Giappone, opportunità che si rinnova

Gli Usa mettono i dazi sui prodotti europei e italiani. E allora guardiamo dall’altra parte, guardiamo all’Asia e in particolare al Giappone con il quale dal 1 febbraio 2019 esiste un accordo di free trade agreement che sta iniziando a dare i primi frutti come scrive Stefano Carrer su Il Sole 24 Ore. Non ci fermiamo però a vini e formaggi, tutt’altro, lavoriamo anche per portare in Giappone le tecnologie italiane. Lo facciamo dal 2016 quando ci fu la prima edizione dell’Italian Innovation Day a Tokyo e lo abbiamo appunto rifatto il 9 ottobre 2019 con la quarta edizione dell’evento, pienamente supportato e organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Tokyo. Nelle edizioni precedenti abbiamo visto aziende italiane come Design Italian Shoes, Enerbrain e Teia Care, avviare i loro business nel Paese del Sol Levante e, nel caso di Teia Care, ricevere anche un investimento da un venture capital locale, nel caso specifico si tratta di Fresco Capital, e abbiamo assistito a una crescita esponenziale dell’interesse da parte di aziende e investitori giapponesi verso l’innovazione made in Italy. Ma perché il Giappone è importante? Lo è certamente perché è un grande mercato attento alla tecnologia, lo è certamente perché il prossimo anno a Tokyo si svolgeranno i Giochi Olimpici (quest’anno il Giappone sta ospitando il Campionato mondiale di rugby), lo è perché i grandi conglomerati industriali che sono i perni della economia giapponese sono sempre più orientati all’innovazione (si pensi al fondo Vision Fund di Softbank ) e lo è anche perché, proprio per le caratteristiche del tessuto industriale, sta vivendo proprio i questi anni lo sviluppo dell’ecosistema startup che si sta strutturando con eventi che fanno community e cultura come Venture Cafè, con incubatori come EdgeOf che si trova nella zona di Shibuya a Tokyo in cui molte aziende del digital tech si stanno installando, con associazioni specializzate come Fintech Japan, con l’evolversi di eventi internazionali come il neonato Bark che è l’evoluzione di quello che è stato Slush Asia e anche con lo svilupparsi di centri che mirano ad attrarre startup anche in città diverse da Tokyo come è per esempio il caso di Fukuoka. Questa è già di per sé una opportunità perché la cultura delle startup è in pieno fervore e il terreno è assai fertile anche se già esistono casi di successo come la scaleup HiBot fondata in Giappone dall’imprenditore italiano Michele Guarnieri  che si occupa di robotica industriale e di servizio proponendo un approccio al mercato basato sul paradigma della soluzione e non del prodotto a sé stante. Il Giappone è però importante anche perché ci sono dei punti in comune specifici sui quali è possibile costruire ulteriori opportunità. Il primo di questi punti è l’avanzamento dell’età media della popolazione. Il Giappone insieme all’Italia e alla Germania è il Paese più ‘vecchio’ del mondo (se si esclude Montecarlo dove l’età media è ancora più alta ma per motivi non unicamente legati all’andamento demografico), ciò significa che soluzioni tecnologiche e sociali capaci di rispondere al problema della gestione delle persone anziane hanno un forte potenziale di sviluppo, ciò anche perché il Giappone, diversamente dall’Italia, è più chiuso quando si tratta di immigrazione e quindi non hanno personale, come per esempio le badanti, che invece c’è da noi, perciò le soluzioni tecnologiche sono fondamentali per dare una risposta concreta a questo scenario. Una risposta che può arrivare dalla robotica, dall’intelligenza artificiale, da sistemi di sensoristica e monitoraggio dei parametri vitali. La robotica è un altro degli elementi comuni, anche qui sono il Giappone, la Germania e l’Italia a essere i principali Paesi esportatori di robot industriali e quindi anche qui esistono terreni di sviluppo economico, di conoscenza sui quali è possibile fare leva. Tra gli altri settori di interesse vi sono il fintech, l’automotive, i nuovi materiali, l’energia e l’industria dell’intrattenimento, i trasporti e la logistica, tutti settori che sia in Italia sia in Giappone sono supportati da capacità di fare innovazione, di dedicare risorse allo sviluppo e di competenze. Una opportunità quindi da cogliere appieno soprattutto in questo momento in cui paiono essersi innescati fenomeni di transizione (così come per esempio ha compreso anche Trentino Sviluppo che organizza una missione commerciale in programma a gennaio 2020 ) che daranno nuovo slancio a quella che è oggi la terza economia del Pianeta dopo Cina e Usa. エミール・アビラシッド

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