Hong Kong e la Greater Bay Area, tecnologia, finanza, innovazione

GBA è la sigla di Greater Bay Area ed è la zona della Cina che comprende quel gruppo di città e territori che stanno attorno a Hong Kong, Macao, Shenzhen, Guangzhou. Si tratta di un’area di 55mila chilometri quadrati dove vivono circa 87 milioni di persone e che ha un’economia complessiva di circa due trilioni di dollari che, secondo le proiezioni dell’Ocse arriverà a raddoppiare entro i prossimi 10 anni. 

Charles Ng è Associate Director General di Invest Hong Kong (InvestHK), il dipartimento governativo responsabile per l’attrazione e la facilitazione degli investimenti diretti internazionali verso Hong Kong, Startupbusiness lo ha incontrato. 

“La GBA è oggi la vera locomotiva della Cina e in termini di capacità economico finanziaria, industriale, logistica, di innovazione tecnologica e anche artistica e sociale non ha rivali in tutta l’Asia – dice Ng – Shenzhen solo qualche decennio fa era un villaggio di pescatori, oggi è la capitale cinese della tecnologia ed è attigua a Hong Kong che invece è il centro finanziario globale al pari di New York e Londra e perfino la banca svizzera UBS ha rilevato come Hong Kong supererà la Confederazione in termini di quantità di ricchezza gestita entro i prossimi anni. La GBA raccoglie in un unico territorio la concentrazione finanziaria e quella tecnologica, in USA per esempio questi due poli sono lontani quanto l’intero continente essendo uno sulla costa est, New York e uno sulla costa ovest, la Silicon Valley, mentre da Hong Kong con il treno veloce si arriva a Shenzhen in 14 minuti e a Guangzhou in 45 minuti e il ponte collega Hong Kong con Macau in meno di un’ora e inoltre va ricordato che al momento circa metà della popolazione mondiale vive entro un raggio di 5 ore di volo da Hong Kong”. 

C’è un progetto che darà ancora maggiore forza a questo scenario, si chiama Northern Metropolis, un’area di 300 chilometri quadrati nella parte nord di Hong Kong al confine, costituito dal fiume Sham Chun, con l’area urbana di Shenzhen: “Un terzo dell’area della Northern Metropolis sarà destinata allo sviluppo di quello che è stato denominato International Innovation Hub ove convergeranno imprese, accademia, startup, e finanza a supporto dell’innovazione tecnologica in settori come lifescience, intelligenza artificiale, datatech, fintech, web3, advanced manufacturing, energytech. 

“Il progetto è partito ora con un investimento di circa 20 miliardi di euro – spiega Ng – ed è stato pensato come cerniera tra Hong Kong e Shenzhen con la quale vi sono sinergie formidabili perché da un lato vi è una accelerazione sul consolidamento del polo tecnologico e da questa un tessuto che favorisce le relazioni internazionali, nella Northern Metropolis sorgeranno poi anche altre aree dedicate alla logistica e ai servizi professionali di alto livello, all’industria, al turismo e alla sostenibilità. Questo è tassello fondante della strategia che si poggia sulle politiche finanziarie e fiscali, il sistema prevede una tassazione contenuta ed è trasparente nella sua esecuzione, diventando ideale anche per capitali privati come per esempio i family office, sulla tecnologie e innovazione con forti connessioni internazionali e anche sullo sport e la cultura, vogliamo fare di Hong Kong il luogo dove l’est e l’ovest del mondo si incontrano”. 

Oggi Hong Kong ospita le sedi o le filiali di circa 9mila imprese di tutto il mondo, vi sono 75 delle prime 100 banche mondiali per un totale di 160 istituti finanziari, compresi quelli che hanno attività solo online, così come 160 società di assicurazione, insieme gestiscono una ricchezza stimata in circa 4 trilioni di dollari nel 2023. 

“In Asia stiamo assistendo al fenomeno del trasferimento intergenerazionale della ricchezza, nell’area si stima che si tratta di un valore complessivo che sfiora i 6 trilioni di dollari di cui circa il 60% è in mano a individui che dispongono di grandi ricchezze, con almeno 50 milioni di dollari per famiglia e il 77% dei family office guarda al futuro con prospettive decisamente rosee, ciò significa che ci sono nuovi capitali pronti per essere investiti e noi lavoriamo per attirarli verso Hong Kong per questo recentemente sono state approvate nuove misure fiscali proprio per i family office che rendono ulteriormente vantaggiosa la scelta di Hong Kong, tra queste la possibilità di potere accedere a un golden visa per organizzazioni che hanno almeno 24 milioni di dollari investiti nel mondo e che stabiliscono una base con almeno due persone a Hong Kong con una spesa annua totale di circa 200mila dollari. Il nostro lavoro è aiutare i family office a individuare le opportunità di investimento in diversi settori come tecnologia e arte, lifestyle, greentech e finanza green, ed è per questo che ci stiamo attrezzando per poter fornire anche tutto il supporto logistico a questi business”. 

A Hong Kong ci sono 11 università di cui 5 appaiono tra le prime 100 del mondo ed è l’unica città del pianeta a vantare un primato simile: “la ricerca è fondamentale, prendiamo quella medica per esempio, in Asia ci sono sei grandi problemi sanitari: la salute del cuore, la lotta al cancro, il diabete, i virus, la crescita dell’età media della popolazione e i problemi agli occhi di cui molti asiatici soffrono e molte delle iniziative di ricerca in ambito lifescience vanno in questa direzione”. La città sta anche costruendo un nuovo stadio ipertecnologico da 55mila posti e secondo le stime sono attese nel corso del 2025 circa 850 mila persone che arrivano per partecipare a fiere ed eventi ed è per rispondere a questa crescente richiesta che si sta anche costruendo la terza pista dell’aeroporto internazionale. 

Sul fronte startup il direttore generale associato di InvestHK enfatizza come visto il tessuto che si sta costruendo le opportunità sono alla portata anche per le aziende nascenti, nel 2023 erano con sede a Hong Kong quasi 4300 startup comprese quelle che hanno scelto di aprire nella città provenendo da Cina, Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Australia, Germania, Canada, India, Singapore principalmente: “ci sono fondi di venture capital e programmi che favoriscono l’espansione verso Hong Kong per le startup, inoltre, sempre nel quadro delle nostre iniziative a supporto dei family office, ha un posto rilevante anche il supporto nel farli investire anche nelle startup”. (foto di Florian Wehde su Unsplash)

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