Il suo nome è Heaxel, Health+Pixel, crasi perfetta per una startup della digital health. Specificamente, Heaxel progetta e sviluppa dispositivi medici innovativi per la riabilitazione mediata da robot. Le persone colpite da ictus e i loro familiari sanno bene quale impatto può esserci nella vita quotidiana e sanno anche bene, purtroppo, quanto molte terapie si scontrino con la cattiva sanità, la mancanza di capillarità di determinati servizi sul territorio, con i costi e oggi anche con la pandemia, che ha tolto risorse a tante altre patologie. L’innovazione, fortunatamente, galoppa ormai nel settore della salute. L’esplosione della digital health è uno dei settori in cui il digitale può fare una differenza enorme e può solo portare vantaggi e opportunità di cure migliori e più accessibili, questo è un tema sul quale spesso torniamo per la sua grande importanza. Anche il settore, più specifico, della robotica riabilitativa è in pieno boom in tutto il mondo. Proprio in questo settore si trova anche Heaxel, che ha appena avviato in stretta collaborazione con il l’Università Campus Bio-Medico di Roma uno studio domiciliare di fattibilità del robot Icone, il primo robot per la riabilitazione neurologica dell’arto superiore certificato per utilizzo anche extra-ospedaliero. Icone è un sistema robotico intelligente a supporto delle terapie di neuro riabilitazione, pensato per pazienti con danni neurologici, ovvero per persone che hanno un apparato muscolo-scheletrico funzionante tuttavia non in grado di gestire correttamente uno o più arti a causa di una lesione subita dal cervello come, ad esempio, quelle provocate da un ictus. Il robot, trasportabile e compatto, consente un contatto fisico limitato e può essere utilizzato comodamente anche nel comfort delle proprie case da pazienti che presentino un deficit motorio dell’arto superiore, una spasticità non grave e che siano in grado di interagire col robot mentre a video vengono illustrati i movimenti da svolgere sotto forma di giochi interattivi (exergame, exercise + videogame). Questo sistema è il punto di arrivo di oltre 20 anni di ricerca scientifica ed è 100% italiano. “I pazienti sono entusiasti e desiderosi di iniziare i trattamenti. La loro motivazione è molto alta e questo ci incoraggia lungo il percorso di innovazione che stiamo perseguendo – commenta in una nota Maria Teresa Francomano, co-fondatrice e presidente di Heaxel – . Sviluppiamo tecnologia di avanguardia con l’obiettivo di offrire trattamenti efficaci a un numero sempre maggiore di pazienti, in condizioni di comfort e sicurezza. A questo scopo stiamo anche definendo delle modalità innovative di fornitura di Icone ai professionisti del settore, in modo che possano facilmente inserirlo nella loro pratica clinica”. “La riabilitazione post ictus dura solitamente 45 giorni dopo l’avvenuta lesione ma con questo sistema si riesce a trattare i pazienti ben oltre quella data, anche a distanza di anni – aggiunge la Federica Bressi, docente associato di Medicina fisica e riabilitativa, Università Campus Bio-Medico di Roma – . Il fatto che possa essere svolta a casa è una grande opportunità sia dal punto di vista cognitivo che psico-affettivo”. Questo tipo di tecnologie sono molto importanti in uno scenario globale di invecchiamento della popolazione e di trasformazione dei sistemi sanitari, che tenderanno sempre di più, anche per ragioni di costi, a evitare l’ospedalizzazione e miglioreranno i sistemi di cura domestici. Inoltre, sistemi riabilitativi come icone® hanno solitamente il vantaggio di dimostrarsi più efficaci rispetto a terapie tradizionali. Utilizzabile fin dalla fase acuta (prime 1-2 settimane dopo l’ictus) icone® consente infatti di implementare il paradigma Continuum of care, secondo cui la terapia riabilitativa inizia negli ospedali e nelle cliniche e continua a valle delle dimissioni dall’ospedale nei centri di riabilitazione, nei poliambulatori, nelle palestre di riabilitazione e anche a casa del paziente. “La riabilitazione è fondamentale perché altrimenti il paziente tenderà a non usare più l’arto colpito – aggiunge Giovanni Di Pino, direttore del Next Lab neurofisiologia e neuroingegneria dell’interazione uomo-tecnologia – . Con questo robot si ha la riscoperta e il reinserimento dell’arto nella propria quotidianità. Quanto prima si interviene con il robot tanto più si migliora la vita del paziente in termini di qualità e interazione”. Nata nel 2018 dallo spin-off accreditato dell’Università Campus Bio-Medico di Roma ICan Robotics e il fondo Vertis, la società, certificata Iso13485, conta oggi 20 dipendenti tra Roma e Milano e da luglio 2019 ha aperto una filiale a Singapore, spin-off della Nanyang Technological University (NTU). Missione dell’azienda è migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari, mettendo a disposizione nuovi dispositivi medici. Icone, quindi, è destinato a essere il primo di una serie di ausili robotici alle cure riabilitative. Solo in Italia sono circa un milione oggi i pazienti cronici con disabilità residua dovuta a ictus e 200mila i nuovi casi ogni anno.
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