La Insurance distribution directive (Idd) rappresenta per li mercato degli investimenti assicurativi ciò che Mifid II ha significato per il risparmio gestito e può rivelarsi una opportunità rilevante per l’innovazione e le startup che operano nell’ambito dell’insurtech come spiegano a Startupbusiness Osakue Kingsley Usiomonifo e Raffaela Ulgheri che hanno creato la piattaforma UnitGenius.io. Investimenti assicurativi più trasparenti per i clienti delle compagnie. La direttiva sulla distribuzione assicurativa (Idd, Insurance distribution directive , altre info qui ), operativa dal 1° ottobre scorso, rappresenta un passaggio fondamentale nell’evoluzione dell’acquisto di polizze in un’ottica di trasparenza e tutela degli investitori. Non solo. Un passo in avanti si registra anche nel processo di creazione di nuove strade per chi già opera nel mercato delle assicurazioni e per lo sviluppo del settore insurtech (piattaforme di comparazione e di consulenza online). Consulenza e cliente Il merito della Idd è porre il cliente al centro nel processo di ideazione, sviluppo e commercializzazione dei prodotti assicurativi, scalzando il precedente approccio “product-oriented”. Tra le novità introdotte, infatti, c’è quella del Product oversight governance (Pog) che impone la costruzione del prodotto sulla base di un target market individuato in precedenza. Questo significa che saranno creati prodotti modulati su esigenze e necessità dei clienti e non più una sorta di “collocazione del cliente” all’interno di caselle già esistenti. È qui che prende forma il concetto di consulenza, dove i bisogni dei clienti diventano la base per la definizione dell’offerta. Lo strumento da cui avviare l’opera di consulenza del cliente è il questionario, con cui si identifica il profilo dell’investitore e la sua predisposizione al rischio. La Idd, infatti, all’articolo 20 specifica come qualsiasi contratto proposto debba «essere coerente con le richieste e le esigenze assicurative del cliente». Concetto accolto anche tramite i regolamenti diffusi dall’Istituto di vigilanza per le assicurazioni (Ivass). Cosa comporta per assicurazioni e insurtech Con la Idd, di fatto, si apre un nuovo modo di intendere il mondo assicurativo e riassicurativo. Un po’ l’effetto determinato dalla Mifid II nel settore del risparmio gestito. E l’importanza di questa rivoluzione assume un valore ancora maggiore se si considera che, anche a settembre, i dati di Assoreti (diffusi il 30 ottobre scorso) danno un calo della raccolta da 2,6 miliardi di agosto a 1 miliardo, mentre il settore dell’investimento assicurativo continua ad attrarre sottoscrizioni con una raccolta pari a 507 milioni di euro (128 milioni le sole unit linked, 157 milioni le polizze multi-ramo). Il mercato è in movimento ed è maturo, dunque, anche per la definizione di nuovi soggetti oltre che per l’evoluzione delle piattaforme preesistenti. Secondo i dati diffusi a luglio da Banca Ifis attualmente soltanto il 2,5% degli italiani si assicura online e nell’80% dei casi lo fa per sottoscrivere un prodotto danni. Da qui le potenzialità delle soluzioni insurtech ancora poco esplorate in Italia, in particolare sul fronte dei prodotti assicurativi di investimento (polizze rivalutabili, unit linked, multi-ramo, capitalizzazione). Eppure il web offre ampi margini per lo sviluppo di strumenti che consentano agli operatori di essere compliant con i dettami della Idd. Le nuove tecnologie, dall’artificial intelligence al machine learning, per esempio, consentono di costruire un questionario di adeguatezza più efficiente e che consenta di limitare il rischio di investimento quando il cliente approccia strumenti più sofisticati rispetto alla tradizionale polizza danni. UnitGenius.io è un esempio di piattaforma che, con l’ausilio di un algoritmo proprietario e l’utilizzo delle nuove tecnologie, è in grado di identificare il profilo di rischio dell’utente e, in linea con le richieste del legislatore, lo aiuta a definire i suoi obiettivi di investimento. Il tutto con la garanzia di trasparenza su metodi, costi e gestione dei dati. Questo approccio garantisce che il cliente sia più consapevole non soltanto delle sue esigenze, ma anche del rischio di investimento e sia in grado di governarlo in base alle sue caratteristiche peculiari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA