E’ stato ufficialmente lanciato da alcuni giorni il portale GeniusLab, portale e community che intende dare visibilità ed essere punto di aggregazione per il mondo della ricerca italiano. GeniusLab nasce da un progetto di Smart Italy (associazione che promuove la cultura del digitale e sostiene il talento italiano) e Corriere della Sera e gode della collaborazione dell’Istituto Italiano di Tecnologia, del CNR, dei Politecnici di Milano, Torino, Bari e l’Università Politecnica delle Marche. Il mondo della ricerca italiano è sempre un po’ sofferente a causa delle dinamiche interne ai centri di ricerca universitari e all’insufficiente raccordo con il mondo dell’impresa. Uno dei tempi intorno al quale si costruiscono anche sui media le storie della ricerca e dei ricercatori italiani è generalmente quello della “fuga di cervelli”, benchè in verità il “brain drain” non sia solamente un fenomeno italiano, ma globale. Mario Carvelli dell’Istituto Italiano di Tecnologia, intervenuto il 25 scorso all’evento di lancio del portale, ha giustamente definito “la ricerca un mestiere nomade”. In Italia, però, rispetto alla fisiologica nomadicità, incidono anche altri elementi negativi, come la scarsa attrattività delle Università e centri di ricerca italiani (che non permette di riequilibrare i flussi di ricercatori in uscita con quelli entrata) e la carenza cronica di risorse economiche dedicate alla ricerca (al 2012 circa 1,26 sul PIL, il primato europeo è della Finlandia con 3,5). In compenso, i ricercatori italiani godono di grande apprezzamento in tutto il mondo: come ben sintetizzato in questo articolo dell’Università degli Studi di Padova, la rivista Nature ha dedicato lo scorso anno un interessante approfondimento alla valutazione della performance dei ricercatori italiani. I ricercatori italiani, circa 80.000, sono appena l’1,1% della comunità scientifica mondiale (che conta, ormai, secondo l’Unesco, più di 7,3 milioni di ricercatori a tempo pieno). Questo 1,1% che ha potuto contare sull’1,5% delle risorse nel 2012 ha prodotto il 3,8% degli articoli scientifici del mondo. Unico, tra i grandi paesi occidentali, a migliorare la propria performance malgrado l’irruzione sulla scienza di cinesi e indiani. (Dati 2014) I numeri parlano chiaro: i ricercatori italiani sono tra i più produttivi al mondo, insieme agli olandesi. Solo gli svizzeri producono, in media, più articoli. Ma la Svizzera e l’Olanda destinano alla ricerca più del doppio delle risorse dell’Italia. Dunque, nessuno al mondo riesce a fare così tanto con così poco. Anche da queste premesse parte dunque l’iniziativa GeniusLab: la grande ricchezza della ricerca (che è fatta in generale anche di strutture, infrastrutture e investimenti) è in Italia rappresentata dalle risorse umane, i ricercatori. Marco Ricotti, del Politecnico di Milano, intervenuto anche lui all’evento di lancio, ha sottolineato che “Ci sono le ricerche ma soprattutto ci sono le storie delle persone dietro alle ricerche”. E così sul portale troviamo in primo piano i profili dei ricercatori, i loro progetti, le storie, le carriere, oltre a news ed eventi dal mondo accademico. Nel portale i ricercatori, una volta accreditati, potranno accedere a funzionalità loro dedicate (al momento semplici, come la possibilità di scambiarsi messaggi privati, ma che sarà sviluppata ulteriormente) per comunicare peer to peer , scambiarsi opinioni, riflessioni, idee, per fare network e collaborare. Il portale è però anche dedicato alla divulgazione presso un pubblico più ampio costituito da semplici appassionati, studenti, aziende e, perchè no, potenziali investitori. Insomma, uno stargate tra due mondi, quello accademico e della ricerca e quello dell’impresa e gente comune, che spesso non dialogano.
In direzione di una maggiore divulgazione del sapere scientifico verso i più giovani, l’iniziativa si rafforza con ” Storie che raccontano il futuro”, il progetto didattico dedicato alla scienza e promosso da Snam in collaborazione con Smart Italy e dedicato agli alunni delle scuole elementari italiane, che attraverso un kit didattico, potranno conoscere alcuni dei progetti presentati sul portale e che sono più vicini alle tematiche dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Il progetto di Smart Italy vuole allargare la collaborazione anche ad altre Università e centri di ricerca oltre a quelli già coinvolti nell’iniziativa, ma sopratutto confida moltissimo nella partecipazione ampia dei ricercatori alla crescita del portale (sono al momento 100 quelli accreditati), cosa peraltro non scontata. Aprirsi alla collaborazione condividendo il proprio sapere, utilizzando strumenti digitali, non è per niente scontato in Italia. (L’immagine di copertina facts_011, dave gray è stata scelta e assegnata all’articolo dalla redazione)
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