Se volete leggere questo articolo dovete fare una cosa prima di iniziare: scaricare e attivare l’app Immuni (e se lo avete già fatto meglio ancora). Immuni funziona, i suoi aspetti tecnici, le sue caratteristiche funzionali, la sua capacità di rispettare la privacy, la sua incidenza del tutto marginale sulla durata della batteria o sul consumo del traffico dati, sono state analizzate, studiate, osservate nei dettagli e ogni questione tecnica è superata. Immuni funziona, tecnicamente. Un problema però c’è ancora e non è tecnico o tecnologico ma è legato al suo utilizzo. Scaricare la app e attivarla (tenendo sempre il bluetooth acceso) è solo il primo passo, poi bisogna usarla, bisogna controllare le notifiche, bisogna fare ricorso alla responsabilità personale se arriva la segnalazione di possibile contatto a rischio rivolgendosi al sistema sanitario. Partiamo da un presupposto fondamentale: il virus resterà tra noi ancora per un bel po’ (o un brutto po’ se preferite) e mettere a rischio la nostra salute, la nostra economia, la nostra vita sociale e ritrovarci nuovamente a vivere il surreale periodo che abbiamo vissuto tra marzo e maggio di quest’anno, sono eventualità da scongiurare con ogni mezzo possibile. Mascherine, sanificazione, distanziamento sociale e Immuni sono le armi che abbiamo ma dobbiamo usarle. Scaricare Immuni e poi non attivarla o non dare peso alle notifiche è come tenere la mascherina sul mento o col naso di fuori o come lavarsi una mano sì e l’altra no. Serve a nulla. Immuni va scaricata e va usata. La sua attuale diffusione è ancora troppo limitata perché si possano avere dati relativi all’impatto che l’app ha nel contenere efficacemente la diffusione della covid-19, certo sarebbe bello già avere tali dati perché diverrebbero lo strumento principe per favorirne una maggiore diffusione e utilizzo, ma non ci sono ancora. Nel frattempo possiamo però ricorrere ad altri strumenti per fare sì che la app si diffonda e venga utilizzata: raccontare storie. Lo ha capito Enrico Pagliarini, giornalista di Radio24 che cura la rubrica 2024 dedicata alle tecnologie, il quale ha raccontato in questo articolo la sua esperienza di uso di Immuni, leggetelo con attenzione, è istruttivo. Servirebbero più storie come quella raccontate da Enrico, da tutte le regioni d’Italia, anche per comprendere meglio come il sistema sia organizzato, vi racconterei anche la mia ma, purtroppo, o meglio per fortuna, la mia app Immuni non ha ancora incrociato soggetti affetti da covid-19 e quindi non ho notifiche. E poi servono anche altre cose. Serve una più massiccia campagna di sensibilizzazione per esempio. Personalmente io sono molto favorevole al fatto che scaricare Immuni sia facoltativo e che usarla e comunicare le eventuali segnalazioni al sistema sanitario sia altrettanto facoltativo, la coercizione non è e non deve essere lo strumento, ma devono esserlo l’informazione e la cultura della prevenzione a supporto del bene individuale e collettivo (e a enfatizzare ulteriormente la mia refrattarietà ai diktat governativi sono convinto che una popolazione ancora più attenta e consapevole che dimostra di contribuire attivamente a bloccare la covid-19, e lo fa su base volontaria, diviene il contraltare più solido a una politica del ‘speriamo di cavarcela’ che fa ricorso a deliranti decreti e che si aggrappa allo stato di emergenza permanente). Perché ciò avvenga è quindi importante non solo invitare donne e uomini, ragazze e ragazzi di questo Paese a scaricare Immuni ma fare anche vedere loro come funziona, come il sistema sanitario risponde, fare capire che non deve esserci timore in ciò, che ogni notifica segnalata e gestita contribuisce ad allontanare il rischio di nuovi lockdown e limitazioni delle libertà personali (che personalmente considero una sciagura). Luca foresti, Ceo del Centro Medico Stantagostino, in questo scritto spiega per bene perché è fondamentale che l’app venga usata e come si può fare, anche a livello istituzionale, per renderne l’utilizzo ancora più semplice ed efficace. Inoltre ora c’è anche un altro motivo per scaricare e usare Immuni: vi consentirà di viaggiare. Tra pochi giorni infatti, secondo quando riporta Ansa Immuni diverrà compatibile con le app di altri Paesi della UE rendendo così più facile per tutti tornare anche a viaggiare (cosa che da sola sarebbe motivo già più che sufficiente per non indugiare oltre nell’usare la app). Scaricate Immuni e usatela, qui il sito con tutte le info e i link (e se avete ancora qualche dubbio su come fare potete sempre contare su Salvatore Aranzulla che spiega per filo e per segno ogni passaggio ) @emilabirascid
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