Halal made in Italy vince la competizione Dr Start-upper

Halal made in Italy, è il progetto che ha vinto la  terza edizione di Dr. Start-upper, il percorso di Università Cattolica e Camera di commercio di Milano per la creazione di nuove imprese.

L’idea, che guarda concretamente a un bisogno e a un’opportunità presenti nella società italiana in cui la presenza di persone che seguono i precetti islamici  è crescente, ma ammicca anche a un nuovo mercato per estero per aziende italiane, è di creare un portale che metta in comunicazione i produttori italiani con la comunità islamica, sostenendo lo sviluppo di produzioni certificate ‘halal’. In Italia esiste un ente apposito Halal Italy, filiale dell’autorità internazionale, che si occupa di rilasciare tali certificazioni di qualità, che possono essere ottenute se la produzione di un prodotto è coerente come determinate prescrizioni in ogni sua fase. Per le aziende alimentari italiane si tratta naturalmente di un nuovo mercato ricco di opportunità, tra le grandi aziende che hanno orientato la produzione (almeno in parte) in questa direzione ci sono Amadori, Alce, Arborea, Mutti, Casar, Granarolo, Eridania, Monini, Saclà, ma anche tanti piccoli produttori per i quali questa scelta può aver rappresentato una svolta nel business.

La certificazione Halal non riguarda solamente il cibo ma anche farmaci, cosmetici, la moda. Un mercato che vale decine di miliardi solo in Italia.  -Di finanza islamica e moda avevamo parlato in questo articolo

Insomma l’idea di ‘Halal made in Italy’ è brillante, starà ora ai due fondatori del progetto, Omar Vincenzo, 24 anni e Giorgio Agrifoglio, 23, che vincono assistenza e un periodo di sei mesi di “incubazione” con Corefab,  svilupparlo e farlo correre.

In seconda posizione per Dr Start-upper si è piazzato ICAST, piattaforma B2B per il fashion e il recruiting di modelle, e in terza posizione Bret maps, la app che permette ai cittadini di segnalare situazioni di pericolo idrogeologico. Tra le idee finaliste anche  l’intermediazione ride – sharing, lo chef a domicilio,  la piattaforma per l’usato.

Il progetto, nato nel 2013 dall’Università Cattolica in collaborazione con la Camera di commercio di Milano, scommette sulla creatività dei partecipanti nel dare vita a start up innovative e nell’inventare nuove forme di lavoro e professionalità. Il corso gratuito che si è appena concluso ha visto la selezione e partecipazione di 23 progetti e la partecipazione di 30 studenti di laurea magistrale, dottorandi e masteristi.

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