Idee per startup, 3 criteri per scegliere la tua (nuova) impresa

Come founder e/o CEO di una startup stai mettendo in ipoteca il tuo futuro per i prossimi 3-4 anni. Non che gli altri lavori non siano impegnativi. Ma essere founder o CEO di una startup significa farsi carico non solo dell’opportunità, ma anche di tutti i rischi connessi al nuovo business che stai validando. Esattamente come un imprenditore. Ma si tratta di un imprenditore che opera in un mercato non ancora delineato e con un modello di business non ancora validato. Bud Caddell, autore e TEDx speaker, ha genialmente detto che trovare un buon business model è solo il 50% del lavoro di un imprenditore, il restante 50% consiste nel trovare un business plan per il quale si vuole lavorare. Per aiutarci in questa impresa, Caddell suggerisce 3 chiari criteri. Ovvero devi scegliere: · Qualcosa che sai fare · Qualcosa che vuoi fare · Qualcosa da cui “puoi generare” valore economico   1. Qualcosa che sai fare E’ il punto di partenza. Se hai competenze nel settore digitale, sarebbe paradossale voler lanciare una startup nel settore biomedicale. Per almeno due motivi. Il primo è che devi imparare troppe cose prima di arrivare all’ipotesi di validare. Ogni ipotesi fondante di una startup ha a corollario una serie di ipotesi, fatti, conoscenze, competenze già validate e che funzionano da sostegno per creare un qualcosa di nuovo. Se non sei esperto di un settore è persino difficile distinguere tra ipotesi fondante e fatti risaputi. Il secondo motivo è personale. Vuoi davvero affrontare una curva di apprendimento così erta da non riuscire a scorgerne la fine? Un buon modo per verificare la tua competenza su un’idea di startup è quello di redigere un business model lean canvas, indicando nel dettaglio i vari elementi che lo compongono: value proposition, clienti, partner, distribuzione, linee di ricavo, linee di costi, competitor della tua idea. Visualizzando gli elementi di ogni scheda puoi renderti conto di quanto conosci in quel settore e quanto c’è da imparare 2. Qualcosa che vuoi fare La vita è breve. E 3-4 anni non sono pochi. Non puoi sprecarli in un’attività che odi e che non ti appaga. Districarsi tra il “validare un business model”, “convincere clienti” e “attrarre capitale dagli investitori” è già di per se’ un’impresa titanica. Ha senso occuparsi di tutto questo in un settore che non ti interessa o che addirittura ti annoia o nausea? Come founder di startup abbiamo il privilegio di poter provare a entrare in un mercato che ci interessa affrontando un problema di business aperto e irrisolto. E’ un grande privilegio a cui certamente corrispondono grandi rischi. Senza la prima parte, resto solo la seconda: i grandi rischi. 3. Qualcosa da cui puoi generare valore economico Il terzo motivo non è “fare i soldi” o “arricchirsi”. Lo abbiamo già detto in un precedente articolo, il CEO di una startup non è attratto dal denaro ma dal generare valore. Ed è appunto questo il terzo criterio per scegliere la startup giusta da fondare di Caddell: qualcosa che generi valore economico. Non necessariamente subito e per il founder. Ma in prospettiva per le parti coinvolte. Se una startup non genera valore non ha senso. Non basta dunque operare in un settore che conosciamo, che ci piace, occorre anche che l’impresa in cui ci stiamo buttando abbia la possibilità di generare valore per gli stakeholders. Il terzo criterio completa e offre un senso ai primi due. In pratica, come dice Caddell se sei esperto e vuoi lavorare in un settore, allora trova un modo per monetizzarlo. Il che è esattamente il punto di partenza della vostra prossima startup. Un problema irrisolto per un segmento di mercato. Hai già scelto la tua nuova startup?   Pierluigi Casolari, imprenditore digitale seriale, Ceo di YoAgent https://about.me/piercasolari https://www.linkedin.com/in/pierluigicasolari/

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