Innovazione del vino, questa startup ha brevettato il cantinamento subacqueo

Vino e cantina sono un binomio inossidabile, ma un’innovazione è in trend nel mercato del vino e in particolare del vino di nicchia (leggi ‘lusso’): si chiama cantinamento subacqueo, il mercato che sta creando è quello degli ‘under water wines’, ovvero vini che sono affinati nei fondali marini, poche bottiglie e poche cantine ancora, ma decisamente in crescita.  Il primo esperimento italiano, realizzato dalla startup di Portofino ‘Jamin Portofino’, è stato l’affinamento di 3000 bottiglie di champagne a -52 metri, il primo Champagne AOP UnderWater. Un successone, e una sorta di proof of concept: oggi Jamin Portofino ha messo a punto un servizio per qualsiasi cantina ne voglia fare uso, solo in Italia sono 320mila le aziende che producono vino, anche se solo 15% è specializzata in prodotti di nicchia e potrebbe dunque essere interessate al cantinamento subacque. Gli operatori a livello Mondiale per il cantinamento subacqueo o similari sono soltanto 36, con una produzione totale stimata che non supera le 200k bottiglie/anno di cui Italia partecipa soltanto con 40/50k bottiglie. Chi sperimenta questa forma di invecchiamento del vino è in genere lo stesso produttore, nessuno fino a questo momento si è proposto, come Jamin, per realizzare il servizio di cantinamento subacqueo ‘conto terzi’. “Il cantinamento subacqueo è una novità dirompente nel panorama enologico internazionale, una di quelle innovazioni che non capita spesso in un settore come quello del vino, fortemente legato alla tradizione produttiva” – ha affermato in una nota stampa Emanuele Kottakhs, founder di Jamin Portofino – “È una rivoluzione per il prodotto finale che trasforma la bottiglia internamente ed esternamente. Non ci stupiamo che gli UnderWaterWines stiano riscuotendo successo nel pubblico e negli operatori di settore”. Jamin Portofino è la prima azienda in Italia che si occupa del cantinamento underwater di vini prodotti da diverse etichette e affronta con metodo scientifico la ricerca sulla conservazione in mare, grazie alla convenzione siglata con DAGRI Università di Firenze. La startup ha infatti depositato un brevetto sul cantinamento subacqueo del vino a livello internazionale. Lo scorso giugno ha lanciato la sua prima campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd, (campagna ancora aperta) ed è attualmente già andata in overfunding rispetto all’obiettivo iniziale di raccolta di 600mila euro. “Grazie a questa raccolta potremo offrire partnership e supporto alle tante cantine o wine lovers che vogliano partecipare alla crescita di questo segmento di mercato” aggiunge Emanuele Kottakhs. “L’Italia ha una grande tradizione vitivinicola: il connubio tra tecnologia e cantinamento in mare non può che innovare questo settore. A tutto il team auguriamo una campagna di successo” ha aggiunto il ceo di Mamacrowd, Dario Giudici. Grazie a questa campagna, Jamin punta a consolidare la propria presenza sul mercato internazionale, portando così all’estero l’esperienza italiana di cantinamento subacqueo e potrà sviluppare anche tecnologie nel campo dell’anticontraffazione: l’azienda sta infatti sviluppando chip e criptature blockchain per proteggere l’unicità e l’origine di ogni bottiglia depositata sui fondali marini. La comunità scientifica così come l’alta sommellerie e la ristorazione di qualità hanno mostrato grande interesse per questo innovativo metodo per l’affinamento dei vini: esso consente al vino, sott’acqua, di evolvere le sue caratteristiche grazie a fattori fisici unici, alcuni dei quali difficilmente riproducibili in cantina, quali pressione, moto delle correnti marine, temperatura costante e assenza di luce. Inoltre, questa tecnica permette di conservare più a lungo inalterate le caratteristiche inconfondibili dei singoli vini, aspetto di primaria importanza specie nell’attuale contesto pandemico in cui le cantine soffrono di numerosi invenduti.    

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