le imprese e le università sono stati fortemente sviluppati e molti programmi politici hanno favorito la collaborazione per i progetti di ricerca e sviluppo tra gli attori del sistema di innovazione svizzero quali le grandi imprese multinazionali, le Pmi, gli spin off e i centri di ricerca pubblici e privati.
I livelli
Il Sistema dell’Innovazione Svizzero si struttura su un modello a quattro livelli. Cerchiamo di analizzarne le caratteristiche principali. – Primo livello Il Parlamento svizzero (Bundesversammlung) ha istituito una Commissione per la scienza, l’istruzione e la cultura che discute delle questioni fondamentali della scienza e della politica dell’innovazione e delibera sui relativi progetti di legge. Ciò comprende la preparazione della legislazione relativa all’Educazione, alla Ricerca e all’Innovazione, la definizione del quadro normativo della ricerca e dell’innovazione. Il governo federale è responsabile della definizione, attuazione e controllo delle politiche nazionali di ricerca e d’innovazione, attraverso la sua amministrazione e le Agenzie governative. In particolare, il governo federale elabora la strategia complessiva del SNI svizzero con il documento di pianificazione strategica, il cosiddetto Messaggio ERI, che viene presentato al Parlamento federale ogni quattro anni per fornire un quadro generale per la politica della Educazione, della Ricerca e dell’Innovazione, con l’obiettivo chiaro di accrescere la capacità d’innovazione del Paese. La struttura federale della Svizzera comporta che le responsabilità politiche per la ricerca e l’istruzione superiore siano ripartite tra lo Stato federale (la Confederazione) e le autorità regionali (i Cantoni). La Confederazione è responsabile per il finanziamento diretto della ricerca, per il coordinamento delle attività di ricerca e per i due Politecnici federali (di Zurigo e di Losanna). I Cantoni sono responsabili delle loro università pubbliche cantonali, mentre la legge regola il sostegno federale a queste Università. I governi cantonali sono attivi anche nella promozione dei cluster tecnologici regionali e dell’attività di ricerca, sviluppo e Innovazione dei settori importanti a livello locale. – Secondo Livello Al secondo livello, quello dipartimentale (o ministeriale) troviamo alcune Istituzioni che condividono la responsabilità della politica nazionale della Ricerca e dell’Innovazione. La Segreteria di Stato per l’Educazione, la Ricerca e l’Innovazione (SERI) dispone di 250 dipendenti e di un bilancio annuo di circa 4 miliardi di franchi svizzeri. È organizzata su quattro divisioni: Affari Spaziali, Educazione, Ricerca, e Analisi e Previsioni. La SERI svolge un ruolo di coordinamento “ministeriale” e le proprie competenze si estendono alle Alte Scuole Svizzere, la preparazione e la valutazione dell’attuazione dei mandati di prestazioni dei Politecnici federali, il coordinamento della politica spaziale svizzera a livello nazionale e internazionale. La SERI, inoltre, è responsabile anche per la redazione dei piani quadriennali che definiscono la strategia e gli obbiettivi che devono essere raggiunti nell’arco del quadriennio. La SERI è anche incaricata per la gestione delle finanze del Fondo Nazionale Svizzero (FNS) e per la partecipazione svizzera ai progetti di ricerca internazionali. A questo livello organizzativo vi sono poi altre agenzie federali e consultive. Il Consiglio Svizzero della Scienza e Innovazione (CSSI) è un organo subordinato al SERI. La sua funzione principale è stata, fin dal 1965, anno della sua nascita, quella di dare pareri (non vincolanti) al Governo federale e all’amministrazione nel campo della politica della Scienza, della ricerca, della tecnologia e dell’Innovazione e della politica della Formazione superiore. L’obiettivo del suo lavoro è di contribuire a rafforzare il sistema di Formazione, Ricerca e Innovazione, per mantenere la Svizzera nel novero delle nazioni leader a livello internazionale. In quanto organismo indipendente, il CSSI guarda al sistema svizzero della Formazione, della Ricerca e dell’Innovazione con una prospettiva globale e a lungo termine. La Commissione federale per la Ricerca Energetica (CORE), è un organo consultivo del Consiglio federale e del Dipartimento Federale dell’Ambiente, Trasporti, Energia e Comunicazione (DETEC). la Commissione elabora, controlla, coordina e fornisce la consulenza per tutti i piani o programmi per la ricerca energetica della Confederazione elvetica. L’Associazione Accademie svizzere delle Arti e delle Scienze (a +) comprende quattro Accademie riconosciute dalla Confederazione. Promuove la cooperazione tra le accademie, identifica i loro interessi comuni, sviluppa la loro programmazione pluriennale e le rappresenta in seno alle organizzazioni internazionali. È inoltre membro di ALLEA, la Rete delle accademie europee. – Terzo livello Al terzo livello del SNI ci sono principalmente due Agenzie federali per il finanziamento della Ricerca, Sviluppo e Innovazione. La prima è il Fondo Nazionale Svizzero (FNS) e la seconda è la Commissione per la Tecnologia e l’Innovazione (CTI). La Confederazione fornisce inoltre finanziamenti per gli Istituti di ricerca affiliati al settore dei Politecnici federali, nonché a una trentina altri istituti di ricerca non universitari. Dal canto loro, i Cantoni sono responsabili della gestione e co-finanziamento delle università cantonali e delle Scuole Universitarie Professionali. Il Fondo Nazionale Svizzero (FNS) è stato costituito nel 1952 seguendo la tradizione degli Stati Uniti, nella forma di una fondazione di diritto privato, (un organismo cioè semi-autonomo, intermediario tra lo Stato e la società). Esso finanzia, su incarico della Confederazione, la ricerca di base nelle università in tutte le discipline scientifiche, dalla storia all’ingegneria, alla medicina, incoraggia i giovani scienziati svizzeri e promuove la loro occupazione universitaria. La Fondazione non conduce ricerche in proprio ed è finanziata principalmente dalla Segreteria di Stato per l’Educazione la Ricerca e l’Innovazione (SERI), alla quale riferisce. Il FNS ha lo scopo di rafforzare la comunità di ricerca svizzera. La fondazione opera principalmente attraverso il sostegno dei progetti di ricerca, il cui tasso di successo è oscillato storicamente attorno al 50%. Con un bilancio annuale pari a 849 milioni di franchi, sostiene annualmente oltre 3.400 progetti che coinvolgono circa 14mila ricercatori. Nel corso del tempo, al FNS sono state attribuite anche altre attività e oggi la sua gamma di strumenti e incentivi si è ampliata e differenziata. Il 16 per cento dei suoi finanziamenti è destinato alla cosiddetta ricerca orientata. Questo importo viene assegnato in base a una libera competizione tra i gruppi di ricerca di tutte le discipline e ha portato negli anni alla costituzione degli attuali 20 Poli di ricerca nazionali (PRN). Notevole è anche l’orientamento internazionale del FNS, il quale mette a disposizione, soprattutto per i giovani ricercatori, numerose borse di perfezionamento all’estero. La Commissione per la tecnologia e l’innovazione (CTI) è l’Agenzia federale, istituita dal governo di Berna nel 1944. L’agenzia è parte dell’Ufficio Federale della Formazione Professionale e della Tecnologia (OFFT), che dipende dal Dipartimento Federale dell’Economia (DEFR). Questo organismo è però gestito come un Fondazione indipendente dagli stessi attori dell’innovazione. Il suo scopo è quello di finanziare la ricerca scientifica applicata, i progetti innovativi e l’innovazione ed il suo motto è “la scienza al mercato”. – Quarto livello Il quarto livello del SNI svizzero è formato dalle Università, dai Politecnici, dagli Istituti di Ricerca statali e i Centri di ricerca e sviluppo delle imprese private. È a questo livello che il Sistema Nazionale dell’Innovazione elvetico esprime quegli elementi differenzianti che ne fanno un’eccellenza a livello mondiale.
Le Università e gli Istituti di ricerca
La capacità innovativa dell’economia svizzera è favorita in misura determinante da un forte sistema pubblico universitario diverso dalla maggior parte dei sistemi educativi europei. L’Educazione superiore e la Ricerca di questo Paese si basa fondamentalmente su un’organizzazione duale, complementare e permeabile di grande valore. Il sistema di formazione universitaria duale permette ai giovani svizzeri di trovare la formazione più adatta, professionale o accademica con il risultato che in questo Paese la disoccupazione giovanile è, com’è noto, quasi inesistente (del 2,9% nel 2014). Non è un caso. La Svizzera destina infatti il 17,9% della spesa pubblica all’istruzione e alla cultura contro il 13,4% del Regno Unito, il 10,8% della Francia, il 9,4% della Germania e un misero 8,5% dell’Italia. (fonte: Il Sole 24 ore) Quello svizzero è un sistema differenziato, in cui ogni Scuola Universitaria è specificamente posizionata su un segmento dell’offerta formativa ed è rivolta ai giovani e alle imprese. I cicli di studio sono stati adattati al sistema europeo L.M.D., ma in Svizzera i corsi di dottorato possono essere svolti solo presso le Alte Scuole Universitarie. Sono previsti tre tipi di università: le Alte Scuole Universitarie, Le Scuole Universitarie Professionali, le Alte Scuole Pedagogiche. Le Alte Scuole Universitarie sono costituite dalle dieci Università cantonali e dai due Politecnici federali di Zurigo e di Losanna, che dipendono finanziariamente dalla Confederazione. Tutte le Università pubbliche svizzere sono relativamente piccole per gli standard europei e in effetti hanno un numero limitato di studenti. Nell’anno 2013/2014, per esempio, presso queste dodici Istituzioni studiavano circa 140mila studenti. A questo tipo di strutture sono destinati bilanci molto alti, specialmente se rapportati al modello delle università di massa europee. Potendo concentrare un maggiore investimento su ogni singolo studente, i Politecnici Federali e le Università elvetiche sono in grado di assicurare più posti di lavoro nel sistema privato e nella ricerca, oltre che un rapporto significativamente più alto di scienziati rispetto al numero di studenti Le Università pubbliche svizzere esprimono, quindi, un modello di ricerca intensiva – in primo luogo per la ricerca di base – quell’aera cioè che è ritenuta strategica per la sua capacità di alimentare la pipeline dell’innovazione nel medio e lungo termine. Le Scuole Universitarie Professionali sono gli istituti scelti da due giovani svizzeri su tre e combinano lavoro in un’impresa e corsi a scuola. Il sistema della formazione professionale in Svizzera è ampiamente considerato come uno dei migliori al mondo con la possibilità di scegliere tra 200 carriere di apprendista. Le Scuole Universitarie Professionali mantengono un orientamento alla pratica, per mezzo di una relazione stretta tra insegnamento e lavoro pratico con le imprese. All’incrocio tra la formazione pratica e la conoscenza accademica, Le SUP svolgono un ruolo importante in quanto motori dell’innovazione. Tali Istituti, infatti, possono concentrarsi sulla ricerca applicata e sul trasferimento di conoscenza e di tecnologia. I giovani sono attratti dalla qualità delle Scuole Universitarie Professionali che servono un tessuto economico molto dinamico di Pmi e che offrono posti di lavoro e prospettive concrete. Questa preferenza dei giovani per le SUP deriva principalmente dal fatto che esse offrono un accesso rapido alla vita professionale, di regola con l’ottenimento della laurea di primo livello, in tre anni, che è riconosciuta a livello federale e sul piano europeo. Le Alte Scuole Pedagogiche sono competenti per la formazione e per la formazione continua degli insegnanti. Sono state create nel 2001 e oggi vi sono 14 Alte Scuole pedagogiche a livello cantonale con circa 12mila studenti. Queste Alte Scuole appartengono alla tipologia delle Scuole universitarie professionali, ma hanno l’incarico specifico di formare gli insegnanti per la scuola dell’obbligo e per la scuola secondaria. In genere si accede ad esse tramite l’attestato di maturità liceale. Per garantire la permeabilità, del sistema universitario, oltre all’accesso regolare, esistono varie modalità di accesso dai cicli di formazione del livello secondario così come la possibilità di passaggio tra diversi tipi di università.I Grandi Istituti di ricerca extra universitari In Svizzera accanto alle università vi sono vari Istituti di ricerca di fama mondiale la cui funzione chiave è quella di incoraggiare i collegamenti tra ricercatori universitari e le imprese svizzere per andare oltre la ricerca di base universitaria e per facilitare la trasformazione delle nuove conoscenze in imprese e in posti di lavoro. Il principale organismo è l’Istituzione Europea per la Ricerca nucleare (CERN), a Ginevra con i suoi tremila ricercatori e importanti strutture per la ricerca nel campo delle particelle elementari. Altri quattro Istituti di ricerca del Governo federale sono incorporati nel sistema universitario federale. L’lstituto Paul Scherrer (PSI), l’Istituto Federale di Ricerca forestale, neve e paesaggio (NPF), il Laboratorio federale materiali e ricerca (EMPA), l’Istituto federale di ricerca pianificazione, trattamento e protezione acqua (EAWAG), che si aggiungono a due Politecnici Federali e formano un’unità guidata dal Consiglio di EPF.
Ricercatori, brevetti e pubblicazioni scientifiche
In Svizzera, circa 42mila persone sono impiegate in attività di ricerca e sviluppo, e questo dato è pari all’1,3% della popolazione attiva mentre la media europea è pari all’1%. Il settore privato impiega nella ricerca e sviluppo più di 39mila persone. In questo settore, quasi un lavoratore su tre è di origine straniera mentre nelle università svizzere i docenti di origine straniera sono circa il 50%. Questo Paese mostra un forte profilo sia dal lato dei brevetti che da quello delle pubblicazioni scientifiche. Non a caso la Svizzera è uno dei Paesi leader mondiali per numero di brevetti per abitante Il dato relativo ai brevetti, caratterizza in primo luogo la ricerca applicata e industriale. Il sistema dei brevetti si è dimostrato uno strumento importante per sostenere l’innovazione, un elemento che si è rivelato essenziale anche per attrarre i capitali stranieri. L’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale (IPI) è l’autorità competente in materia di deposito delle marche, brevetti e design e dipende dal Dipartimento federale di giustizia e di polizia (DFJP). Le Grandi imprese apportano un contributo importante alle pubblicazioni scientifiche della Svizzera e tra quelle che hanno il maggior numero di pubblicazioni scientifiche vi sono Novartis (con il 28% di tutte le pubblicazioni scientifiche del settore privato, e pari al 2,5% di tutte le pubblicazioni scientifiche svizzere); Roche (17%; 1,5%); e Nestlé (6%; 0,6%). Le Alte Scuole Universitarie sono state investite dei diritti di proprietà intellettuale sui risultati della loro ricerca accademica e hanno assunto la responsabilità per la valorizzazione e lo sfruttamento dei risultati della ricerca scientifica, e partecipano al loro successo economico. Negli ultimi 25 anni le istituzioni universitarie svizzere si sono distinte nello sforzo globale di creare un’ecosistema favorevole alla nascita di startup e di spinoff. Il trasferimento di tecnologia tra le Alte Scuole e l’economia svizzera è incoraggiato dallo Stato. In particolare, per la valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica sono stati predisposti diversi strumenti: CTI Start-up, CTI Imprenditorialità, Venturelab, CTI-Invest e inoltre, le otto reti tematiche nazionali (RTN) che stabiliscono legami tra gli istituti di ricerca pubblici e le imprese, il che porta a un elevato volume di brevetti e di ricavi derivati. I parchi tecnologici e gli incubatori svizzeri sono raggruppati nell’Associazione SwissParks, che raccoglie 40 membri i quali ospitano in complesso più di mille imprese innovative. L’associazione svizzera di trasferimento tecnologico (SWITT), fondata nel 2003, conta più di 100 membri in tutta la Svizzera. Essa raggruppa i professionisti di trasferimento delle tecnologie tra Istituzioni di ricerca pubbliche o private ed il settore privato e ha la missione di disseminare le nuove tecnologie a profitto della società. Tra le altre iniziative, merita di essere ricordato il Fondo Innogrants, istituito dal Politecnico di Losannna, che permette di pagare lo stipendio per un anno, a un giovane ricercatore o studente consentendogli di sviluppare un progetto di startup. Nel Parco d’Innovazione del Politecnico Federale di Losanna erano ospitate nel 2015 circa 140 startup innovative che rappresentano 700 posti di lavoro oltre che più di una decina di Centri di ricerca di varie multinazionali, tra cui Debiopharm, Nestlé, Logitech, Credit Suisse, Constellium e Cisco. Un altro strumento di grande rilievo è costituito dal Parco Nazionale d’Innovazione Svizzero. Inaugurato agli inizi del 2016, è stato pensato per rafforzare la leadership della Svizzera nel campo dell’innovazione e assicurare la competitività del Paese. Dispone di due hub principali, siti nelle vicinanze dei due politecnici federali di Zurigo e Losanna e di tre reti regionali situate nel Cantone di Argovia, nella Svizzera nordoccidentale e a Bienne. Nell’ambito di questo contesto la Confederazione riveste un ruolo sussidiario. Il parco svizzero dell’innovazione garantirà gli investimenti di ricerca e di sviluppo privati in Svizzera, mettendo a disposizione terreni dotati delle infrastrutture necessarie e spazi in immobili nelle vicinanze delle scuole universitarie con lo scopo di integrare gli strumenti di promozione già esistenti in Svizzera. L’obiettivo è rendere ancor più attrattivo il Paese per le unità di ricerca e di sviluppo internazionali. Dopo l’inaugurazione del parco nel 2016, l’ulteriore sviluppo del progetto è stato affidato alla fondazione Swiss Innovation Park che è l’organizzazione che sta alla base del parco dell’innovazione. La fondazione, di diritto privato e istituita da privati nel 2015, ha come missione il rafforzamento della competitività internazionale della Svizzera attraverso il parco dell’innovazione e rappresenta nel contempo l’anello di congiunzione con la Confederazione. Provvede alla gestione dei prestiti e all’ulteriore sviluppo del parco dell’innovazione.
La ricerca e sviluppo delle imprese private
Se lo Stato si è preoccupato di fornire le basi in termini di ricerca di base e di infrastrutture, sono le aziende private che svolgono un ruolo determinante nella ricerca applicata e nell’implementazione. La Svizzera è diventata, anche grazie a un sistema di imposte favorevole e a una solida piazza finanziaria, la sede di molte imprese multinazionali svizzere ed estere. Sono più di 6.500 le aziende straniere che operano sul territorio elvetico, spesso sotto forma di sedi regionali, centri di ricerca e sviluppo e altre operazioni di back-office. L’economia svizzera è molto orientata all’esportazione e la meccanica, l’elettrotecnica, l’ingegneria e i prodotti chimici rappresentano oltre la metà dei proventi delle sue esportazioni. Settori economici significativi includono la biotecnologia, la tecnologia medica e le tecnologie ambientali. Queste imprese contribuiscono in modo rilevante all’economia svizzera, impiegano 430mila persone (pari all’11% del totale dei posti di lavoro), contribuiscono per i due terzi della crescita economica del Paese e, negli ultimi dieci anni, si sono impegnate in Svizzera con investimenti per 586 miliardi di euro. Sono però le multinazionali le vere protagoniste del panorama dell’innovazione in Svizzera e gran parte dell’investimento privato in ricerca e sviluppo è, di fatto, sostenuto da pochi grandi gruppi industriali Le imprese multinazionali, pur rappresentando lo 0,2%, di tutte le imprese svizzere sono i veri motori dell’innovazione perché a innovare sono soprattutto le imprese di grandi dimensioni e la ricerca e sviluppo è fortemente concentrata nelle imprese con 250 addetti e oltre. I maggiori investimenti delle imprese in ricerca e sviluppo sono stati sostenuti dall’industria farmaceutica (39%), dall’industria meccanica e delle macchine utensili (19%) e dal settore dell’ICT (13%), dall’industria chimica (5.4%), strumenti high tech. (5.9%) e dall’industria alimentare (4.6%). Inoltre, le Imprese multinazionali svizzere investono annualmente altri 15 miliardi di euro nei loro istituti di ricerca all’estero. Tra le mille grandi imprese che spendono di più in ricerca e sviluppo a livello mondiale (anno 2012), si sono classificate 32 imprese svizzere, le quali hanno investito 27,7 miliardi di euro. Tra queste, i colossi Roche e Novartis hanno investito ognuna circa 9 miliardi di euro a livello internazionale, e rappresentano circa il 30% di tutti gli investimenti in tal senso in svizzera. Diverso e meno brillante è invece il quadro che riguarda le imprese private di medie e piccole dimensioni. Queste ultime rappresentano il 98% di tutte le imprese elvetiche e occupano i due terzi dei posti di lavoro del Paese ma hanno una certa difficoltà ad accedere alla ricerca. Il trasferimento tecnologico, insomma, riguarda prevalentemente le multinazionali. Sono stati istituiti dei percorsi che, attraverso la CTI e le Scuole Universitarie Professionali, hanno l’obiettivo di facilitare l’accesso alle nuove tecnologie mentre sono allo studio altre soluzioni, anche a livello cantonale, per rendere più agevole l’implementazione della ricerca per le realtà più piccole.
Startup e innovazione
La Svizzera figura tra i Paesi con le migliori condizioni per la costituzione di una startup. Attualmente vi sono circa 400 imprese a rapida crescita ogni 100mila abitanti e tra queste imprese le startup svolgono un ruolo importante nella creazione di posti di lavoro e nella diffusione di tecnologie innovative. In Svizzera il capitale di rischio necessario alle startup è però ancora debole e la maggior parte dei fondi di investimento in Venture Capital provengono dall’estero (per un quarto dagli Stati Uniti). Nel 2017, secondo il rapporto Swiss Venture Capital Report, le startup elvetiche sono riuscite a raccogliere investimenti per 909 milioni di franchi svizzeri che sono stati distribuiti su 151 operazioni. D’altra parte, nonostante il contesto favorevole, costituire un’impresa in Svizzera non rappresenta ancora per molti giovani un traguardo altrettanto stimolante come in altri Paesi che fondano la propria economia sull’innovazione. In Svizzera la quota delle costituzioni aziendali è infatti inferiore alla media fondamentalmente perché solo poche persone diventano imprenditori per necessità, visto il basso tasso di disoccupazione e le buone prospettive di guadagno in numerosi settori professionali. Il governo federale sta comunque monitorando la situazione per individuare eventuali carenze e per predisporre, se del caso un intervento adeguato. Contributor: Laura Maffei Per Startupbusiness ha già scritto: Singapore e l’evoluzione della politica industriale. Modello di costruzione del sistema d’innovazione Il sistema innovazione in Finlandia, ecco come funziona
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