IAMA Therapeutics chiude il round di finanziamento da otto milioni di euro che vede impegnati Claris Ventures e CDP Venture Capital attraverso il suo Fondo Evoluzione. La startup nata dall’attività di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e attiva nello sviluppo di approcci terapeutici innovativi nel campo delle disfunzioni del neurosviluppo si propone, nei prossimi 24 mesi, di iniziare le sperimentazioni cliniche di un nuovo potenziale candidato farmaco, chiamato IAMA-6, che consentirà di aumentare la qualità della vita delle persone con problematiche legate al neurosviluppo, come le condizioni nello spettro dell’autismo, migliorandone i comportamenti sociali e riducendone i deficit cognitivi. “Siamo rimasti colpiti dall’eccellente lavoro svolto dal team scientifico di IAMA e vediamo un enorme potenziale per generare una terapia farmacologica first-in-class per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da problemi del neurosviluppo”, dice a Startupbusiness Ciro Spedaliere founding partner di Claris Ventures. In particolare IAMA Therapeutics focalizzerà le sperimentazioni sull’inibitore selettivo della proteina NKCC1 che ha già mostrato promettenti evidenze pre-cliniche nel trattamento dei sintomi legati alla sindrome di down, a condizioni nello spettro dell’autismo, epilessia e alcune malattie orfane e rare del neurosviluppo. Inoltre, IAMA Therapeutics proseguirà il percorso di sviluppo pre-clinico di altri candidati farmaci per differenti indicazioni terapeutiche in fase di studio e valutazione. La startup nasce dall’esperienza decennale dei gruppi di ricerca Brain Development and Disease e Molecular Modeling and Drug Discovery, dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, guidati rispettivamente da Laura Cancedda e Marco De Vivo. Il lavoro del team, diretto dai due ricercatori e supportato anche da Fondazione Telethon, ha visto i primi risultati pubblicati sulla rivista Nature Medicine nel 2015. L’attività di ricerca in seguito è maturata nella scoperta del nuovo candidato farmaco che ha trovato spazio in un’altra importante pubblicazione su Chem nel 2020. Per le sue peculiarità IAMA-6 è stato quindi protetto da un brevetto, che vede coinvolti a fianco dell’IIT anche Fondazione Telethon, Università di Genova e Università di Bologna. IAMA Therapeutics sarà guidata da Andrea Patricelli Malizia, manager con un background scientifico e business e con un’esperienza pregressa come ricercatore alla Harvard Medical School e come group leader nel team di Biologic Drug Discovery presso Biogen (USA) che così dice a Startupbusiness ,”Desidero ringraziare Claris Venture e CDP Venture per aver creduto e investito in IAMA Therapeutics. Grazie a questo primo investimento di 8 milioni di euro, saremo in grado di accelerare i programmi pre-clinici di IAMA Therapeutics per diverse indicazioni terapeutiche. L’investimento guiderà lo sviluppo del composto principale, IAMA-6, da una fase pre-clinica fino ad una fase avanzata clinica su soggetti sani in una fase 1, inizialmente, e successivamente in fase 2 su individui con disturbi dello spettro autistico. Le opportunità per intervenire nell’area del neurosviluppo sono molteplici, per questa ragione abbiamo identificato un altra classe di candidati farmaci che, grazie a questo primo investimento, saranno sviluppati in fase pre-clinica quali opportunità per individui affetti da epilessia per vivere una vita più completa”. A seguito dell’investimento, Ciro Spedaliere e Mario Scuderi, managing partner di CDP Venture Capital, fanno la loro entrata nel consiglio d’amministrazione della società. “Nel campo del neurosviluppo ci sono pochissimi composti efficaci – commenta in una nota Laura Cancedda -, e sono ancora meno quelli che raggiungono fasi avanzate di sviluppo per diventare farmaci. Siamo entusiasti di vedere come il lavoro di ricerca partito diversi anni fa sulla funzione e l’inibizione della proteina NKCC1, abbia gettato solide basi per lo sviluppo di una nuova possibile terapia per il trattamento di una serie di disturbi neurologici”. “Abbiamo lavorato insieme per accompagnare il nostro potenziale farmaco lungo tutto l’iter degli studi pre-clinici – aggiunge Marco De Vivo -. Queste nuove e promettenti molecole sono state ottimizzate e studiate in maniera molto approfondita nei nostri laboratori, con risultati sorprendenti. Il grande interesse riscontrato da parte di investitori di così alto livello è anche una dimostrazione di quanto la multidisciplinarietà di IIT messa in campo per IAMA-6 sia stata una carta vincente”. “Siamo felici di supportare IAMA Therapeutics in un progetto ambizioso ma con un elevato potenziale di incidenza sulla qualità della vita di pazienti che, ad oggi, hanno limitate opzioni terapeutiche – dice Enrico Resmini, amministratore delegato e direttore generale di CDP Venture Capital -. Questa operazione dimostra a pieno il valore dell’imprenditorialità applicata alla ricerca scientifica”. «IAMA è la quarta startup lanciata da IIT nelle Scienze della Vita in meno di un anno ed è l’esempio vivente della qualità dell’ecosistema del trasferimento tecnologico italiano – sottolinea Matteo Bonfanti, direttore del technology transfer di IIT – , quando si fa squadra tra enti di ricerca d’eccellenza, come IIT e Telethon, e venture capitalist specializzati in tech transfer, i risultati sono startup con competenze, numeri e ambizioni che non hanno nulla da invidiare ad altri scenari europei e statunitensi”. “Accogliamo con grande soddisfazione il lancio di IAMA Therapeutics – dice Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon – . Questa startup si basa su una linea di ricerca innovativa che è stata sin dall’inizio selezionata e finanziata dalla Fondazione Telethon. In linea con il nostro obiettivo di promuovere lo sviluppo della scienza su cui investiamo, oltre a finanziare il progetto abbiamo supportato i ricercatori in tutto il percorso di trasferimento tecnologico, insieme a IIT. Ora questo progetto così promettente ha accesso alle risorse e alle competenze necessarie per intraprendere il percorso lungo e costoso verso una terapia disponibile per i pazienti. È un esempio brillante di sinergia che massimizza l’impatto della ricerca scientifica”.
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