Genenta (biotech), nuovi investimenti per la cura del tumore al cervello

Lo scorso settembre abbiamo annunciato il nuovo round di investimento da parte di Genenta , per una cifra pari a 13,2 milioni di euro. In questi giorni la società rende noto che il round è stato esteso fino alla cifra di 15,1 milioni di euro per via della grande richiesta da parte degli investitori, sia quelli già presenti nella compagine azionaria, sia nuovi. Accrescendo il valore del round Genenta porta la raccolta complessiva a un totale di circa 32,1 milioni di euro e soprattutto ha iniziato a trattare con la sue terapia genica e cellulare tre pazienti affetti da tumore al cervello Glioblastoma Multiforme provenienti dall’Istituto Neurologico Besta di Milano presso l’Ospedale San Raffaele sempre a Milano. Genenta si conferma quindi una realtà clinica nelle terapie avanzate, in Italia come spiega a Startupbusiness Pierluigi Paracchi, CEO, presidente e co-fondatore della società: “ancora una volta sono i privati italiani (Family Office, Business Angel, ecc..) a sostenere l’innovazione insieme a investitori esteri, nel caso di Genenta i cinesi di Qinzhan Investment Management. La notizia del closing di settembre è stata ripresa oltre che in Italia e in EU anche in USA e in Cina e Corea. Sull’onda di questa visibilità e iniziando a trattare pazienti, sono arrivati di abbrivio altri 1,8 milioni di euro che ci hanno permesso di chiudere definitivamente il round alla cifra totale di 15,1 milioni di euro e di portare il totale dallo start-up a oggi all’ammontare complessivo di 32,1 milioni di euro senza essere ricorsi al sistema di finanziamento pubblico. Aspetto quest’ultimo che se da un lato è un punto di orgoglio dall’altro non possiamo non considerare che, per esempio, i nostri competitor di oltralpe hanno il sostegno delle loro misure pubbliche (vedi BPI) e ciò rende la competizione un po’ iniqua. Manca ancora all’appello il tanto annunciato Fondo Nazionale Innovazione in Italia, che ormai ha assunto più il carattere di una disputa su poltrone che quello del desiderio di rendere operativo uno strumento dimostrando così vero interesse verso l’innovazione. Ma certo non ci lamentiamo, abbiamo capitali che ci permetto ora di trovare una proof of concept clinica della nostra terapia. E ciò ha un enorme significato per Genenta, ma soprattutto per i pazienti.”  

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