Smart Money è la più recente delle iniziative di Invitalia a supporto delle startup innovative. Questa volta si tratta di una misura destinata, per come è stata concepita, soprattutto se non esclusivamente a startup in fase di early stage. Il regolamento recita: “sono ammissibili all’agevolazione startup innovative che, alla data di presentazione della domanda, siano classificabili come piccole imprese, ai sensi di quanto previsto all’allegato 1 del regolamento di esenzione; regolarmente costituite da meno di ventiquattro mesi e iscritte nell’apposita sezione speciale del registro delle imprese delle startup innovative; nelle prime fasi di avviamento dell’attività o nella prima fase di sperimentazione dell’idea d’impresa (pre-seed), oppure sono nella fase di creazione della combinazione product/market fit (seed). Inoltre, possono presentare la domanda di agevolazione anche le persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa, purché l’impresa sia formalmente costituita entro e non oltre trenta giorni dalla data della comunicazione di ammissione alle agevolazioni”. Le domande per richiedere questa agevolazione che si sviluppa in due parti tra di loro vincolanti possono essere inoltrate a partire dalle ore 12 del 24 giugno 2021 tramite l’apposito sito . Prima di inviare la domanda serve assicurarsi che il progetto rientri in quelli ammissibili e quindi abbia caratteristiche come: “essere basato su una soluzione innovativa e scalabile da proporre sul mercato, sebbene da consolidare negli aspetti più operativi; avere un team dotato di capacità tecniche e gestionali adeguate, in termini di apporto tecnologico e lavorativo; essere finalizzato a realizzare il prototipo (Minimum viable product) o la prima applicazione industriale del prodotto o servizio per attestare i feedback dei clienti e/o investitori”. Come detto Smart Money si sviluppa su due misure agevolative tra loro vincolanti, quindi è obbligatorio accedere alla prima misura prima di poter eventualmente richiedere anche la seconda. La prima misura prevede: “contributo a fondo perduto pari all’80%, fino a 10mila euro, delle spese sostenute e ritenute ammissibili per l’attuazione di piani di attività, aventi una durata non inferiore 12 mesi, che prevedono l’acquisizione di servizi, finalizzati ad accelerare e a facilitare la realizzazione del progetto, offerti da incubatori certificati, acceleratori, innovation hub e organismi di ricerca per: consulenza organizzativa, operativa e strategica finalizzata allo sviluppo e all’implementazione del progetto; la gestione della proprietà intellettuale; il supporto nell’autovalutazione della maturità digitale; lo sviluppo e lo scouting di tecnologie; la prototipazione, ad esclusione del prototipo funzionale; i lavori preparatori per campagne di crowdfunding; la messa a disposizione dello spazio fisico e dei relativi servizi accessori di connessione e networking necessari per lo svolgimento delle attività di progetto. Le spese, di importo complessivo non inferiore a 10 mila euro (al netto di Iva), dovranno essere sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda ed entro diciotto mesi dalla data di adozione della delibera di ammissione”. E qui serve sapere quali sono i soggetti presso i quali ci si può rivolgere, quindi i soggetti erogatori riconosciuti come tali e sono appunto tutti gli incubatori e gli acceleratori certificati (il cui elenco è disponibile a questo link ) , i poli di innovazione che aiutano le imprese nella trasformazione digitale e ad accedere all’ecosistema dell’innovazione a livello regionale, nazionale ed europeo, gli organismi di ricerca e per la seconda parte della misura anche business angel e investitori qualificati. La seconda mi misura, che come detto è vincolata all’ottenimento delle agevolazioni previste dalla pima dice che: “per le aziende beneficiarie della misura 1, è possibile anche richiedere un contributo a fondo perduto pari al 100%, fino a 30 mila euro, dell’investimento in equity ricevuto da incubatori certificati, acceleratori, innovation hub, organismi di ricerca, business angel e investitori qualificati. Tale investimento dovrà: essere di importo non inferiore a 10 mila euro; non determinare una partecipazione di maggioranza nel capitale della startup innovativa, anche per effetto della conversione di strumenti finanziari di quasi equity eventualmente sottoscritti; essere detenuto per un periodo non inferiore a diciotto mesi; non essere effettuato tramite operazione di equity crowdfunding; nel caso di persone fisiche, essere attuato in sede di costituzione o successivamente alla costituzione, ferma restando l’attuazione in data successiva a quella di adozione della delibera di ammissione della misura 1 ed entro i 24 mesi successivi alla medesima data. Ogni startup innovativa può presentare una sola domanda, ma per massimizzare l’entità del contributo, potrà richiederlo per l’investimento ricevuto da uno o più attori dell’ecosistema dell’innovazione purché abbiano investito almeno 10 mila euro ciascuno”. “InnovUp, dopo i diversi solleciti per l’apertura del bando, accoglie con particolare favore l’avvio, il prossimo 24 giugno, della misura Smart Money – afferma Giorgio Ciron, direttore dell’Associazione – . Una misura, particolarmente utile per l’ecosistema perché si compone di diversi strumenti, dal fondo perduto all’equity, e favorisce le collaborazioni tra le startup e gli altri attori dell’ecosistema come incubatori, acceleratori, business angel”. La dotazione complessiva di Smart Money è pari a 9,5 milioni di euro e le agevolazioni sono concesse in regime de minimis. Le domande ricevute saranno analizzate da parte di Invitalia sulla base di una procedura valutativa con procedimento a sportello.
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