Il mondo dell’HR Tech, le tecnologie applicate al settore delle risorse umane, era già in crescita negli anni scorsi, soprattutto per quanto riguarda il tema del recruiting, ma con la pandemia il mercato globale della “gestione del capitale umano” prende il volo: +9,3% di crescita annua, e potrà arrivare a valere, secondo gli analisti di Fortune Business Insight, oltre 32 miliardi di dollari a livello globale nel 2027. L’HR Tech è naturalmente un terreno fertile anche per le startup, anche in Italia ne sono nate diverse offrendo soluzioni che vanno dalla selezione e assunzione del personale fino all’organizzazione dell’ufficio, che di questi tempi significa sostanzialmente ‘gestione dello smartworking’. Tra le più recenti costituzioni di startup Hr Tech in Italia c’è Jobtech, nata a Milano durante il lockdown con l’obiettivo di digitalizzare il lavoro interinale e in somministrazione, è la prima agenzia per il lavoro a introdurre soluzioni di ricerca e selezione, somministrazione e staff leasing digitali all’interno del panorama italiano. Per connettere al meglio domanda e offerta, la startup ha creato portali focalizzati su specifiche aree di business: dalla grande distribuzione alla logistica, dalla contabilità alla ristorazione e altro ancora. Questi portali rispondono a tutte le esigenze della gestione delle risorse umane: la ricerca e selezione del personale, la selezione dei candidati più idonei ed il supporto nelle fasi di inserimento del candidato, la somministrazione, lo staff leasing e la gestione in prima persona degli aspetti contrattuali e salariali. Dal punto di vista dei lavoratori, spiega Angelo Zamboni, co-founder dell’azienda, “Jobtech rappresenta uno strumento efficace per la ricerca di un impiego, con un’offerta di annunci ed un percorso di inserimento dedicato alle singole professioni, offrendo impieghi nelle PMI e nelle grandi aziende attive su tutto il territorio italiano”. Poi c’è Nibol, startup nata sempre a Milano nel 2018 come app che aiuta le persone a prenotare una postazione di lavoro o sale riunioni in coworking, locali, caffetterie e che in pandemia sta aiutando le aziende a realizzare e gestire luna nuova realtà di ufficio, un luogo più flessibile, digitalizzato e “aperto” verso l’esterno, con la possibilità di aggiungere – agli spazi più “istituzionali” – delle estensioni diffuse sul territorio come coworking e hot desk. Nibol ha infatti esteso la sua piattaforma tecnologica anche alle aziende, che usano lo strumento per permettere ai propri dipendenti di tornare in ufficio in modo flessibile, efficiente e sicuro, prenotando i propri desk da un’applicazione e addirittura gestire visite e corrispondenza. “Il futuro del lavoro sarà basato su un sistema ibrido, fatto di smartworking e giornate in ufficio – spiega Riccardo Suardi, fondatore di Nibol – In questo contesto, Nibol agevola la gestione degli spazi sia per l’azienda che per il dipendente. Vogliamo diventare il punto di riferimento per la gestione a 360° dell’ufficio diffuso”. Un’altra startup italiana che da tempo ha cominciato a lavorare sull’HR Tech e in pandemia ha messo il turbo è Tutored, fondata a Roma, che oggi è una innovativa piattaforma per il recruiting di giovani talenti in uscita dall’università, sempre difficili da intercettare per le aziende. Lo scorso ottobre ha lanciato una nuova app mobile che permette all’utente di trasformare il proprio profilo in un vero e proprio CV digitale che potrà utilizzare per candidarsi alle opportunità di carriera presenti sulla piattaforma stessa oppure scaricarlo in versione pdf per averlo sempre a disposizione. Photo by Maxime
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