ScaleIT, la piattaforma evento che seleziona scaleup italiane e del sud-est Europa e le fa incontrare con gli investitori internazionali, ha compiuto quest’anno un salto qualitativo evidente, salto che si è concretizzato nella partecipazione di oltre 40 investitori internazionali provenienti da tutta Europa ma anche da Usa e Asia, nella selezione mirata delle 15 scalup, quattro delle quali del sud-est Europa, che si sono presentate con diverse declinazioni: le scaleup proprie dell’evento, quelle che hanno le condizioni di fatturato, presenza all’estero e capacità di crescita ideali per gli investimenti, quelle più early stage del settore fintech e quelle invece già più mature che si sono presentate non tanto per il fundraising ma per mostrare alla platea di investitori che ciò che nasce in Italia e nel sud-est Europa è capace di crescere, svilupparsi, internazionalizzarsi e creare storie di successo che hanno anche numeri significativi. Le scaleup partecipanti le avevamo raccontate in questo articolo, ma sentirle presentare in quel contesto è importante perché, grazie anche alla preparazione che hanno seguito con lo staff di ScaleIT, si è compreso come deve essere un pitch fatto bene, chiaro, diretto, senza fronzoli o derive eccessivamente egocentriche e soprattutto rivolto a una platea di persone la cui risorsa scarsa non è il denaro ma il tempo. Persone che quindi decidono di investire alcune ore della loro giornata lavorativa a seguire un evento come ScaleIT solo se quell’evento è in grado di portare loro del vero valore. E così evidentemente avviene come ha mostrato anche la seconda parte dell’evento dedicata agli incontri one-to-one che si sono susseguiti a ritmo decisamente intenso. Fino a qui la breve cronaca di un evento che è forse oggi il più internazionale e il più orientato al fundrising tra quelli che avvengono in Italia, ma ciò che è emerso è anche la spinta che occasioni come queste possono dare, ed effettivamente danno, alla grande necessità che ecosistemi come quello italiano e degli altri Paesi come quelli dell’area balcanica, la Grecia, la Turchia, hanno di farsi conoscere sempre di più sulla scena internazionale. Non però una conoscenza istituzionale o complessiva, ma una conoscenza mirata e approfondita che punta dritto a quello che è l’elemento fondante e più importante di qualsiasi ecosistema al mondo: le imprese innovative e gli imprenditori che le creano e le fanno crescere. È qui la sintesi del lavoro di ScaleIT, la sua capacità di costruire partendo dagli elementi più solidi e di farlo in modo sostenibile impegnando le scaleup che partecipano e raccogliendo attenzione da parte di organizzazioni che convintamente sostengono il progetto. Tra loro, come main partner, Euronext che sta crescendo rapidamente anche in Italia come abbiamo scritto qui e che nelle parole della sua COO Camille Leca che ha aperto ScaleIT dopo l’introduzione di Lorenzo Franchini che ne è il founding partner, si propone come entità non solo a supporto delle scaleup già pronte per la quotazione in Borsa, ma anche per quelle che si stanno avvicinando a quella fase di crescita che le mette di fronte a scelte importanti e i servizi del sistema borsistico che ha sede a Parigi possono essere di grande aiuto. Tra gli altri partner di ScaleIT vi sono Silverpeak, Amazon Web Services, Salesforce, Orrick, McKinsey & Company, Badenoch & Clark, Generali e Docebo, quest’ultima è un vero e proprio caso di successo di startup italiana che diventa azienda globale come qualche tempo fa ci raccontò il suo fondatore e Ceo Claudio Erba in un video. Nelle prime tre edizioni ScaleIT ha saputo generare non solo attenzione e concretezza, ma anche incontri tra investitori e scaleup che in qualche caso sono diventati investimenti finalizzati e che si sono tradotti in crescita ulteriore per le scaleup che hanno partecipato. Questo è certamente il metro di valutazione più sincero, e in tal senso ScaleIT sta lavorando a un modello che rafforzerà ulteriormente la capacità di investimento e il suo stesso ruolo, ma di certo non va sottovalutato come la partecipazione a ScaleIT si traduca per le scaleup selezionate in una grande opportunità di ribalta verso il mondo degli investitori internazionali. Infine una curiosità, volendo giocare sulla provenienza geografica delle scaleup che hanno partecipato a questa edizione emerge che delle 11 società italiane ben sei provengono da Roma, un dato interessante in un contesto in cui, quello degli ecosistemi delle startup, il ruolo delle città è sempre più importante rispetto a quello degli stati-nazione, rilevare la capacità delle città di generare imprese capaci di crescere e svilupparsi è importante e a questo giro Roma ha dimostrato di essere la più forte.
Donatella Cambosu
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