I supercomputer europei per le startup AI

La Commissione europea per bocca della presidente Ursula von der Leyen ha deciso di avviare un procedimento che facilita l’accesso ai supercomputer europei da parte delle startup che si occupano di intelligenza artificiale. L’annuncio è arrivato in occasione del pronunciamento del discorso sullo stato dell’Unione avvenuto il 13 settembre 2023 all’interno dei passaggi dedicati proprio al tema del digitale e dell’intelligenza artificiale. I supercomputer europei del progetto European High Performance Computing Joint Undertaking sono otto supercalcolatori di cui tre di tipo pre-exascale e i restanti di tipo petascale: LUMI basato a Kajaani in Finlandia con prestazioni pari a 375 petaflops (550 petaflops di picco), Leonardo che si trova a Bologna presso Cineca e opera a 249,47 petaflops (323,40 di picco), Marenostrum 5 a Barcellona (205/314), Vega a Maribor, Slovenia (6,92/10,05), Meluxina a Bissen in Lussemburgo (12,81/18,29), Karolina a Ostrava in Cechia (9,59/15,69), Discoverer a Sofia (4,51/5,94) e Deucalion a Guimarães in Portogallo (7,22/10). A questi si aggiungono i sei quantum computer che sono basati in Francia, Germania, Italia, Spagna, Polonia, Cechia.

Le startup che aderisco all’AI Act

Le startup AI potranno richiedere l’utilizzo della capacità di calcolo delle macchine EuroHPC utilizzando la nuova procedura semplificata tramite le EuroHPC Access Call. Naturalmente la Commissione europea garantirà l’accesso ai sistemi di calcolo a tutte le startup che dimostreranno di volere aderire ai principi definiti dal cosiddetto AI Act, quindi che dimostreranno di volere rispettare le decisioni che l’Unione europea ha preso e ha votato in termini di utilizzo etico e responsabile della tecnologia.  Questo è un aspetto che la presidente della Commissione ha voluto sottolineare in modo chiaro e netto durante il discorso sullo stato dell’Unione affermando che è fondamentale “Mitigare il rischio di estinzione dovuto all’IA dovrebbe essere una priorità globale insieme ad altri rischi su scala sociale come le pandemie e la guerra nucleare” e che l’AI Act della UE è il primo documento al mondo che delinea linee etiche, sostenibili, responsabili per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle sue applicazioni. Ciò perché vi è piena consapevolezza dei benefici che l’intelligenza artificiale può portare ma è anche fondamentale che essi siano sviluppati unitamente a politiche di tutela della privacy, dei dati personali, della sicurezza e in generale aderiscano a principi etici. 

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