C’è un risvolto imprevisto come conseguenza delle continue scaramucce commerciali tra gli Usa e la Cina ed è la crescente attenzione degli investitori cinesi verso le startup e scaleup europee. Visto che i rapporti tra le due superpotenze dell’innovazione d’impresa e della tecnologia sono sempre più incrinati, succede che gli investitori cinesi, compreso il venture capital, hanno deciso di guardare con sempre maggiore attenzione verso l’Europa. Una delle prime evidenze di questa tendenza è l’annuncio di queste ore del nuovo round di finanziamento da parte di Genenta Science di cui abbiamo dato notizia qui, round che è appunto partecipato anche dal fondo cinese Qianzhan Investment Management. Ma non è questo il solo segnale, in occasione della EIT Digital Conference che si è svolta a Bruxelles il giorno 10 settembre abbiamo parlato con Chahab Nastar, Chief innovation officer della organizzazione europea e responsabile delle attività legate alle scaleup (qui il resoconto della conferenza), il quale sul tema ci ha detto che il crescente interesse dei venture capital cinesi verso le scaleup europee è certamente una tendenza concreta, ma che è importante che sia gestita con attenzione in modo che l’arrivo degli investitori cinesi si concretizzi sì nel sostegno alle scaleup europee, ma anche nella creazione di valore per l’economia e i cittadini della UE. In pratica quindi gli investitori cinesi sono benvenuti ma solo se non portano via le imprese europee dall’Europa. Bisogna fare in po’ come avviene con le squadre di calcio per intenderci, gli investitori ci mettono i capitali ma la territorialità dell’impresa è salvaguardata (certo qui ci sono ovvie ragioni ma ciò che interessa è la replicabilità del modello), ecco, per le scaleup investite da capitali extraeuropei si potrebbe applicare un modello simile a quello utilizzato per le società sportive. Altro segnale che alimenta questa tendenza è che è giunto proprio in queste ore e che riguarda da vicino anche l’Italia, è la mega offerta da parte di Hong Kong Exchanges and Clearing, si parla di oltre 33 miliardi di euro, per l’acquisizione di London Stock Exchange che, come si sa, è proprietaria anche di Borsa Italiana (qui il lancio della Reuters) . Qui di intrecciano vari filoni geopolitici: la Brexit, le proteste a Hong Kong, le relazioni storiche tra la Gran Bretagna e la ex città stato, ma è significativo come questa offerta giunga in questo particolare momento. Vedremo se la proposta di HKEX avrà le gambe per camminare e con quali tempi si concretizzerà, certo è che se dovesse giungere a compimento sarebbe un fatto che sposterebbe fortemente gli equilibri finanziari globali e accelererebbe lo spostamento dei capitali cinesi verso l’Europa con Milano che, a Brexit compiuta, diverrebbe punto di sviluppo centrale all’interno della UE per questa operazione. @emilabirascid
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