Il primo Robocoin di Milano a Talent Garden

Nel noto co-working milanese è da ieri collocato il primo Robocoin Kiosk della capitale finanziaria italiana, una sorta di sportello Bancomat che permette di acquistare e gestire transazioni in Bitcoin. Bastano pochi minuti e pochi dati per crearsi un profilo super sicuro sulla macchina: numero di telefono, scansione del proprio volto (biometrica facciale, che ha già sostituito quella vascolare del palmo) o del proprio documento, e si ottiene un PIN con il quale verificare i dati. robocoin kioskCreato il proprio account, cui corrisponde un wallet virtuale, si può subito cominciare a acquistare, vendere, inviare, convertire Bitcoin, a partire dalla modesta cifra di 5 euro e fino a un massimo di 999 euro giornalieri. Non è chiaro quale frazione di Bitcoin si potrà riuscire a comprare con 5 euro, vista l’oscillazione nel cambio della criptomoneta, che in questo momento ha un valore abbastanza basso (quindi: comprare, comprare, comprare) equivalente, secondo Coinbase di oggi, a 1BTC=224,26 dollari. Ma nel corso dello scorso anno ha raggiunto anche il livello di 1BTC=1500 US$. E, secondo Federico Pecoraro fondatore di Robocoin Italia, nel 2015 tornerà a quei valori. A sentire gli esperti anche una frazione di Bitcoin sarà un giorno di grandissimo valore ma, data la complessità della materia, a volte l’adesione a questa speranza sembra più una questione di fede. Non è facile spiegare il Bitcoin. Tutto il meccanismo, il pensiero, la struttura, il codice che c’è dietro è piuttosto complesso, basato fondamentalmente sulle tecnologie di rete, l’open source e la potenza computazionale allo stato dell’arte.  Mr. Bitcoin, aka Natoshi Nakamoto, criptico quanto la sua moneta, ne ha spiegato i fondamenti nel suo paper, e da allora l’informazione sul tema, ma mano che il sistema veniva implementato e prendeva piede è proliferata. Anche se raramente riesce a essere chiara. Gli esperti abbondano. E cominciano a esserci delle correnti di pensiero: sui rischi, sul futuro, la sicurezza, sulla capacità di reggere. Certo vi sono episodi poco edificanti, come l’eclatante caso lo scorso anno,  della società MtGox, una delle più note piattaforme di scambio del Bitcoin, un’affare ancora poco chiaro (dalla piattaforma scomparsero nell’arco di una notte centinai di migliaia di bitcoin)  che ha fatto precipitare il valore della moneta. Ma ci sono anche l’espandersi delle attività commerciali e dei professionisti che accettano pagamenti in Bitcoin, negozi re locali reali, così come società come Expedia, Dell, Google, ecc;   banche  e venture capitalist ci si stanno buttando a capofitto (vedi:Coinbase ha già raccolto complessivamente oltre 100 Ml di dollari, tra gli investitori il NYSE). Recentemente, negli US lo Stato del New Hampshire ha dichiarato che accetterà il pagamento delle tasse in Bitcoin. Insomma quelli che di big money ne capiscono, al Bitcoin ci credono. La percezione del Bitcoin Tempo fa abbiamo parlato dei problemi legati alla comunicazione sul tema Bitcoin, quale ostacolo alla sua diffusione, nell’articolo “Bitcoin: la tessitura è una metafora migliore del mining” scritto da David Orban, tecno-evangelista e grande esperto di Bitcoin. Il Robocoin Kiosk, di cui ieri a Talent Garden Milano si è dato battesimo ufficiale, cerca una sua strada per avvicinare e diffondere l’utilizzo del Bitcoin assimilandolo, nella percezione che se ne può avere, a sistemi già conosciuti e ampiamente utilizzati da tutti, come il bancomat. Il Robocoin sostituisce la cripticità con la familiarità. Ma non è solo questo che lo rende interessante: la macchina accetta cash,  c’è  l’immediatezza nelle transazioni, la possibilità di riconvertire i bitcoin in valuta tradizionale e conseguentemente,  la possibilità di utilizzare il sistema per trasferire danaro. Senza chiedere commissioni.Senza chiedere i dati del nostro conto corrente. Eppure è un sistema inviso a molti bitcoiners. “Robocoin garantisce la piena trasparenza  e piena sicurezza delle transazioni, ha un circuito  semplice e intuitivo da utilizzare, ed è completamente diverso dai circuiti tradizionali che troviamo online, anche perchè è l’unica piattaforma fisica in cui ci si può direttamente inserire, autenticare e avere i propri Bitcoin da spendere su tutta la rete (vi sono già diverse attività commerciali e professionisti che accettano pagamenti in Bitcoin)  – dice Federico Pecoraro, trentenne che ha fiutato il business e ci ha già investito oltre che tempo, parecchio denaro, visto che le macchine, prodotte negli Stati Uniti, lui le paga alla casa madre. “Online, oltre alle trattative di scambio che avvengono sulle piattaforme conosciute e affidabili, c’è molto scambio spesso speculativo o poco chiaro tra privati. Noi siamo assolutamente certi di poter garantire a tutti chiarezza, trasparenza e sicurezza. Attualmente  abbiamo già installato una macchina a Roma alla Sapienza, Facoltà di Economia e una a Firenze, in un’attività commerciale, oltre a questa di Milano in Talent Garden, cercando di differenziare anche la tipologia di localizzazione per testare i riscontri con differenti target di persone. Per ora quelle di Roma e Firenze vanno bene, ci sono diverse transazioni quotidiane, qui a Milano vedremo”.

federico pecoraro - robocoin - 2

“La nostra macchina è l’unica bidirezionale, cioè permette anche di convertire i propri bitcoin nuovamente in cash e prelevare, ovunque nel mondo (in un’altra macchina Robocoin..) – continua Federico – bypassando tutte le commissioni degli intermediari tradizionali.” Quindi, in definitiva, Robocoin dove trova il suo guadagno? “Robocoin guadagna direttamente dalle fee transaction sulle operazioni dell’utente, con la differenza, rispetto alle commmissioni tradizionali, perchè non va ad aggiungersi al valore dell’operazione dell’utente, ma è integrata in essa. Noi sul mercato italiano diamo la fee transaction più bassa che possa esistere, perchè è del 6% contro un range che varia dal 13 al 15 % di tutti gli altri ” conclude Federico Pecoraro. La proposta è decisamente invitante,  ed il momento ottimo per acquistare bitcoin. (immagine in evidenza: Bitcoin – Antana – Flickr)

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