Hale è una piattaforma nata a gennaio 2022 (al momento attiva con la sua community) per aiutare le donne con dolore pelvico cronico (causato da vulvodinia ed endometriosi) a migliorare la loro quotidiniatià, la salute mentale e sessuale, attraverso percorsi personalizzati di psicologia e sessuologia. Un tema sul quale non mancano tabù, informazione e persino ricerca scientifica, basti pensare che la vulvodinia non è riconosciuta dal Sistema Sanitario Nazionale nei piani di assistenza sanitaria. “Le patologie che colpiscono l’area pelvico-genitale sono estremamente sotto ricercate e sotto finanziate. Chi ne soffre deve affrontare anni di tabù, mancata diagnosi, costi ingenti a proprio carico e scarse terapie e soluzioni mirate per queste patologie. Eppure ne soffre il 26% della popolazione con un corpo femminile.” – spiega la co-fondatrice Vittoria Brolis. “Soffrire di un dolore persistente nell’area genitale è un’esperienza che ha un forte impatto sia sulla salute fisica che mentale. La ricerca scientifica dimostra che la maggior parte delle persone interessate soffre anche di ansia, depressione e altri disturbi psicologici. È quindi fondamentale prendersene cura per poter migliorare la propria qualità di vita” – aggiunge Gaia Salizzoni, l’altra co-fondatrice. Le due fondatrici di Hale, le trentine Gaia Salizzoni e Vittoria Brolis, sono state selezionate dallo European Investment Bank Institute (EIB) per partecipare al Social Innovation Tournament, un programma che seleziona ogni anno le migliori imprese a impatto sociale, etico o ambientale tra più di 27 Paesi e il 29 settembre si contenderà il premio, che ammonta dai €10.000 ai €75.000, con le altre imprese sociali d’Europa durante una presentazione pubblica. Il premio, verrà utilizzato per finanziare il supporto scientifico e tecnico del progetto. Per vincere servirà anche il voto del pubblico, che potrà guardare live la presentazione e votare il progetto online dalle 15:00 alle 19:00 dello stesso giorno, sulla piattaforma www.sit2022.org.
Come funziona Hale
La startup mira ad accrescere la consapevolezza e l’informazione, creando un cambio culturale sul tema. Ma anche a dare un supporto quotidiano. Hale, infatti, vuole aiutare chi soffre di queste patologie a conviverci, aiutando a gestire e diminuendo l’impatto del dolore sulla quotidianità.Al momento è già attiva la community di Hale, dedicata a chi soffre del problema, emntre è in fase di realizzazione un’app attraverso la quale si potranno avere dei percorsi guidati e personalizzati di psicologia e sessuologia. Questo tipo di supporto potrà figurare in futuro come “terapia digitale” ed essere prescritta dai medici come un qualsiasi farmaco, nei Paesi come la Germania, dove è prevista questa possibilità. “Chi soffre di queste patologie deve poter accedere a percorsi di diagnosi e cura in modo gratuito, e non averle a proprio carico finanziariamente. Questo lavoro politico è fondamentale. – sottolinea ancora Gaia. “Quello che possiamo e vogliamo fare noi è mettere in campo le nostre competenze per creare soluzioni digitali per e con le pazienti che possano essere complementari ad altre terapie e possibilmente gratuite come negli Stati dove possono essere prescritte.” La startup Hale è sostenuta dallo “Startup Incubator” di Berlino per migliorare e lanciare l’idea in un contesto internazionale. E non bisognerà attendere a lungo: la startup lancerà la versione Beta dei suoi percorsi personalizzati già ad ottobre. “Combiniamo le nostre competenze digitali insieme alla conoscenza scientifica per creare un supporto concreto per chi soffre di queste patologie. Non c’è tempo per aspettare che il gap che c’è nei confronti della salute femminile si annulli da sè. Dobbiamo creare oggi soluzioni per chi sta soffrendo e dobbiamo farlo in fretta”.
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