Freya Biosciences raccoglie 38 milioni di dollari

Freya Biosciences, azienda biotech specializzata nella salute femminile con sede a Copenhagen e filiale a Boston, ha annunciato un finanziamento da 38 milioni di dollari, fra i più grandi round di Serie A nell’avanzamento delle immunoterapie riproduttive. Guidata da Sofinnova Partners e OMX Ventures, la raccolta dei fondi ha visto tra i protagonisti i fondi italiani Indaco Biotech – Indaco Venture Partners (a distanza di un mese dal round di 67,5 milioni di euro su Nouscom per lo sviluppo di vaccini antitumorali) e Angelini Ventures che partecipa con tre milioni di euro. Tra gli investitori anche: l’Export Investment Fund of Denmark, Mike Jafar Family Office, CE-Ventures e Corundum Systems Biology. “Siamo lieti di annunciare questo significativo round, sottolineando il nostro impegno continuo nel sostenere l’innovazione e in particolare la salute delle donne – dichiara in una nota Giovanni Rizzo, partner e key manager Indaco Biotech Fund – Indaco Venture Partners – . Siamo fiduciosi che questa iniziativa contribuirà in modo tangibile all’avanzamento delle immunoterapie per risolvere problematiche relative alla infertilità e ad altre indicazioni cliniche relative all’apparato riproduttivo  delle donne. Siamo orgogliosi di essere coinvolti in questa iniziativa e guardiamo con interesse agli impatti positivi che ne potranno scaturire.”

“Per la prima volta, grazie a questo investimento di Angelini Ventures, il nostro Gruppo entra nella ricerca clinica sulla fertilità femminile – commenta Sergio Marullo di Condojanni, CEO di Angelini Industries – La salute delle donne e più in generale la medicina di genere meritano la massima attenzione e per questo abbiamo scelto di finanziare chi è impegnato nello sviluppo di soluzioni terapeutiche nuove, efficaci e personalizzate che rispondano al bisogno di benessere delle donne e in particolare al desiderio di maternità. Il nostro impegno in questo ambito si iscrive nella strategia generale del Gruppo che nei diversi settori in cui è presente vuole essere attento ai bisogni delle persone e delle famiglie”.

“Freya sta portando avanti un lavoro clinico d’avanguardia con un approccio innovativo, fino a oggi poco esplorato in ambito ginecologico – osserva Paolo Di Giorgio, CEO di Angelini Ventures – I primi risultati positivi ottenuti dagli studi clinici di Freya su microbiota e immunoterapia suggeriscono che questo può essere un approccio efficace e mirato per affrontare alcune condizioni cliniche che hanno come comune denominatore proprio l’alterazione del microbiota, come l’infertilità. Con l’investimento in Freya prosegue il cammino di Angelini Ventures finalizzato a individuare e sostenere idee innovative e ad alto contenuto tecnologico nel campo delle scienze della vita”.

Per la salute riproduttiva

Questo importante passo avanti è finalizzato ad accelerare lo sviluppo clinico di un farmaco – in fase sperimentale – che mira al trattamento dell’infertilità nelle donne grazie all’uso di un microbiota vaginale sano, durante le tecniche di fecondazione assistita (IVF – In Vitro Fertilization). Freya opera attraverso il sequenziamento approfondito del microbiota da donne fertili e da donne non fertili, offrendo una visione dettagliata dello stato di salute e lo studio di un vasto numero di biomarcatori immunitari su campioni clinici umani. Tale approccio integrato permette la realizzazione di una nuova piattaforma di immunoterapia pionieristica che vedrà un passo avanti nella comprensione e nel trattamento delle condizioni legate alla salute riproduttiva femminile. L’obiettivo è quello di fornire soluzioni innovative ed efficaci per affrontare le sfide legate alla fertilità ed altro. “Il team di esperti di Freya è unico nella sua posizione per plasmare una comprensione più completa della salute e delle malattie delle donne per far avanzare soluzioni innovative e nuovi paradigmi di trattamento, e siamo fiduciosi nel loro successo – dice Henrijette Richter, Managing partner di Sofinnova Partners -. Anticipiamo con entusiasmo il supporto a Freya nell’affrontare le sfide legate alla salute riproduttiva, per le quali attualmente non sono disponibili trattamenti adeguati.”

Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha iniziato a fare luce sul ruolo del microbiota vaginale: la sua alterazione (disbiosi), causata dalla riduzione di alcuni tipi di lattobacilli, batteri “buoni” che fisiologicamente lo popolano, e dalla proliferazione di batteri patogeni che possono portare a infiammazione e infezioni, è una caratteristica comune a diverse condizioni cliniche come l’infertilità, l’endometriosi e le gravidanze pretermine. L’esatta interazione e i rapporti di causa-effetto tra il microbiota e queste condizioni è ancora oggetto di ricerca e in questo contesto è nato un filone di ricerca clinica che punta a ripristinare l’equilibrio del microbiota per poi osservarne gli effetti sulla salute della donna. In tal senso Freya Biosciences sta sviluppando un farmaco sperimentale, derivato da donatrici sane di microbiota, capace di modulare il sistema immunitario, per risolvere la disbiosi. La procedura per ricavare dalle donatrici sane il materiale biologico necessario a produrre il farmaco sperimentale e per somministrare lo stesso alle donne con disbiosi è minimamente invasiva e richiede solo pochi minuti.

Nella “proof of concept”, lo studio clinico che si esegue all’inizio della sperimentazione di una molecola sui pazienti, Freya ha osservato che, nell’arco di alcuni giorni, le donne con disbiosi che avevano assunto il farmaco sperimentale mostravano un ri-equilibrio fisiologico del microbiota vaginale.

Con il nuovo finanziamento da 38 milioni di dollari Freya Bioscences svilupperà ulteriormente le sue ricerche per osservare gli effetti che il ri-equilibrio del microbiota ha sulla fertilità e sulla salute della donna. Del comitato scientifico di Freya fanno parte docenti e ricercatori di diverse università e centri di ricerca prestigiosi tra cui la Johns Hopkins University, l’Imperial College London, l’Harvard School of Public Health, la London Women’s Clinic, l’ University of Arizona, il Rigshospitalet, l’University of Antwerp e l’Università di Trento.

    (Foto di J. Balla Photography su Unsplash )

© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Iscriviti alla newsletter