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Che cosa sono e come funzionano
Il venture capital (VC), ne abbiamo già scritto qui, è un tipo di investimento ad alto rischio che può consentire agli investitori di realizzare ritorni economici eccezionali. È attuato da operatori professionali, finalizzato alla realizzazione di operazioni sia early stage sia late stage, e caratterizzato per finanziare l’avvio o lo sviluppo di un’azienda in settori ad alto potenziale di crescita che presentino modelli di business altamente scalabili. Il VC vive attraverso dei fondi che a loro volta raccolgono soldi dai cosiddetti limited partner: fondazioni bancarie, enti previdenziali, enti pubblici territoriali, assicurazioni, banche, fondi di investimento ma anche organizzazioni private. Una volta raggiunto un buon capitale il fondo VC lo investe seguendo la propria vision e focus di investimento sia nei diversi settori di interesse, sia rispetto alla fase di vita della società in cui s’interviene (seed, early-stage, growth ecc), sia rispetto alla quantità massima (o minima) di capitale che può essere erogato nel singolo deal. Per le startup innovative, quindi, rispetto ai business angel, incubatori, acceleratori e venture builder o startup studio, rappresentano un ulteriore canale specializzato di approvvigionamento di fondi. I fondi VC sono fondi di finanziamento in equity, ovvero investono nell’azienda in cambio delle sue quote, delle volte aiutandola anche con l’offerta di competenze manageriali o tecniche; di solito un fondo VC attende che l’azienda cresca per fare l’exit dall’investimento.
A che punto siamo
Senza ripercorrere tutta la storia (che se avete curiosità potete leggere in questo articolo in inglese pubblicato da Nicolas Colin) si può andare avanti veloce e guardare direttamente il periodo dal 1985 a oggi: è avvenuto un vero e proprio aumento di investimenti realizzati secondo questa modalità. Nel 1985 il valore di investimenti in VC nel mondo non superava i tre miliardi di dollari; nel 1998 erano 20 miliardi; tra il ’97 e il 2000 ci fu la famosa bolla speculativa, nota come dotcom bubble, che portò l’ammontare complessivo investito dai fondi di VC a 100 miliardi di dollari in soli tre anni. Il VC ha avuto origine negli Usa e nell’ultimo decennio continua a dimostrare una crescita stabile; come emerge dal rapporto della National Venture Capital Association nel 2021 conferma la sua stabilità di ecosistema: ha raggiunto i 75 miliardi di dollari investiti in circa 4.302 operazioni nel secondo trimestre, portando i totali del primo semestre a 150 miliardi di dollari in 8.406 operazioni. Anche in Ue, secondo il report di PitchBook, l’ultimo decennio è caratterizzato da una crescita quasi ininterrotta. Il valore delle operazioni di VC è salito a 42,8 miliardi di euro lo scorso anno, un nuovo record. Le aziende hanno raccolto 19,6 miliardi di euro per nuovi fondi di rischio nel 2020, un altro nuovo massimo storico. Ne avevamo già scritto qui (qui aggiornamento primo trimestre 2021 ). In Italia, secondo il report Vem , nel 2020 sono stati raccolti circa 595 milioni di euro distribuiti su 234 operazioni. Un incremento del 58% rispetto al 2019. Secondo invece il report di AIFI sul private equity e VC, nel corso del 2020 sono state registrate sul mercato italiano del private equity e VC 471 operazioni, distribuite su 341 società, per un controvalore paria 6,597 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente (7,223 milioni di euro investiti in 370 operazioni), si è osservata una diminuzione del 9% dell’ammontare investito, mentre il numero di investimenti è cresciuto del 27%, trainato dall’attività di venture capital, che ha visto l’avvio dell’operatività di un soggetto di matrice istituzionale, focalizzato sugli investimenti in imprese nelle prime fasi di vita. La distribuzione degli investimenti per classi di fatturato delle aziende target evidenzia come le imprese di piccola e media dimensione, con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro, pur avendo attratto risorse per circa il 24% del totale, rappresentino, anche per il 2020, il principale target verso cui sono indirizzati gli investimenti di private equity e VC in Italia, con una quota dell’86% sul numero complessivo di operazioni. Secondo i dati dell’Osservatorio startup della School of management del Politecnico di Milano il dato complessivo relativo al 2020 è di 683 milioni di euro come abbiamo scritto qui .
I fondi VC italiani
Il venture capital è quindi fonte essenziale per la crescita economico-sociale non solo per le startup ma anche per l’economia intera di molti Paesi. Di seguito riportiamo i nomi degli attori del venture capital italiano attualmente attivi in ordine alfabetico; si specifica e ricorda che la differenza tra fondo pubblico e privato è stata inserita per quei fondi che, facendo capo ad una società di gestione del risparmio per conto terzi (Sgr), possono raccogliere anche soldi pubblici attraverso il meccanismo di fondi di fondi, ovvero fondi pubblici che non investono direttamente nelle aziende ma che veicolano l’investimento attraverso fondi privati, i quali di comune accordo o tramite regole statutarie regolano il fondo pubblico e fanno l’investimento. Qui di seguito una liste di organizzazioni che gestiscono fondi, privati o pubblici o misti, che operano con la logica del venture capital, si tratta di fondi che per la gran parte, vanno esclusi quelli a carattere locale spesso di genesi pubblica, operano su tutto il territorio nazionale, alcuni investono anche in startup con sede all’estero. Per ognuno abbiamo indicato, oltre al link al rispettivo sito web, anche la città dove ha sede l’ufficio principale e se pubblico, privato o misto, nel caso di fondi partecipati da Cdp Venture Capital abbiamo mantenuto l’indicazione di organizzazioni di carattere privato, in alcuni caso abbiamo indicato anche la specializzazione. (come sempre eventuali segnalazioni di mancanze, sviste, imprecisioni, precisazioni sono più che benvenute)
- 360 Capital Partner: Milano (privato)
- Ad4Ventures: Cologno Monzese (privato)
- Archangel AdVenture: Roma (privato)
- AVM Gestioni SGR: Milano (privato)
- Azimut, anche con un fondo in partnership con Gellify e anche partecipante di P101 e Alicrowd (privato)
- Blacksheep : Milano, è collegato a Eureka! Venture Sgr (privato) specializzato in Martech
- Boost Heroes: Milano (privato)
- Cdp Venture Capital SGR: Roma (pubblico)
- Claris Ventures: Torino (privato) specializzato in biotech
- Como Venture: Como (privato)
- Equiter – Fondo Ricerca e Innovazione: Torino (privato)
- Eureka! Venture Sgr: Milano (privato), interessato soprattutto al deep-tech
- Fare Ventures: Roma fa capo a lazio innova (pubblico)
- Finlombarda Gestioni Sgr: Milano (dal Fondo NextFund pubblico-privato)
- Five Seasons Ventures: Parma (privato), interessato principalmente al food-tech
- Fondo Italiano d’Investimento SGR: Milano (pubblico-privato)
- Gepafin: Perugia (pubblico-privato)
- Hat Orizzonte SGR: Milano (privato)
- Indaco Venture Partners SGR: Milano (privato)
- Innogest Sgr: Torino (privato)
- Lazio Innova: Roma (pubblico)
- LVenture (privato)
- Meta Ventures: Roma (pubblico-privato)
- Mito Technology: Milano (privato)
- Oltre Venture: Milano (privato), molto attento a iniziative ad alto impatto sociale e ambientale
- P101 Sgr: Milano (privato)
- Panakès Partners Sgr: Milano (privato) , anhe on il nuovo fondo Purple , specializzato in life science con medtech e biotech
- Prana Ventures: Milano(privato)
- Principia Sgr: Milano (privato)
- Primo Venture con Primo Space (privato) il fondo specializzato in space-tech
- Quadrivio Group (Made in Italy Fund): Milano (privato)
- Red Seed Ventures: Milano (privato)
- Sofinnova Partners: Parigi, Londra, Milano (privato)
- Sviluppo Imprese Centro Italia Sgr: Firenze (privato)
- Synergo Capital con Sinergia venture fund
- TechShop (privato)
- Tim Ventures: Milano (Corporate Venture)
- Trentino Sviluppo: Rovereto (pubblico)
- United Ventures Sgr: Milano (privato)
- Vertis Sgr: Napoli (pubblico-privato)
- Zernike MetaVentures: Roma fa capo a Meta Group (pubblico-privato)
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